
La conferenza
Sicurezza alimentare, Meloni all’Onu: “Il cibo è un diritto e un pilastro dell’identità. Con il piano Mattei aiutiamo l’Africa” (video)
“La sicurezza alimentare è una sfida epocale, di assoluta priorità”, ha spiegato il premier Giorgia Meloni durante il vertice Onu sui Sistemi alimentari a Addis Abeba, in Etiopia. “È la prima volta che questo vertice si tiene in Africa – ha sottolineato – Abbiamo scelto di co-organizzare questo evento ad Addis Abeba con il governo etiope non solo perché l’Italia ha un rapporto speciale con l’Etiopia e una cooperazione pragmatica basata su progetti e iniziative concrete, ma anche perché crediamo sia fondamentale coinvolgere il continente africano come protagonista nelle scelte e nelle azioni della comunità internazionale”. A margine dell’evento, il presidente keniota William Ruto ha ringraziato il presidente del Consiglio italiano per il sostegno alle infrastrutture energetiche e urbane. I due, secondo un comunicato di Palazzo Chigi hanno anche parlato dell’ “eccellente ollaborazione attraverso le iniziative nei settori dell’agricoltura, dell’energia e della formazione avviate nella cornice del Piano Mattei per l’Africa”.
La premier ha aggiunto che sebbene l’insicurezza alimentare sia “drasticamente diminuita negli ultimi settant’anni”, questa “colpisce ancora circa il 10% della popolazione mondiale”. Una percentuale che “è concentrata in gran parte qui in Africa, dove una persona su cinque soffre la fame e non ha accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per condurre una vita sana. Questa situazione, già complessa, è stata esacerbata dalle crisi che il mondo sta attualmente affrontando”. Inoltre, il presidente del Consiglio ha ricordato che “mentre lavoravamo per superare lo shock della pandemia, abbiamo dovuto affrontare la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, che ha interrotto flussi e processi economici e commerciali, destabilizzato i mercati energetici e alimentato ondate di inflazione che hanno colpito le nazioni più fragili, soprattutto nel Sud del mondo e in Africa”.
Sicurezza alimentare, Meloni: “Il nostro aiuto per l’Africa con il piano Mattei”
“Sappiamo bene che quando le persone non hanno accesso a cibo sufficiente o perdono i mezzi per produrlo, le conseguenze possono essere catastrofiche – ha ricordato Giorgia Meloni – la povertà peggiora, i conflitti si intensificano e le comunità diventano più vulnerabili alla violenza, al terrorismo e alle migrazioni forzate”. Dunque, l’insicurezza alimentare è “in ogni suo aspetto una questione politica. Ma non solo. È anche, e soprattutto, una questione economica”, dal momento che “i sistemi alimentari sono un motore di crescita e sviluppo, sia per le nazioni più fragili sia per quelle economicamente più solide”.
“Al centro della nostra azione deve quindi esserci lo sviluppo delle comunità su cui scegliamo di concentrare i nostri sforzi”, ha aggiunto il premier, proprio perché “non è sufficiente aiutare quelle comunità a produrre il cibo necessario a sfamare la popolazione, ma è anche necessario che quel cibo sia commercializzato e abbia accesso ai mercati, con filiere produttive e distributive solide e resilienti”. Questo è “il punto di vista dell’Italia”, ma è anche “il filo conduttore che collega le iniziative e i progetti del Piano Mattei per l’Africa. A partire dal settore agroalimentare, un ambito in cui l’Italia vanta un know-how unico che coniuga tradizione e innovazione”.
La sicurezza alimentare e il piano Mattei per l’Africa
In relazione alla sicurezza alimentare, Giorgia Meloni ha poi parlato della sperimentazione del piano Mattei in Algeria, con un approccio che finora ha avuto successo: “stiamo lavorando per bonificare oltre 36.000 ettari di deserto per produrre fino a 40-45.000 tonnellate di cereali e legumi aggiuntivi all’anno, creando 6.000 posti di lavoro e generando benefici per oltre 600.000 persone”. Ma l’impegno dell’Italia non si ferma certamente all’Algeria: “Questa iniziativa è in corso anche in Senegal, Ghana e Congo, e mira a coinvolgere presto anche la Costa d’Avorio e il Kenya”. “Il nostro progetto sta funzionando anche in Tunisia – ha rimarcato Meloni – dove stiamo rafforzando le capacità e le competenze per l’utilizzo dell’acqua, una risorsa attorno alla quale si profila una crescente sfida geopolitica e di sovranità”.
Per giunta, l’Italia ha scelto di applicare la sua iniziativa anche ad altri progetti come il Global gateway promosso dall’Ue, che “combina risorse finanziarie europee e capitali privati per sostenere lo sviluppo delle filiere di produzione del caffè in diverse nazioni africane. E poi c’è la centralità della formazione tecnico-scientifica, fondamentale per fare la differenza e che deve essere integrata in un approccio di filiera, dalle sementi alla distribuzione del prodotto”. In questo ambito, solo pochi giorni fa abbiamo firmato un accordo per la creazione di un centro di formazione professionale agricola in Algeria, che fungerà da punto di riferimento per il Sahel e l’intera Africa”. Per giunta, lo scopo dell’Italia “non è creare dipendenza, ma sostenere l’autosufficienza. Questo obiettivo implica anche quella che di solito chiamiamo sovranità alimentare, il diritto delle persone a plasmare il proprio modello produttivo in base alla propria identità”.
L’importanza della sovranità alimentare
In seguito, Giorgia Meloni ha spiegato il significato della “sovranità alimentare”, che vuol dire “non accettare la standardizzazione della produzione alimentare , che abbassa la qualità e concentra la ricchezza, ma investire nella promozione di prodotti locali di alta qualità”, per poi ricordare che “i piccoli e medi agricoltori e le loro famiglie sono la spina dorsale dei sistemi agricoli e ambientali. Sono i principali custodi del territorio e devono essere garantiti i mezzi per vivere dignitosamente e con un giusto riconoscimento del loro lavoro”. Per questo motivo l’Italia è pronta ad impegnarsi “con la sua rete di istituzioni, imprese e consorzi di tutela”, promuovendo “l’esportazione delle indicazioni geografiche africane verso i mercati europei e globali, costruendo reti di promozione e distribuzione”.
Il premier ha poi citato uno dei più importanti personaggi della storia romana, a proposito della centralità dell’agricoltura per la costruzione di una civiltà sana. “Cicerone, uno dei più importanti filosofi dell’antica Roma, affermò che ‘di tutte le arti da cui si trae profitto, nessuna è migliore dell’agricoltura, nessuna più redditizia, nessuna più dolce, nessuna più degna di un uomo, e di un uomo libero’. Migliaia di anni dopo, questo insegnamento è ancora valido e ci indica la via da seguire”. In conclusione, “il cibo è un diritto, un’espressione culturale, il pilastro dell’identità e della sovranità di una nazione. Ma è anche il primo passo per essere veramente liberi, indipendenti e padroni del nostro destino”.