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Matteo Ricci si consegna al “tribunale” M5S. Schlein parla dopo tre giorni

La solitudine dei numeri dem

Ricci si consegna al tribunale M5S: «Ho mandato le carte a Conte». E Schlein ritrova la favella

La segretaria dem parla dell'indagine a carico dell'ex sindaco di Pesare dopo tre giorni dall'esplosione del caso: «Resta il nostro candidato». Ma "nostro" di chi?

Politica - di Sveva Ferri - 25 Luglio 2025 alle 15:29

Il terzo giorno infine Elly Schlein parlò. Di Matteo Ricci, per confermare che «è assolutamente il nostro candidato» a governatore delle Marche. «Come abbiamo detto il Pd è al fianco di Ricci, è e rimane il nostro candidato», ha detto la Schlein che finora era rimasta personalmente silente. Ma “nostro” di chi? Matteo Ricci era partito come candidato del campo largo, ma ora è per il M5S non lo è più “assolutamente”: lo è sub iudice. Mentre è indagato dalla Procura per l’inchiesta sulla “affidopoli” di Pesaro, è finito direttamente sotto processo da parte dei pentastellati, ai quali – ha fatto sapere – ha illustrato la sua difesa e inviato anche le carte giudiziarie perché potessero giudicarle. E, mentre continua a proclamarsi innocente, resta in attesa della sentenza.

Matteo Ricci si consegna al tribunale M5S: «Ho inviato le carte a Conte»

«Sto interloquendo anche M5S, ho inviato le carte sia a Schlein che Conte. Spero che i 5 Stelle capiscano le mie ragioni e si possa andare avanti», ha detto nella serata di ieri, ospite di In Onda. «Io ho spiegato tutto, quel che sto dicendo a voi l’ho detto prima a Conte», ha ribadito in un’intervista a Repubblica di oggi, rivendicando che «l’onestà e la trasparenza sono i miei valori, esattamente come lo sono dei Cinque stelle».

In attesa di sentenza da parte dei pentastellati

In casa pentastellata, però, non sembrano avere la stessa certezza granitica, tant’è che hanno cancellato gli eventi elettorali programmati, in attesa di deliberare. Devono «comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali. Condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori», ha detto Giuseppe Conte subito dopo la divulgazione della notizia sull’avviso di garanzia, e hanno ripetuto i pentastellati in questi giorni.

Conte riunisce i suoi: «Decideremo dopo l’interrogatorio»

Secondo quanto trapelato, oggi Conte ha convocato una riunione con la vicepresidente vicaria del M5S Paola Taverna, il coordinatore regionale delle Marche, Giorgio Fede, e i vari responsabili del territorio, durante la quale avrebbe ribadito la necessità di prendersi il tempo per decidere se continuare a sostenere la candidatura di Matteo Ricci dopo l’avviso di garanzia, arrivato il 22 luglio. «È importante attendere la conclusione degli interrogatori dei prossimi 30-31 luglio da parte della Procura», avrebbe detto Conte, scoprendosi garantista: «Un avviso di garanzia non è una condanna» e il M5S deve essere in grado di «discernere caso per caso». L’ex premier avrebbe poi chiesto ai suoi di avviare un confronto sui territori per «conoscerne le sensibilità». Condizione utile ai fini della decisione, che comunque si prenderà a Roma. La camera di consiglio, dunque, è ancora riunita.

Giudizio sospeso in casa Avs

Non è la sola. Sebbene con modalità meno inquisitorie, anche Avs si è messa in stand-by: l’evento elettorale con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che si sarebbe dovuto tenere oggi, dopo la notizia dell’indagine è stato spostato al primo agosto. Il 30 Ricci sarà sentito in procura. Non risulta in corso da parte di Avs un processo politico con carte e arringhe difensive, ma certamente l’impressione è che anche qui ci sia un’attesa di giudizio.

Ma Elly ci spera: «Lavoriamo per alleanze vincenti»

«Su Ricci si è raccolta una coalizione larga e plurale e ci auguriamo che il sostegno a Ricci venga ribadito, e al più presto», ha detto Stefano Bonaccini a L’Aria che Tira su La7, aggiungendo che «con il Movimento 5 Stelle noi ci siamo coalizzati in tantissimi comuni italiani e regioni e questo ha permesso di vincere, in alcuni casi stravincere. Anche alle prossime regionali ci sarà un’alleanza larga». Un ottimismo ostentato anche da Schlein: «L’alternativa c’è già ed è possibile. Stiamo lavorando per costruire alleanze vincenti in tutte e sei le regioni in cui si vota. Sono fiduciosa, lavoriamo in questa direzione, vogliamo sconfiggere la destra e ci stiamo attrezzando». Insomma, anche il Pd resta in attesa della sentenza M5S. Non senza ripercussioni interne anche su questo fronte.

Il consueto controcanto di Picierno: «Un’alleanza non si costruisce sulla graticola di un presunto moralismo»

Mentre Schlein e lo stato maggiore del Nazareno si sperticano in toni concilianti, infatti, arriva il consueto controcanto di Pina Picierno. «Da “avvocato del popolo” a capo del tribunale del popolo: Conte pretende di “leggere le carte” sull’inchiesta che coinvolge Matteo Ricci e poi di emettere la sua personale sentenza. Il giustizialismo a corrente alternata del M5S, che difese Appendino da una condanna, ora si abbatte su un amministratore specchiato e stimato come Ricci», ha scritto sui social l’eurodeputata dem. «Un’alleanza non si costruisce sulla graticola di un presunto moralismo, e nemmeno su una presunta superiorità morale che non esiste, e proprio a nessuno è consentito di autonominarsi giudice e censore. Serietà, per favore: gli amministratori e i candidati del Partito democratico meritano rispetto!», ha concluso Picierno, ormai sempre di più lanciata come anti-Schlein.

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di Sveva Ferri - 25 Luglio 2025