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Non solo Mancini per Acquaroli, anche Calenda molla Ricci. E il Pd riscopre la favola della volpe e l’uva

Marche verso il voto

Non solo Mancini per Acquaroli, anche Calenda molla Ricci. E il Pd riscopre la favola della volpe e l’uva

Politica - di Valter Delle Donne - 2 Luglio 2025 alle 22:48

Dopo Roberto Mancini ci mancava solo l’addio di Carlo Calenda a Ricci per far sprofondare il centrosinistra nelle Marche in pieno psicodramma. Non bastava l’annuncio dell’ex ct azzurro, è arrivato in queste ore l’uno-due da kappaò: il leader di Azione che si chiama fuori dal campo largo e dalla contesa per le Regionali. Calenda in effetti l’ha posta in maniera più soft. Ha usato un “nè con Acquaroli” e “nè con Ricci”, che pareva un altro senatore, quello di “Roma Ladrona”, quando giurava “no Roma Polo”, “no Roma Ulivo”. Un’equidistanza che ha raggelato il sangue agli inquilini del Nazareno perché sappiamo tutti con chi hanno governato Bossi e la Lega per tutti gli anni a venire.

Dall’equidistanza al placet al direttivo regionale di schierarsi anche con Acquaroli, è stato un lampo. Risultato? Il direttivo regionale di Azione Marche guidato da Tommaso Fagioli (con 13 voti a favore e un astenuto) si è espresso in favore del governatore uscente. E, visto che la maggioranza del direttivo è praticamente certa di candidarsi, il due più due è presto calcolato. Molti esponenti di Azione Marche parteciperanno alla tornata elettorale attraverso qualche lista civica: in supporto di chi? Praticamente quasi tutti con Acquaroli e il centrodestra.

Calenda porta pochi voti, Mancini nelle Marche è antipatico…

In pratica, al di là del pilatesco, “Azione non parteciperà alle prossime elezioni regionali nelle Marche in programma il prossimo autunno” di Calenda, la maggioranza del partito si butterà a destra. Un’altra tranvata per Matteo Ricci e il centrosinistra, che ancora non avevano digerito la pubblica presa di posizione di Roberto Mancini in favore di Acquaroli. Addirittura, nei confronti dell’ex commissario tecnico della Nazionale azzurra, è partita in queste ore una ridicola campagna di stampa minimizzante. Una sorta di ‘Mancini chi’?

Secondo la nuova narrazione dem, ai marchigiani Mancini starebbe perfino antipatico, quindi farebbe perdere i voti. Prevedibile quindi il prossimo refrain sul partito di Calenda. In fondo, quanti voti potrà portare mai Azione al centrodestra? Un racconto “autoconsolatorio”, che evoca reminiscenze fanciullesche. Una versione 2.0 de “La volpe e l’uva”. Ce l’hanno già raccontata così Fedro e La Fontaine. Aspettiamo impazientemente quella di Ricci. 

 

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di Valter Delle Donne - 2 Luglio 2025