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Tetto retribuzione

La sentenza

La Corte costituzionale boccia il tetto per le retribuzioni pubbliche: da 240mila si passerà a 360mila euro l’anno

Dichiarata illegittima la norma varata nel 2011 e poi rettificata tre anni dopo. Previsto un aumento del 50% dello stipendio massimo

Cronaca - di Giulia De Grazia - 28 Luglio 2025 alle 15:54

E’ illegittimo il tetto retributivo per i dipendenti pubblici a 240mila euro annui. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che pur ribadendo che la previsione di un “tetto retributivo” per i pubblici dipendenti non contrasta di per se con la Costituzione, ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 13, comma 1, del decreto legge n. 66 del 2014, come convertito, che l’ha fissato nel limite di 240.000,00 euro lordi anziché nel trattamento economico onnicomprensivo spettante al primo presidente della Corte di cassazione. E’ in base a tale parametro, come fino al 2014, che il “tetto” dovrà essere definito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti.

Il tetto introdotto nel 2011

Il limite massimo retributivo era stato introdotto con il decreto-legge n. 201 del 2011, come convertito, per tutti coloro che ricevono emolumenti o retribuzioni a carico delle finanze pubbliche, mediante rinvio allo stipendio del primo presidente della Corte di cassazione. Con il decreto-legge n. 66 del 2014 il “tetto retributivo” e’ stato invece determinato nel suo ammontare in misura fissa, con una significativa decurtazione del trattamento economico di alcuni magistrati. Per i primi anni in cui la norma ha trovato applicazione essa è stata ritenuta non costituzionalmente illegittima poiché considerata una misura straordinaria e temporanea, giustificata dalla situazione di eccezionale crisi finanziaria in cui versava il Paese. Con il trascorrere del tempo, tuttavia, essa ha definitivamente perso,” quel requisito di temporaneità, posto a tutela della indipendenza della magistratura e necessario ai fini della sua compatibilità costituzionale“.

Con la sentenza si arriva a 360mila euro

La pronuncia della Consulta chiede al governo di riperimetrare il tetto adeguandolo allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione. Ma che significa? Lo stipendio in questo caso  è stato rideterminato insieme a quello dei giudici costituzionali, portando l’importo a 361.620,00 euro lordi annui. In dettaglio, lo stipendio base del Primo Presidente della Corte di Cassazione ammonta a 7.876.900 delle vecchie lire (circa 4.068 euro), con un’indennità di funzione che porta il totale a circa 20.000 euro lordi mensili. A questa cifra si aggiunge un’indennità di rappresentanza di 1/5 della retribuzione, pari a 72.000 euro lordi annui (circa 41.040 euro netti annui.

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di Giulia De Grazia - 28 Luglio 2025