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Stellantis investe miliardi. In Marocco. E tiene col fiato sospeso i lavoratori dello stabilimento in Abruzzo
La vecchia Fiat, oggi Stellantis, perde il pelo (e l’amministratore Tavares, liquidato qualche mese fa a peso d’oro...) ma non il vizio. L’avvento dell’italianissimo Filosa alla guida del gruppo di automotive fa registrare, come primo atto significativo, un pacchetto di investimenti di 1,2 miliardi di euro per ampliare la capacità produttiva fino a 535.000 veicoli all’anno, rispetto ai circa 200.000 del 2020 e 400.000 del 2024. In Italia? No. In Marocco.
Come riporta il Corriere della Sera, Stellantis punta a raddoppiare la capacità annua della fabbrica marocchina di Kenitra. Nello stabilimento verranno assemblate le minicar elettriche Fiat Topolino, Citroën Ami e Opel Rocks-e, e ci saranno anche linee di fabbricazione di motori ibridi e di veicoli elettrici a tre ruote. La notizia ha sollevato perplessità in Italia, in particolare da parte della Lega. “Siamo sconcertati dalla scelta assurda di Stellantis di investire miliardi in Nord Africa e assumere lavoratori in Marocco, quando per decenni l’azienda ha volentieri goduto di denaro elargito dalle casse pubbliche italiane”, protesta il dipartimento Economia della Lega. Il settore automotive è tra i principali motori economici del Marocco: 22% del PIL, oltre 220.000 occupati e 14 miliardi dollari di esportazioni nel 2023. E il costo del lavoro, ovviamente, è molto basso.
Nelle stesse ore, invece, i sindacati hanno lanciato un allarme significativo sulla linea di produzione in Abruzzo.
L’allarme sullo stabilimento di Atessa e l’impegno di Marsilio
“Usciamo dall’incontro con alcune conferme, ma anche con molti dubbi. Non possiamo rassicurare chi ogni giorno tiene in piedi l’economia industriale di questa regione. L’unica cosa che oggi le lavoratrici e i lavoratori chiedono è chiarezza e certezze per il loro futuro”, hanno detto ieri, in una nota congiunta, Fiom Chieti, Fiom Abruzzo Molise e Cgil regionale al termine del tavolo regionale sull’automotive che si è tenuto nella sede della Regione Abruzzo di Pescara, alla presenza dell’assessore Tiziana Magnacca, del presidente Marco Marsilio e dei vertici Stellantis. Per la Fiom l’incontro non ha dato risposte concrete rispetto alla crisi in atto nello stabilimento di Atessa (Chieti) e nell’indotto.
“Abbiamo evidenziato – si legge in una nota – la mancanza di investimenti rispetto ad altri stabilimenti del gruppo, come quello di Gliwice, in Polonia, dove invece si è già intervenuti. A fronte dei 6.000 addetti dell’ex Sevel, oggi si rischia di chiudere il 2025 con meno di 4.500 lavoratori, coperti da contratti di solidarietà”. “Stellantis – riferisce la Fiom – ha confermato la validità delle dichiarazioni dell’ad Imparato come ‘esempio estremo’, ma ha ribadito le difficoltà legate ai costi energetici e alla normativa europea. I sindacati hanno chiesto l’apertura urgente di un tavolo nazionale sull’automotive presso Palazzo Chigi”. Preoccupazioni condivise anche dalla Uil Abruzzo. “Il management ha confermato le incertezze sulla tenuta del mercato dell’auto in Europa – ha dichiarato il segretario regionale Michele Lombardo – Chiediamo a Regione e Governo un impegno forte per salvaguardare un settore che in Abruzzo dà lavoro a oltre 28 mila famiglie. E’ il momento di invertire la rotta: servono investimenti su Atessa e sull’intera filiera, dalla Marelli di Sulmona alla Denso di San Salvo”.
Dal canto suo, il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio ha parlato di “crisi globale, che ovviamente preoccupa e purtroppo registra delle ripercussioni anche nell’insediamento produttivo di Atessa, una fabbrica che, fino a poco tempo fa, anche in tempi di Covid, aveva invece mantenuto livelli produttivi elevati”. A giudizio di Marsilio “bisogna che l’Europa comprenda che costringere le aziende, che non riescono a vendere un certo numero di veicoli elettrici, soprattutto i furgoni, a pagare miliardi di multe è una follia che dobbiamo assolutamente scongiurare. – ha aggiunto il presidente – A tal proposito sono in stretto contatto con il governo Meloni e, non a caso, il ministro Urso proprio questa settimana, sarà a Parigi e Berlino, per parlare e incontrare i suoi omologhi, francese e tedesco, per far partire una richiesta forte nei confronti della Commissione e del Parlamento Europeo per modificare queste norme che considero autolesionistiche”. Il presidente Marsilio ha, inoltre, confermato di aver chiesto a Stellantis di “fornire segnali concreti di volontà d’investimento a lungo termine su Atessa e sull’Abruzzo in general preziosa attività di recupero”.