
Gualtieri campione di gaffe
Periferie, Nicola Franco: “Un sindaco è come un padre. Aiuta i figli più fragili, non dice che fanno schifo”
Il presidente del Municipio 6 Le Torri: quella frase del primo cittadino è un'offesa ma anche un'ammissione di fallimento, visto che governa da 4 anni e la sua parte politica ha amministrato Roma per decenni
Tra una video-call e un sopralluogo trova il tempo per una chiacchierata telefonica. Nicola Franco, presidente del Municipio 6 Le Torri, unico di centrodestra della Capitale, non è tipo da scorciatoie. Presidente operaio, sempre sul pezzo, va dritto allo scopo. “Gualtieri ha detto che “le periferie fanno schifo?’ certo che ne voglio parlare”.
Che ne pensa dell’ultima performance del sindaco di Roma? Sorride. “Intanto direi che un sindaco è come un padre di famiglia. Se ha più figli non può parlare male di uno, anche se è più fragile degli altri. Una frase davvero infelice. Se ci sono figli più bravi devi portare gli altri allo stesso livello, non dire che fanno schifo. E poi dopo 4 anni che governa la città, e con la responsabilità della sua parte politica che ha amministrato la Capitale per decenni, è un’implicita ammissione di fallimento”.
In effetti, se si esclude la giunta Alemanno, Roma ha conosciuto solo amministrazioni di sinistra
Da Vetere, Argan in giù fino a Rutelli, Veltroni, Marino. Se le periferie stanno così è responsabilità di quelle scelte che hanno concentrato tutte le criticità in un quadrante creando quartieri ghetto fuori dal centro storico. Nel sesto municipio abbiamo il 50% di edilizia residenziale pubblica di tutta la Capitale. Gualtieri dovrebbe vergognarsi di quello che ha detto.
Poi c’è il governo nazionale
Il Pd, di cui Gualtieri è espressione, è stato al governo per oltre dieci anni dal 2011, con Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte. Cosa è stato fatto per portare sicurezza nelle periferie? Niente. Oggi è solo grazie al ministro Piantedosi se possiamo parlare di sicurezza, è grazie al prefetto e al questore se questo territorio è attenzionato come non mai in passato.
Una frase infelice, un’offesa anche per i residenti, dicono dal centrodestra che è stato accusato dal Pd di aver frainteso
Ma certo. Ripeto un padre di famiglia aiuta il figlio più fragile. Quando sono stato eletto alla presidenza del municipio ho ereditato una situazione difficile, se non drammatica. Parlo di un territorio con quartieri residenziali e popolari con esigenze e realtà diversissime. Ma non mi sono mai permesso di fare differenze, non mai detto – ci mancherebbe – che Tor Bella Monaca fa schifo. Semmai ho impresso l’impegno maggiore nelle aree critiche. Tutti i nostri sforzi sono stati indirizzati verso le zone che hanno più difficoltà, come il versante Collatino-Prenestino dove stiamo portando opportunità di riqualificazione e rigenerazione sociale.
Di cosa parliamo?
Il riscatto sociale delle periferie deve essere accompagnato dalla riqualificazione urbanistica, parlo di opere pubbliche, piazze, giardini con progetti sociali adeguati. In collaborazione con la Regione Lazio pochi giorni fa abbiamo inaugurato la “Casa della comunità” per servizi socio-assistenziali. Si può fare. E lo dico da presidente del municipio più povero di Roma. Servizi ma anche cultura. Abbiamo inventato un’Estate romana itinerante, con eventi di musica, spettacolo, cabaret nei fine settimana, anche a 20 km dal Raccordo anulare dove prima l’Estate romana era out. Il municipio è un ente di prossimità e deve svolgere questo ruolo a 360 gradi. Mai più derby centro-periferie.
Tanti record negativi, tanto lavoro, ma anche numeri incoraggianti…
Sul nostro territorio abbiamo la città universitaria di Tor Vergata e ben 14 centri di ricerca, tra cui Asi, Cnr, Ena. Li abbiamo messi “in rete” e coinvolti nel grande progetto nella “Città della Conoscenza”. Che porterà sviluppo, eccellenze, servizi ma anche 20mila nuovi posti di lavoro.
Come si comporta l’amministrazione capitolina a guida Pd con l’unico municipio guidato dal centrodestra della Capitale?
Con il sindaco e buona parte della giunta, per fortuna, prevale il senso istituzionale sulle appartenenze di partito. Nnon è lo stesso con l’Aula Giulio Cesare. In più occasioni il Consiglio comunale ha intralciato o rallentato le nostre richieste.
Un esempio concreto?
Il capitolo che riguarda la stazione dei carabinieri di San Vittorino con la sede inagibile e lo sfratto. Il municipio aveva individuato dei locali da dare in comodato d’uso gratuito ai carabinieri. Il regolamento comunale prevede che deve essere il Comune ad approvare la delibera municipale. Sono passati 90 giorni e in Aula il provvedimento non è ancora arrivato. È stato calendarizzato una volta, ma non c’era il numero legale. Stiamo ancora aspettando. E dire che Gualtieri è stato veloce a firmare la delibera. Il problema è la sua stessa maggioranza che boicottando il sesto municipio finisce per boicottare il sindaco.
La caserma dei carabinieri nel municipio con la piazza di spaccio più grande d’Europa non è proprio un optional
È fondamentale, è strategico. Nel nostro municipio, purtroppo, operano 14 clan mafiosi. Grazie alla prefettura, al governo Meloni, al ministro dell’Interno, abbiamo aggredito il malcostume e la criminalità con la mission impossibile di ripristinare la legalita. E la situazione sta finalmente cambiando. Abbiamo raddoppiato i presidi di carabinieri e polizia e aumentato gli uomini, oltre 100 agenti in più. I risultati cominciano a vedersi grazie anche a una nuova cultura delle regole che non piace alle opposizione come dimostra l’odio ideologico che nutrono per le divise.
Insomma esiste una ricetta per le periferie. Forse Gualtieri dovrebbe fare un salto da voi…
Il segreto è dare opportunità, soprattutto oggi che, con la desertificazione del centro, le periferie sono il cuore vero, pulsante, della città. La prima cosa è cambiare mentalità, la periferia deve essere opportunità, servono più risorse e progetti per fare delle periferie tanti centri satellite.
Il centrodestra è pronto per l’anti-Gualtieri?
Spero che non commetteremo, come in passato, l’errore di arrivare 40 giorni prima. Dobbiamo partire subito. Per evitare che Gualtieri faccia tutto da solo. Fiinora ha fallito, ha avuto opportunità straordinarie, Pnrr, fondi del Giubileo e poteri speciali conferitigli dal governo nazionale. Eppure si è limitato a gestire – male – l’ordinario. Non ha lasciato un segno, una traccia. Il centrodestra ha tutte le potenzialità per cambiare verso alla città, ma serve un candidato forte, che sappia parlare con le realtà territoriali e le categorie, là dove il centrosinistra ha fallito.
Ha in mente un nome? Politico o società civile?
Non faccio nomi. Ma so quello che serve: un politico di grande esperienza, che conosca bene Roma, che abbia una visione generale a 360 gradi, non solo amministrativa.