
Governo in prima linea
‘Ndrangheta, arrestato in Colombia Giuseppe Palermo, “capo supremo” del narcotraffico. Colosimo: un risultato straordinario
Catturato a Bogotà mentre usciva da un supermercato. Capo della cosca di Platì è ritenuto il maggiore tessitore di rapporti con il Sudamerica per lo smercio di droga. Piantedosi sottolinea la linea dura dell'esecutivo Meloni contro le mafie
Colpo alla ‘ndrangheta. È stato catturato a Bogotà, in Colombia, Giuseppe Palermo detto ‘Peppe’, ritenuto al vertice del clan di Platì, nel reggino. L’uomo è stato arrestato dalla polizia colombiana grazie a un’operazione internazionale coordinata da Europol e dalle forze di polizia di Italia e Regno Unito nell’ambito del progetto ‘I Can’.
Chi è Giuseppe Palermo
Giuseppe “Peppe” Palermo era ricercato in 196 Paesi. Per gli inquirenti Palermo era il punto di riferimento tra la ‘ndrangheta e il Sudamerica, in particolare la Colombia, nell’importazione di droga. Da sempre l’organizzazione criminale calabrese è ritenuta la principale mafia nei rapporti di scambio criminali con il Sudamerica e la Colombia in particolare. Al punto che la famiglia Mancuso, di Limbadi, era l’interlocutrice privilegiata di Pablo Escobar già negli anni ottanta.
Palermo è stato rintracciato nella capitale colombiana all’uscita di un supermercato e bloccato dagli agenti delle forze speciali armati di fucili automatici.
La lotta alla ‘ndrangheta e la via sudamericana
La ‘ndrangheta ha rapporti consolidati non solo in Colombia ma anche in Perù, Bolivia ed Ecuador. Li acquista la materia prima che poi trasforma successivamente ed immette nei grandi mercati di spaccio che controlla e che riguardano buona parte dell’Europa. Un giro stimato in almeno 150 miliardi di euro. Secondo alcune stime la ‘ndrangheta sarebbe attiva in 42 nazioni con 400 cosche di cui la maggior parte in Calabria.
Piantedosi: “La lotta alla ‘ndrangheta non conosce pause”
“L’Italia dimostra di essere in prima linea nella lotta alle mafie, anche oltre i confini nazionali. Alle donne e agli uomini in divisa che ogni giorno rischiano la loro vita per tutelare la sicurezza di tutti, va il mio grazie”, così il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, ha commentato la notizia dell’arresto di Giuseppe Palermo.
“L’eccellente lavoro della nostra Polizia di Stato, giustamente apprezzata per la indiscussa capacità operativa, ha assicurato alla giustizia Giuseppe Palermo, figura di spicco del narcotraffico legato alla ‘ndrangheta. Un risultato straordinario, ottenuto grazie alla collaborazione tra la Squadra Mobile di Reggio Calabria, il Servizio Centrale Operativo, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia”, ha aggiunto il ministro.
‘L’arresto a Bogotá del boss della ‘ndrangheta Peppe Palermo rappresenta un durissimo colpo ai traffici internazionali di cocaina e conferma ancora una volta l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia italiane e quelle dell’America Latina nel contrasto alla criminalità organizzata transnazionale”, dice il sottosegretario agli interni, Wanda Ferro.
Colosimo: “Impegnati a contrastare il narcotraffico”
“L’operazione internazionale coordinata da Europol, che ha portato all’arresto in Colombia dell’italiano Giuseppe Palermo, considerato il capo della mafia in America Latina,e’ un risultato straordinario nella lotta al narcotraffico. Palermo è considerato l’anello di congiunzione tra la ‘ndrangheta e i cartelli sudamericani che gestiscono il traffico di sostanze stupefacenti verso l’Europa. Un ringraziamento particolare va alla Polizia di Stato che ha collaborato alle indagini e ha permesso di raggiungere questo brillante risultato”. Così Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, di FdI.
“Uno dei prossimi filoni che la Commissione antimafia affronterà – annuncia Colosimo – sarà proprio quello che riguarda il traffico internazionale di cocaina – e le sue rotte – che dal Sudamerica arriva in Europa. Ancora oggi, infatti, nonostante la trasformazione delle mafie, questo fenomeno rappresenta uno delle attività più fiorenti della criminalità organizzata”, conclude Colosimo.