
Il vero volto di Mosca
Pioggia di fuoco su Kiev: tra i morti anche un bambino di sei anni. Zelensky: «È una risposta russa alla nostra volontà di pace»
Il presidente ucraino chiede ai partner occidentali di «confiscare i beni russi, non semplicemente congelarli» e di lavorare per «un cambiamento di regime in Russia». Oggi in Parlamento il voto per le modifiche alla legge anti-corruzione
Dall’est all’ovest, l’Ucraina si è svegliata sotto un cielo che non promette tregua. Nella notte tra mercoledì e giovedì, la Russia ha sferrato uno degli attacchi più massicci dall’inizio dell’invasione: otto missili da crociera Iskander-K e 309 droni hanno colpito il territorio ucraino. L’Aeronautica di Kiev, in un comunicato su Telegram, ha dichiarato di aver abbattuto almeno tre dei razzi e 291 dei famigerati Shahed partiti. I danni, tuttavia, restano pesanti.
Missili e droni kamikaze colpiscono Kiev: tra le vittime un bambino di sei anni
Ad essere centrato è stato un edificio residenziale nella Capitale. Venti droni kamikaze hanno colpito dodici località, mentre i detriti sono piovuti su diciannove quartieri di Kiev. Le vittime accertate sono sei, tra cui un bambino di sei anni. Decine i feriti.
«Stiamo facendo tutto il possibile per attuare pienamente tutti gli accordi per la protezione del nostro popolo, allo scopo di salvare vite umane. Al momento, le mie condoglianze a tutte le loro famiglie e ai loro cari», ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
«Fin dalle prime ore della notte, i nostri soccorritori, vigili del fuoco, medici e tutti i servizi di emergenza necessari sono al lavoro sui siti degli attacchi russi– ha aggiunto – Le regioni di Dnipro, Poltava, Sumy, Mykolaiv sono state colpite». Eppure, era «la Capitale è stata l’obiettivo principale».
Zelensky ha definito l’attacco «una risposta alla nostra volontà di pace, condivisa con America ed Europa». E conclude con amarezza: «Nuove, spettacolari uccisioni. Ecco perché la pace senza la forza è impossibile». Costringere Putin a sedersi a un vero tavolo negoziale resta un’ardua impresa: «Tutti gli strumenti necessari sono nelle mani dei nostri partner. Contiamo affinché questo obiettivo venga raggiunto».
Mosca avanza nel Donbass e rivendica la caduta di Chasiv Yar
Nel frattempo, il Cremlino rivendica un’altra conquista nel Donbass. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che le sue truppe hanno preso Chasiv Yar, cittadina fortificata nella regione di Donetsk e da mesi al centro dei combattimenti.
«È stata liberata», si legge nella nota ufficiale di Mosca. Se confermata, l’avanzata aprirebbe la strada verso Kostiantynivka, Sloviansk e Kramatorsk, roccaforti ancora in mano ucraina.
Lo Stato maggiore di Kiev conferma gli scontri in corso. Secondo il sito DeepState, specializzato in mappe open source, le forze ucraine sarebbero ancora presenti nella parte occidentale della città. Ma le immagini satellitari raccontano un altro dramma: Chasiv Yar è ormai un ammasso di rovine. Prima della guerra, contava oltre 12.000 abitanti. Ora, solo silenzio e calcinacci.
Trump fissa l’ultimatum. Mosca rilancia
Donald Trump ha dato a Mosca dieci giorni per compiere passi concreti verso la fine della guerra, pena nuove sanzioni. Ma il Cremlino non sembra impressionato. «Abbiamo già acquisito una certa immunità al riguardo», ha dichiarato il portavoce Dmitri Peskov. «L’economia russa funziona con successo nonostante le sanzioni occidentali».
Da Kiev, Zelensky incalza la comunità internazionale a lavorare per «un cambiamento di regime in Russia». Poi l’affondo: «Confiscare i beni russi, e non semplicemente congelarli».
Kiev e la battaglia interna sulle riforme anticorruzione
Zelensky intanto sta fronteggiando anche la questione delle leggi anti-corruzione. Il Parlamento ucraino è impegnato a votare una modifica alla legge che ha indebolito Nabu e Sapo, le due agenzie indipendenti e che è stata fortemente contestata tanto dagli ucraini quanto da Bruxelles.
«Modificheremo la legge», promette il ministro degli Esteri Andriy Sybiga. «Secondo le mie stime, siamo tra i 220 e i 230 sì assicurati», ha confidato al Corriere un deputato di Servitore del popolo, il partito del presidente, chiedendo l’anonimato. Si tratta di una partita complessa, nella quale, secondo alcune fonti, vi sarebbero anche 24 deputati indagati proprio dalle due agenzie. «È molto importante aver ascoltato e risposto in modo adeguato», ha detto qualche giorno fa Zelensky, commentando le proteste di piazza.