
Social di odio
“Peccato che sei guarita dal tumore, eri meglio calva…”. Squallidi “haters” contro la giornalista Sabrina Scampini
Sabrina Scampini, giornalista Mediaset di Quarto Grado, ha denunciato pubblicamente un hater sui social. Il commento offensivo, scritto da Alessandra Allegra Pomo, recita: ”Eh, ha avuto un brutto tumore. Poi purtroppo è guarita”. Ed ancora: “Peccato, era meglio calva…”. La Scampini ha deciso di non restare in silenzio: ha screenshottato il messaggio e lo ha condiviso sul proprio profilo. La giornalista, che in passato ha avuto un tumore, scrive: ”I commenti odiosi normalmente li ignoro, altrimenti non potrei fare questo lavoro”, ha scritto su Instagram. ”Però ci sono volte in cui esagerano e allora mi arrabbio”. Scampini annuncia quindi azioni legali: ”Ora denuncio la signora e spero che abbia un amico – come direbbe qualcuno – che le tolga i social e le faccia capire che persona miserabile ritrova allo specchio. Se non ha nessuno, glielo spiegheranno in tribunale”. Poi aggiunge: ”Io me ne frego degli insulti, però ho anche una famiglia che non si capacita della miseria umana”, sottolineando quanto l’odio in rete possa colpire anche chi le sta vicino. E lancia un monito importante: ”Ci sono altre persone che, attaccate, possono stare male ricevendo inviti alla morte e alla malattia, e questo non va bene”.
Infine, una riflessione dura ma lucida sull’uso dei social: ”Lo dico sempre: c’è troppa democrazia. I social non andrebbero lasciati a tutti. Di sicuro non alla gentile signora”. Tantissimi i commenti di solidarietà alla giornalista. Un utente scrive: “Fai benissimo. Bisognerebbe accedere ai social con un documento di identità obbligatorio”. Un altro: “Che schifo, che miseria umana”. Mentre c’è chi punta il dito contro l’ignoranza: “Chi è ignorante non sa di esserlo. Avanti Sabrina, forza e coraggio”.
Il tumore di Sabrina Scampini prima degli “haters”
Sabrina Scampini aveva pubblicamente confermato di aver affrontato un tumore. Durante una puntata di Quarto Grado trasmessa il 16 febbraio 2018, la giornalista aveva raccontato di aver scoperto la malattia circa un anno prima attraverso controlli di routine, di essersi sottoposta ad un intervento chirurgico, seguito da cicli di chemioterapia e successivamente radioterapia, di aver completato le terapie “due settimane prima” dell’intervista e di considerarsi guarita, invitando tutte le donne a fare prevenzione anche in assenza di casi familiari. La sua esperienza è stata motivata dall’appello di Nadia Toffa, che l’aveva spinta a condividere il suo percorso e a sostenere l’importanza della diagnosi precoce.