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Roma, gli odiatori di poliziotti fanno fuoco e fiamme: due volanti della Polizia incendiate davanti ai ministeri
Due macchine della polizia sono state incendiate ieri sera a Roma, dalle 22 alle 22.40. Per il momento, non si esclude che l’autore del gesto sia stato lo stesso uomo: la prima volta è accaduto davanti al Ministero della Giustizia, in via Arenula e la seconda volta davanti al commissariato Viminale in via Farini, nel quartiere Esquilino di Roma. Nel secondo caso, le telecamere hanno ripreso l’individuo che ha tentato di dare alle fiamme l’automobile. A quanto pare, il presunto responsabile del gesto non ha badato più di tanto al riconoscimento della videosorveglianza: secondo Roma today si tratterebbe di un uomo di carnagione bianca con il volto scoperto, che però indossava un cappellino con la visiera sulla testa. Inoltre, lo stesso individuo sarebbe stato ripreso mentre incendiava sterpaglie e rifiuti vari sulla rampa dell’ingresso disabili di via Bachelet, nei pressi della sede del Consiglio superiore della magistratura(Csm), stavolta senza provocare alcun danno.
L’uomo, che si aggirava nei pressi del commissariato, si è prima accucciato vicino alla volante e poi ha versato il liquido infiammabile sotto la vettura. In seguito, ha usato un accendino o un accendigas per appiccare il fuoco. Sul posto è stata ritrovata la bottiglietta di plastica che conteneva il fluido combustibile. A causa delle fiamme, la targa e la parte posteriore dell’automobile sono state bruciate, ma gli agenti sono riusciti spegnere le fiamme in tempo. Attualmente, le indagini sono in corso per accertare le dinamiche e l’identità del responsabile.
Bruciate due volanti della polizia a Roma: non si tratterebbe di un semplice atto vandalico
“Non si tratta soltanto di un atto vandalico, ma di un gesto deliberato e simbolico contro la presenza dello Stato e contro chi ogni giorno, con dedizione e sacrificio, assicura legalità e sicurezza nelle nostre città, indipendentemente dal risultato delle indagini. Un’azione che assume un valore ancora più grave per il luogo in cui è stata compiuta: un commissariato di Polizia, presidio di legalità e riferimento istituzionale per la comunità”. Queste le parole di Enzo Letizia, segretario dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, che ha espresso “la più ferma condanna per l’incendio doloso che, nella serata di ieri, ha colpito una volante della Polizia di Stato parcheggiata davanti al Commissariato Viminale, nel cuore di Roma”.
“In un contesto urbano già segnato da tensioni sociali e da fenomeni di microcriminalità, episodi come questo rappresentano un allarme che non può essere sottovalutato”, ha ribadito il funzionario, per poi aggiungere che “serve una risposta ferma e coesa: dalle istituzioni, con misure concrete di rafforzamento, e dalla politica, con un chiaro segnale di sostegno e vicinanza a chi indossa ogni giorno una divisa“. E ancora, “nel rinnovare la solidarietà a tutti i colleghi in servizio al Commissariato Viminale, l’Associazione ribadisce il proprio impegno nel richiedere con forza più risorse, più mezzi e più tutele per le donne e gli uomini della Polizia di Stato, affinché nessuno si senta lasciato solo nel difendere i valori democratici della nostra Repubblica”.
Un attacco allo stato?
“L’incendio dell’auto della Polizia davanti al commissariato Viminale è un atto grave che colpisce direttamente chi ogni giorno rappresenta lo Stato e tutela la sicurezza dei cittadini”. L’ha spiegato il segretario del Coisp (sindacato di Polizia) Domenico Pianese all’Adnkronos, sottolineando che “ormai troppo spesso, chi ritiene di avere una ragione da far valere, sceglie di sfogare la propria rabbia contro le forze dell’ordine, considerate il volto più visibile dello Stato”. Si tratta quindi di “una distorsione pericolosa che nasce anche da un clima culturale sempre più tollerante verso atteggiamenti di delegittimazione e ostilità nei confronti delle divise. Esprimiamo piena solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadiamo che non può esserci alcuna giustificazione per simili episodi”.
Poi Chianese ha rivolto una critica verso chi negli enti nazionali non si premura delle tensioni che imperversano nelle strade e dell’ostilità contro le forze dell’ordine: “Fa riflettere, inoltre, che alcune cariche istituzionali, che dovrebbero essere garanti dell’equilibrio democratico, in più di un’occasione abbiano adottato toni ambigui, se non addirittura indulgenti, verso chi alimenta questo clima d’odio”. In conclusione, “è tempo che le istituzioni, tutte, dimostrino con chiarezza da che parte stanno: o si è al fianco di chi ogni giorno rischia la vita per garantire legalità e sicurezza, o si finisce per spalleggiare chi semina sfiducia e caos”.