
L'uomo non fu mai indagato
Mostro di Firenze, arriva un’altra svolta: il bambino graziato dall’assassino era figlio di Giovanni Vinci
I fratelli di Vinci furono messi sotto indagine seguendo la pista sarda. Dopo 40 anni dall'ultimo delitto il mistero sugli omicidi compiuti rimane ancora insoluto e pieno di enigmi
La vicenda del Mostro di Firenze non conosce mai fine. E arriva oggi un’altra notizia non banale, che potrebbe cambiare la narrazione di un giallo mai risolto.
Il bambino “salvato” dal Mostro e il Dna
Il Dna riscrive la storia del Mostro di Firenze fin dall’inizio. Natalino, il bambino di sei anni e mezzo che nell’estate del 1968 scampò ai colpi di calibro 22 dell’assassino che uccise sua madre, Barbara Locci, e l’amante Antonio Lo Bianco, e che per i successivi diciassette anni terrorizzerà la Toscana e l’Italia con altri sette duplici omicidi, non era figlio di Stefano Mele, il manovale, marito della vittima, condannato per quel delitto.
Un accertamento genetico disposto dalla procura ha stabilito che il suo padre biologico è Giovanni Vinci, il fratello più grande di Francesco e Salvatore, del cosiddetto clan dei “sardi”.
I fratelli Vinci e Giovanni mai indagato
Giovanni, pur membro di quel ”clan” di sardi che dal 1982 entrerà nel mirino delle indagini – con l’arresto di Francesco prima, e con i sospetti su Salvatore poi -, non è mai stato nell’ambito dell’inchiesta. Una lacuna che oggi, le Pm titolari di un fascicolo riaperto, Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, tenteranno di colmare.
Giovanni è defunto ormai da diversi anni. Tuttavia, alcune domande sorgono spontanee: il killer di Signa sapeva chi fosse il padre di quel bambino? Natalino ha avuto la notifica della procura nei giorni scorsi. E’ rimasto spaesato. “Quest’uomo non l’ho mai neanche conosciuto”.
Perché Natalino fu risparmiato?
Non è mai stato chiarito chi e perché risparmiò il bambino, e anche come Natalino, in quella notte di cui non ricorda nulla, arrivò a una casa distante un paio di km, al buio, in una strada ciottolosa di campagna. Il collegamento tra quel delitto e gli omicidi del Mostro sta nella stessa, identica pistola utilizzata, una Beretta calibro 22, modello 71. L’arma non fu mai ritrovata ma dai proiettili si comprese che era uguale.
Un mistero che continua
Potrebbe essere stato Giovanni Vinci ad uccidere la mamma di Natalino e il suo amante salvando poi quello che si è rivelato essere suo figlio ? E perché la Procura di Firenze, indagando sul clan dei sardi, non lo mise mai sotto indagine? A 40 anni dal suo ultimo delitto il Mostro rimane ancora senza un colpevole certo. Rimane ancora quell’identikit diffuso dalla polizia in base ad alcuni racconti.
Il Mostro non era Pacciani?
Dopo tanti anni emerge sempre più il sospetto che Pietro Pacciani non c’entrasse nulla con quei delitti. Condannato in primo grado, assolto in appello, morto in circostanze non del tutto chiare prima che la Cassazione annullasse l’assoluzione e condannasse “i compagni di merende”, e di fatto anche lui. Pacciani aveva ucciso una donna negli anni 50e aveva violentato le figlie. Ma oltre all’aspetto etico, la sua bassa altezza, le sue malattie e tante altre circostanze rendono quasi impossibile che fosse lui l’assassino. I “compagni di merende” erano in realtà due persone di bassissima intelligenza. E forse pagarono anche per questo.