
Strage di via D'Amelio
Mafia, la forza dei simboli. FdI rende omaggio alla borsa di Paolo Borsellino esposta alla Camera
Al termine dell'evento "Parlate di mafia" i deputati hanno osservato un minuto di silenzio davanti alla teca nel Transatlantico di Montecitorio
Un omaggio a Paolo Borsellino dal forte impatto emotivo e simbolico. Una delegazione di Fratelli d’Italia si è riunita oggi per rendere “onore” alla borsa del giudice ucciso dalla mafia sotto l’abitazione della madre il 19 luglio 1992, esposta in Transatlantico a Montecitorio. Si è concluso così l’evento “Parlate di mafia” giunto alla quarta edizione promosso dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia alla vigilia dell’anniversario della strage di via D’Amelio.
FdI rende omaggio alla borsa di Borsellino
I deputati davanti alla borsa di Borsellino hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare il giudice palermitano alla vigilia del 33esimo anniversario della strage. Fra i presenti anche il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, e il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che guida la delegazione.
“Parlate di mafia” con Nordio e Piantedosi
A “Parlate di mafia” hanno partecipato tra gli altri i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, il capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami, e la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo. Un’iniziativa voluta per non dimenticare l’importanza di “tramandare quell’esempio per altri mille anni”, ha detto Arianna Meloni nel corso del suo intervento.
Frasca: raggiungere la verità è un diritto costituzionale
Da Palermo il presidente della Corte d’Appello palermitana, Matteo Frasca, ha detto che esistono solo “due percorsi per rendere autenticamente onore a Paolo Borsellino e dar un senso al suo sacrificio”. Il primo è il raggiungimento della verità, un diritto al quale fa costante riferimento anche il presidente Mattarella. “Nel diritto internazionale il diritto alla verità ha diversi riconoscimenti ed è affrontato in varie risoluzioni e documenti dell’Onu. Nel nostro ordinamento – ha detto il magistrato – per quanto non esista un riconoscimento espresso del diritto alla verità, è condivisa l’opinione che sia un meta-valore, un antecedente assiologico di ogni altro diritto”.