
Occhi sull'Africa
Meloni accoglie il presidente dell’Algeria a Villa Pamphilj: intese su economia, sicurezza e Piano Mattei
Una giornata densa di incontri per il capo di Stato algerino Abdelmadjid Tebboune: dalla visita a Mattarella e Tajani, al bilaterale con la premier fino all'incontro interministeriale. "L’Italia è diventata il nostro primo partner commerciale, fiducia politica ai massimi livelli in molti settori vitali"
Villa Doria Pamphilj, residenza storica nel cuore di Roma, ha riacceso oggi i riflettori sui legami con l’Africa ospitando il quinto vertice intergovernativo tra Italia e Algeria. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto il capo di Stato algerino Abdelmadjid Tebboune con tutti gli onori: inni nazionali, strette di mano e foto di rito. Lui, ha voluto ricambiare porgendo un omaggio, un mazzo di fiori, consegnato personalmente alla premier. Cortesia che ha però lasciato subito spazio alla sostanza: la discussione su temi cruciali come energia, agricoltura, sicurezza, contrasto al terrorismo, cooperazione culturale e innovazione.
Il bilaterale con Meloni, poi gli incontri tra delegazioni
In mattinata, Tebboune era anche stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. In queste ore invece, il capo di Stato algerino è impegnato nel colloquio bilaterale con Meloni, cui seguirà una sessione plenaria con le rispettive delegazioni: dieci ministri italiani e sette algerini, accompagnati dal segretario generale del ministero della Difesa di Algeri. Oltre dieci gli accordi intergovernativi sul tavolo, tutti in fase di firma.
Vertice Italia-Algeria: “Fiducia politica ai massimi livelli”
In parallelo al vertice, anche l’incontro con le imprese, dove il capo della diplomazia di Algeri Ahmed Attaf ha dichiarato: «Il Forum imprenditoriale odierno riafferma il grande slancio di amicizia, cooperazione e di buon vicinato fra i nostri Paesi. Uno slancio rinnovato dalla fiducia politica ai massimi livelli in molti settori vitali. Sono promettenti le prospettive del nostro partenariato, tanto da volerlo emulare nei rapporti euromediterranei».
Attaf ha inoltre sottolineato: «L’Italia è diventata il primo partner commerciale dell’Algeria. Il volume degli scambi ha superato i 15 miliardi di dollari nel 2024, sia negli idrocarburi che in altri settori. Adesso ci sono oltre 200 imprese italiane in Algeria che lavorano in molti settori, tre dei quali vitali, complementari e interconnessi: energia, industria e agricoltura».
Riguardo al settore energetico il titolare del dicastero estero ha ribadito l’affidabilità del proprio Paese. L’Algeria, come spiega, copre infatti «il 40% del fabbisogno italiano di gas naturale». E annuncia: «Stiamo sviluppando il corridoio sud dell’idrogeno e l’interconnessione elettrica. Il progetto di assemblaggio Fiat a Orano contribuisce a rafforzare il tasso di integrazione industriale».
Attaf ha fatto un inciso anche sui «progressi importanti nella collaborazione nel settore agricolo, che costituiscono prospettive concrete per un partenariato». L’istituzione del centro Mattei di ricerca agricola: il primo passo che permetterà di cooperare e «sfruttare le risorse naturali in modo efficace e lungimirante».
Tajani: “Il Mediterraneo deve tornare a essere mare di pace”
L’omologo italiano, Antonio Tajani ha messo il focus sull’importanza del partenariato economico: «L’Algeria è un Paese fondamentale, è uno dei nostri primi partner commerciali nell’area del Mediterraneo e in Africa. Dobbiamo continuare a lavorare per rinforzare la nostra presenza sia di internazionalizzazione che di esportazione». E ha precisato: «Continuiamo a insistere sull’obiettivo di 700 miliardi di export per la fine del 2027. Consideriamo l’Algeria un Paese dove le nostre imprese possono rafforzare la loro presenza».
Il ministro azzurro ha inoltre lanciato un appello: «Vogliamo che il Mediterraneo si trasformi in un mare di pace. La collaborazione non è solo economica ma anche politica». Entrando nei dettagli: «Possiamo collaborare nel settore dell’energia con le nostre aziende protagoniste. L’industria avanzata è fondamentale, penso all’automotive e all’agroindustria. Possiamo fare moltissimo in questo settore anche in Algeria, anche grazie al Piano Mattei, con cui possiamo dare un segnale di attenzione verso i Paesi africani».
Confindustria: “Potenziale di 2 miliardi nel lungo periodo”
Barbara Cimmino, vicepresidente per l’Export e l’attrazione degli investimenti di Confindustria, ha illustrato le stime del Centro Studi: «L’export italiano verso l’Algeria presenta un potenziale inespresso di 291 milioni di euro attivabili nel breve periodo, a cui si aggiungono oltre 2 miliardi nel lungo termine». Ha continuato: «I settori con le maggiori opportunità sono la meccanica strumentale (91 milioni), i metalli (37 milioni) e la chimica (36 milioni), che da soli rappresentano il 56% del totale».
«Il sistema manifatturiero italiano è pronto a integrarsi con i piani di sviluppo algerini. È essenziale sostenere la crescita delle Pmi, affinché possano accedere in modo stabile e proficuo ai mercati esteri», ha dichiarato ancora Cimmino.
Acea: “L’Algeria è centrale nel Piano Mattei”
«L’Algeria presenta enormi opportunità di crescita sostenibile — ha ricordato infine Pierfrancesco Latini, Chief international officer di Acea — soprattutto nelle infrastrutture di acqua, energia e rifiuti: elementi chiave per sicurezza alimentare, investimenti industriali e crescita economica». E ha proseguito: «È un Paese fondamentale all’interno del Piano Mattei, piano che ci vede fortemente coinvolti come partner industriale».