
Francia isolata
Palestina, Macron fa il bullo con Israele, Schlein e Conte esultano dal carro del perdente. E l’Eliseo restò solo
L'ultima macronata è un boomerang per l'Eliseo. Trump risponde picche, gli alleati "volenterosi" di Gran Bretagna e Germania frenano, Palazzo Chigi non apprezza la tempistica. Solo le opposizioni italiane esultano: "Facciamo come la Francia!"
L’ultima macronata rischia l’isolamento definitivo dell’Eliseo. L’annuncio di ieri che la Francia sarà il primo Paese G7 a compiere il grande passo del sì al riconoscimento della Palestina alla prossima assemblea dell’Onu è un boomerang internazionale. Se Donald Trump strattona pubblicamente il presidente Usa, “è bravo ma per fortuna quello che dice non conta” e Israele non gradisce, neppure gli alleati volenterosi seguono il presidente Macron. A partire da Berlino, visto che il portavoce del governo guidato da Friedrich Merz dice chiaramente che per il momento la Germania non intende riconoscere lo Stato di Palestina.
L’ultima macronata isola l’Eliseo
Le stesse perplessità che ha il governo laburista del Regno Unito guidato da Keir Starmer. Anche da Palazzo Chigi non approvano la tempistica. Riconoscimento dello Stato palestinese? Prima il rilascio di tutti gli ostaggi e lo scioglimento del gruppo terrorista islamico di Hamas. Insomma, per il momento è prematuro e dannoso. Solo le sinistre italiane esultano per il passo in avanti fatale dell’Eliseo, in chiave anti-Meloni, of course. “Facciamo come la Francia!”. Fa da apripista Giuseppe Conte. “E l’Italia?”, chiede il leader 5Stelle ossessionato dal governo che “amico dei sionisti”. Elly Schlein non è da meno e si accoda, come sempre ai fratelli-coltelli. “Voglio manifestare apprezzamento perché anche la Francia ha deciso di riconoscere la Palestina, dobbiamo ottenere che anche il governo italiano lo faccia”.
Solo le sinistre italiane esultano: “Facciamo come la Francia”
Non poteva restare zitto Angelo Bonelli che in fatto di vicinanza alla Palestina è il numero no. “È una buona notizia il riconoscimento da parte della Francia dello Stato di Palestina, è una brutta notizia che il governo italiano non faccia lo stesso”. Al comando scatta il racconto, copia e incolla, delle opposizioni. Anche Riccardo Magi è della partita: “Giorgia Meloni dovrebbe seguire Macron”. Ancora una volta le sinistre scelgono, con raro senso del ridicolo, il carro del perdente. Pur di attaccare Palazzo Chigi va bene sposare anche l’ultima macronata. Si sfila, anche stavolta, Carlo Calenda, che chiede invece alla «comunità internazionale», e dunque a un’azione concertata dei governi, e non solo a quello di Roma, di riconoscere lo Stato palestinese.
Il no del governo Meloni sulla tempistica
Il governo Meloni tiene il timone a dritta e lascia capire che la Palestina come Stato va bene ma a patto che lo stesso accada per Israele nella logica dei “Due popoli, due Stati”. Il ministro Antonio Tajani affronta l’argomento aprendo i lavori del consiglio nazionale di Forza Italia: “Il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele”. A differenza della sinistra, taglia corto il capo della diplomazia italiana, “a noi interessa la pace, non la vittoria di uno sull’altro”.