
A 32 anni dalle bombe
Milano ricorda via Palestro e una strage ancora piena di misteri. La Russa: “Lo Stato non si piegò alla mafia”
Sono le 23 e 14 del 27 luglio 1993 quando un’autobomba colpisce Milano al cuore, nei giardini di Via Palestro, facendo cinque vittime. Altri due ordigni esplodono poche ore dopo a Roma, danneggiando gravemente la Chiesa di San Giorgio al Velabro e la Basilica di San Giovanni in Laterano. Sono i giorni in cui Cosa nostra alza il tiro e si muove fuori dall’isola, lanciando i suoi messaggi contro lo Stato, in particolare contro il 41 bis.
La Russa: “Lo Stato non si piegò davanti al pericolo”
«A 32 anni dalla strage di via Palestro a Milano, rendiamo un deferente omaggio alle vittime e rinnoviamo il comune impegno contro la criminalità organizzata». Così sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Le bombe di quella sera – ricorda – fecero parte di una strategia eversiva ben più ampia, che portò anche agli attentati di via dei Georgofili a Firenze, alla Basilica di San Giovanni in Laterano e alla Chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma e all’uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La mafia voleva intimidire lo Stato, e lo fece colpendo i luoghi della nostra storia, della nostra cultura, dell’identità religiosa, della magistratura. Ma quello stesso Stato non ebbe paura e non si piegò davanti al pericolo», sottolinea. «Oggi come allora – continua il presidente del Senato – istituzioni e cittadini sono chiamati a custodire la memoria di quegli attentati e la convivenza civile, con la stessa responsabilità e la stessa determinazione».
Anche la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha ricordato il 32mo anniversario degli attentati mafiosi a Milano e a Roma del luglio 1993, parlando di «tragiche giornate» a cui «oggi è necessario dedicare un momento di profonda riflessione e memoria» perché «furono un attacco frontale alla Repubblica», sottolinea su X.
La bomba nella notte di Milano e quelle successive a Roma
«Il 27 luglio di quell’anno, una bomba esplose in via Palestro a Milano, causando la morte di cinque persone: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e il cittadino marocchino Driss Moussafir. Solo poche ore dopo, nella notte del 28 luglio, due ordigni devastarono le chiese romane di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro, ferendo numerosi civili e colpendo il cuore simbolico della fede e della cultura italiana. Quegli attentati non furono solo atti criminali, ma un attacco frontale alla Repubblica, ai suoi valori democratici, alla giustizia e alla convivenza civile. Oggi, a distanza di oltre trent’anni, non dimentichiamo le vittime innocenti di quella stagione di violenza mafiosa. Ne onoriamo la memoria – conclude Colosimo – rinnovando il nostro impegno per la verità e la giustizia, senza ambiguità, senza compromessi».
Fontana: “Continua l’impegno nella difesa della legalità”
«A distanza di 32 anni, il ricordo della strage mafiosa di via Palestro continua a interrogarci e a richiamare un impegno collettivo nella difesa della legalità. Alle famiglie delle vittime, ai loro cari, va la mia vicinanza. Un pensiero, in questa giornata, lo rivolgo anche ai Vigili del fuoco e alla polizia locale di Milano, che in quel giorno persero loro coraggiosi colleghi. Se la violenza