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Una foto di una “domus de janas” estratta dal dossier sulla candidatura

Primi al mondo

L’Italia conquista un altro sito Unesco: le “Domus de janas” sarde ora sono patrimonio dell’umanità

Le "case delle fate" sono tombe scavate nella roccia: con questo riconoscimento salgono a 61 i siti italiani riconosciuti a livello mondiale. Tra i luoghi inseriti nel tempo, i centri storici di Roma, Napoli e Siena, l'Etna, le colline del Prosecco, la Basilica di san Francesco ad Assisi

Cronaca - di Giuliano Galdi - 12 Luglio 2025 alle 20:49

L’Italia bellissima continua a essere apprezzata nel mondo. Arriva dall’Unesco il riconoscimento per il sito sardo “domus de janas”. Il sessantunesimo per la nostra Nazione. Un primato assoluto in tutto il mondo che continua a crescere e renderci sempre più ammirati per i nostri capolavori artistici e naturali.

Le domus de janas: una meraviglia nelle rocce

Le “domus de janas”, in Sardegna, sono il 61esimo sito italiano iscritto nella lista del Patrimonio mondiale, confermando il primato dell’Italia quale nazione con il maggior numero di siti Unesco al mondo. Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Parigi nella sua 47° sessione, ha infatti deciso oggi l’iscrizione delle “Tradizioni funerarie nella Preistoria della Sardegna: le domus de janas”, riconoscendo l’eccezionale valore universale delle “domus”,  definite anche, “case delle fate”, tombe scavate nella roccia che testimoniano le pratiche funerarie, le credenze religiose e l’evoluzione sociale delle comunità neolitiche sarde.

L’Italia bellissima e il sito sardo: 7mila anni di storia

Caratterizzate da articolati sistemi planimetrici e decorazioni simboliche, le “domus janas” rappresentano la più estesa manifestazione di architettura funeraria ipogea del Mediterraneo occidentale. Il sito seriale è formato da una serie di componenti individuate su tutta l’area dell’isola, in particolare nella parte centro-settentrionale, spesso raggruppati in necropoli verosimilmente associarsi a insediamenti e villaggi oltre che a luoghi di culto. L’origine di queste tombe preistoriche a camera della Sardegna risale al Neolitico Medio I (V millennio avanti Cristo). Studi recenti hanno dimostrato il loro utilizzo e la continua escavazione durante i periodi successivi, fino all’alba della civiltà nuragica, includendo il riutilizzo o la ristrutturazione di tombe preesistenti.

La candidatura, promossa dall’Associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle domus de janas, con il Comune di Alghero come capofila, si basa sul criterio III della Convenzione del 1972 e fa riferimento alla testimonianza unica ed eccezionale di una tradizione culturale scomparsa, legata al culto dei morti e alle credenze sull’aldilà.

Mazzi: «Un riconoscimento di grande rilievo, che onora il lavoro di squadra»

«L’inserimento del sito “Le domus de janas” nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, testimonianza della civiltà preistorica sarda, rappresenta un riconoscimento di grande rilievo per l’archeologia italiana, che da sempre racconta al mondo la bellezza, lo sviluppo e le basi su cui si fonda la nostra civiltà», ha commentato il sottosegretario di Stato con delega all’Unesco, Gianmarco Mazzi, esprimendo soddisfazione per l’esito positivo della candidatura del sito.

«Le domus de janas – ha aggiunto – sono testimonianze straordinarie di un’antichissima cultura mediterranea, capace di esprimere, già tra il V e il III millennio a.C., forme architettoniche complesse, simboliche e profondamente legate al paesaggio. Una candidatura “al femminile”, ancora viva nel patrimonio antropologico della Sardegna di oggi che mantiene i tratti del sogno, della continuità con gli antichi popoli che abitarono l’isola sin dall’epoca preistorica».

«Si tratta di un riconoscimento che onora il lavoro collettivo portato avanti in questi anni da tutti coloro che hanno contribuito a questo successo – ha proseguito Mazzi – Il ministero della Cultura, che ha coordinato l’intero percorso di candidatura attraverso l’alto lavoro dei suoi tecnici, con il prezioso supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e della Rappresentanza Permanente presso l’Unesco, la Regione Sardegna, i Comuni, le istituzioni locali, gli studiosi e le comunità. Questo traguardo rappresenta solo il punto di partenza – conclude il sottosegretario – per continuare a garantire la tutela, la salvaguardia, la conoscenza e la trasmissione alle future generazioni di queste testimonianze significative per l’intera umanità».

Da Napoli a Roma, i siti patrimonio Unesco

I siti italiani patrimonio Unesco spaziano dai centri storici di Napoli, Roma, alle necropoli siracusane fino alla Basilica di San Francesco d’Assisi nella città umbra. Poi ancora, l’Etna, le Dolomiti, le colline del Prosecco e le infinite bellezze naturali di un Paese che non ha eguali. Il nostro.

(Foto dal sito Unesco, estratta dal dossier della candidatura)

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di Giuliano Galdi - 12 Luglio 2025