
Dal pulpito dell'odio
Sia espulso: dalle parlamentari di FdI tolleranza zero sull’imam di Venezia che insulta Meloni e disprezza le donne. E la sinistra tace
Fratelli d'Italia porta il caso in Parlamento, presentando un'interrogazione al ministro Piantedosi per l'espulsione della guida spirituale della comunità bengalese di Venezia, alla ribalta dei disonori della cronaca per una serie di esternazioni virulente contro la premier e il partito di cui è alla guida, il governo italiano, i valori occidentali. E tutto nel segno della retorica fondamentalista...
Il vergognoso caso dell’imam di Venezia finisce in Parlamento: nei suoi “sermoni” insulti a Meloni, attacchi al governo, disprezzo per le donne. Il caso mediatico esploso con le denunce de Il Tempo e Libero deflagra ora in Parlamento dove Fratelli d’Italia ha chiesto formalmente al ministro Piantedosi l’espulsione dell’imam Arif Mahmud, guida spirituale della comunità bengalese di Venezia, salito alla ribalta dei disonori della cronaca per una serie di esternazioni virulente contro le donne italiane, i valori occidentali, la premier Meloni e lo stesso partito di cui è leader.
Il vergognoso caso dell’imam di Venezia: FdI porta il caso in Parlamento
Il predicatore che semina odio in sermoni, dichiarazioni pubbliche e post social, dispensava le sue pillole di veemenza accusatoria prodromiche a colpire e offendere il Paese che lo ospita, i suoi valori e le sue istituzioni, in un ex supermercato di Via Piave a Venezia Mestre, trasformato abusivamente in moschea. Fino a quando, nell’aprile del 2025, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso con la richiesta per mantenerla aperta, rigettando l’istanza con la motivazione giuridica della destinazione d’uso di quei locali. Ossia, obiettando alle argomentazioni del ricordo la motivazione secondo cui un edificio commerciale non può diventare alla bisogna un luogo di culto. Eppure, malgrado il provvedimento, secondo quanto riportato da Il Tempo, l’imam continuerebbe a svolgere attività religiosa “militante” in quel posto.
I suoi sermoni tra odio, misoginia, e integralismo islamico
Ma non è solo una questione di luogo di culto che, nonostante i divieti e il parere definitivo del Consiglio di Stato, continua ad essere impropriamente utilizzato come luogo di raduno e di preghiera: la temperatura dello scontro e dell’indignazione, riguarda infatti anche – se non soprattutto – il contenuto e la forma con cui l’imam di Venezia costruisce e declama le sue prediche al vetriolo. Punteggiando ossessivamente sermoni e richiami socio-religiosi con frasi scioccanti e attacchi sanguinosi indirizzati alle donne italiane, bersaglio privilegiato dell’imam. Donne che accusa di «essere causa della rovina morale», e invitate a sottomettersi. («Per loro il partner è solo un recipiente di eiaculazione. Quando serve, lo usano. Se non lui, un altro. Esattamente come si fa con un bagno pubblico: quando ne hai bisogno, cerchi il primo disponibile e ti “liberi”».
Dall’imam di Venezia, prediche contro l’integrazione, minacce velate e retorica fondamentalista
Alle istruzioni per l’uso “corretto” delle più normali convenzioni, come una stretta di mano, rispetto alla quale il professionista dell’odio ideologico declinato al credo islamico, sentenzia: “Spiego agli italiani perché i musulmani non danno la mano alle donne. Non capiscono questa regola dell’Islam per proteggere l’onore”. Passando per la più classica delle minacce ideologiche: “Se questa politica divisiva e carica di odio non viene fermata, l’Europa rischia di tornare nell’oscurità del suo passato”. Per finire con deliranti attacchi al governo di centrodestra: (“Il partito di governo, di stampo post-fascista, mantiene ancora il simbolo della fiamma sulla tomba di Mussolini. È una dichiarazione implicita di rinascita del razzismo) e, in particolare, contro Giorgia Meloni, definita con perifrasi offensive e toni minacciosi. Vergognosi insulti su cui, dall’alto di chi sa quale pulpito, tra le varie, l’imam di Venezia sentenzia: «Le persone sono prive di dolcezza se non ricevono educazione familiare».
L’interrogazione di FdI al ministro Piantedosi
Insomma, ce n’era abbastanza perché Fratelli d’Italia chiedesse formalmente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi l’espulsione immediata dell’imam, colpevole – secondo quanto documentato – di aver più volte offeso l’Italia. I suoi valori. E le sue istituzioni, discettando nelle sue esternazioni pubbliche sull’universo mondo. Un linguaggio che non può essere liquidato come “opinione personale”, ma che – secondo FdI – configura «una propaganda ostile, mirata a destabilizzare la coesione sociale e fomentare il fanatismo».
Sara Kelany all’imam di Venezia: «In Italia si rispettano le leggi italiane»
«All’imam di Venezia, Arif Mahmud, che semina odio contro Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e altri esponenti politici a lui sgraditi, e che vuole spiegare agli italiani perché è giusto rifiutare la stretta di mano alle donne ricordiamo una cosa molto semplice: in Italia si rispettano le leggi italiane, compreso il rispetto delle donne e della parità di genere», dichiara allora in una nota la deputata di FdI, Sara Kelany. Aggiungendo anche: «Coloro che pensano di poter calpestare i nostri valori e i principi del nostro ordinamento politico e giuridico con prediche dai toni violenti devono sapere che non ci lasceremo né intimidire né sottomettere», rimarca la parlamentare di FdI.
Chiosando: «Bene ha fatto il governo nei mesi scorsi ad espellere imam integralisti come Zulfiqar Khan, che dal Pakistan continua ad inneggiare ad Hamas e a propagare odio contro le istituzioni italiane rivolgendosi ai connazionali che vivono nel nostro Paese. Avevamo presentato un’interrogazione sui suoi sermoni integralisti. E abbiamo denunciato anche le frasi inaccettabili del nuovo imam di Bologna. Continueremo a fare lo stesso nei confronti di chiunque minacci i nostri valori costituzionali e la sicurezza dei cittadini con proclami estremisti e radicali».
Ester Mieli: «Intollerabili le frasi su Giorgia Meloni». E ancora: «In Italia le donne si rispettano»
«Sono d’accordo con la deputata Sara Kelany, trovo intollerabili le frasi pronunciate dall’Imam di Venezia, Arif Mahmud, nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia e di altri esponenti politici. In Italia le donne si rispettano, e non accettiamo che siano calpestati valori profondi. Al presidente Giorgia Meloni e agli altri esponenti politici oggetto degli insulti dell’imam, va la mia solidarietà», scrive in una nota la senatrice di Fratelli d’Italia Ester Mieli, responsabile nel partito del dipartimento Pari opportunità e politiche contro ogni forma di discriminazione.