
Messaggio alle toghe
Nordio: “La nostra antimafia è la migliore del mondo. La riforma fa paura ma a ogni attacco cresce l’adrenalina”
Dal palco di "Parlate di mafia" il Guardasigilli auspica un confronto pacato con la magistratura in vista del referendum: "Ci saranno aggressioni di vario tipo, ma non abbiamo paura"
È l’ospite d’onore a Parlate di mafia, l’evento promosso dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia alla vigilia dell’anniversario della strage di via D’Amelio giunto alla quarta edizione. Con il suo fare felpato e l’oratoria forbita che lo contraddistingue il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ha deluso le aspettative, con la consueta scia di levate di scudi delle sinistre ululanti.
Nordio: la nostra antimafia è la migliore del mondo
“La nostra antimafia è la migliore del mondo. È dimostrato che c’è stata una processione al ministero per imparare dall’Italia il sistema per combattere la mafia. Se vero che abbiamo esportato la mafia, è vero anche che qui è nato il primo concetto di lotta alla mafia in modo uniforme. Questa richiesta di collaborazione – dice il Guardasigilli – è la dimostrazione che siamo all’avanguardia”.
La riforma libererà la magistratura dalle correnti
Poi i riflettori si accendono inevitabilmente sul dossier riforma. Che – promette Nordio – sarà la liberazione della magistratura dal vincolo delle correnti. “Sarà una vera riforma, fa paura ma state certi che la faremo. All’inizio nessuno credeva in questa riforma perché tutte le volte che si era cercato di farla c’era stato un niet della magistratura. E la politica ha sempre ceduto perché aveva paura. Noi non abbiamo paura”. Parole nette e ultimative.
Ci saranno aggressioni di vario tipo ma andremo avanti
“Sappiamo – aggiunge il ministro davanti alla platea di Parlate di mafia – che ci saranno aggressioni di vario tipo, alcune in linea con la democrazia ossia in Parlamento, altre meno quando la stampa altera alcune ricostruzioni e poi ne avremo anche delle altre. Ai miei amici scherzosamente ho detto: non c’è niente da fare ogni aggressione in più, è un pizzico di adrenalina che aumenta”.
Referendum, il ministro auspica toni pacati
Nessuna paura del referendum sulla riforma costituzionale della magistratura. Nordio auspica un dibattito pacato per evitare di andare a uno scontro, dove non ci sarebbero né vinti né vincitori. “Se anche vincessimo noi, ne rimarrebbe umiliata la magistratura e ciò non andrebbe bene. Io auspico che anche da parte della magistratura e dell’opposizione si arrivi a tutte le possibili argomentazioni. Ma senza contrapposizione politica, senza aut aut o ultimatum al governo”.
Si punta al dialogo con l’Anm che finora è mancato
Il messaggio del ministro della Giustizia è chiaro: la magistratura deve assumersi la responsabilità di arrivare al referendum senza toni di guerra. “Noi speriamo di arrivare con un dialogo anche con l’Anm, che al momento non si è dimostrata dialogante perché ha posto un niet su tutta la riforma”. Nordio punta ad arrivare alla urne spiegando agli italiani che non è un referendum contro la magistratura o a favore di Meloni e del governo. Ma una riforma “per adattare il nostro sistema costituzionale al nostro sistema giudiziario. La separazione delle carriere esiste in tutti i paesi in cui c’è il processo accusatorio”.
Un magistrato in servizio non può censurare il ministro
Poi affila le armi. “L’altro giorno – racconta Nordio – c’è stato su un giornale un intervento di un magistrato in servizio che si è permesso di indicare tutti gli errori del ministro sul caso Almasri. Posso aver fatto mille errori, ma che un magistrato in servizio si permetta di censurare su un giornale, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri. Potrebbe essere oggetto di valutazione, ma sappiamo che tutti i precedenti sono finiti nella giurisdizione domestica della sezione disciplinare del Csm. Che è composta da persone elette da quelle che devono essere giudicate. Per questo la riforma tende a scardinare questo sistema”. A proposito, quando riferirà in Aula sul caso Almasri? chiedono i giornalisti all’uscita. “Quando sarà il momento”.