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Disoccupazione al minimo

Istat, occupazione a livelli record in Italia, Meloni: “Orgogliosi dei risultati, avanti con il sostegno alle imprese”

L'istituto di statistica quantifica l'aumento degli occupati a circa 400mila unità rispetto al 2024, a conferma del buon operato dell'esecutivo

Economia - di Gianna Gavi - 31 Luglio 2025 alle 19:35

Sale il tasso degli occupati in Italia secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, mentre il tasso di disoccupazione arriva al 6,3%. Un altro dato che certifica la qualità dell’operato del governo Meloni e che la presidente del Consiglio ha voluto sottolineare con orgoglio e soddisfazione.

I dati Istat: quasi 400mila occupati in più rispetto al 2024

Secondo i dati diffusi stamani dall’Istituto nazionale di statistica, gli occupati crescono di 16.000 unità (+0,1%) rispetto al mese precedente e di 363.000 (+1,5%) sull’anno prima, con il tasso di occupazione che risulta stabile al 62,9%. Un vero e proprio record.

Le parole di Giorgia Meloni

“Siamo orgogliosi dei risultati che la nostra Nazione sta continuando a ottenere sul fronte del lavoro. I nuovi dati diffusi dall’Istat confermano, ancora una volta, la costante crescita dell’occupazione e il calo della disoccupazione“, scrive sui social la premier Giorgia Meloni, commentando gli ultimi dati sul lavoro.

Abbiamo un grande potenziale e continueremo a sostenere sempre di più e con misure concrete le nostre aziende e tutto il tessuto produttivo. Lo meritano i cittadini, lo merita l’Italia”, conclude la presidente del Consiglio.

L’Istat premia una strategia politica ed economica

L’aumento continuo degli occupati, che si registra sia sul dato mensile che, soprattutto, su quello annuale, non è frutto della casualità. E nemmeno di una contingenza europea ed occidentale che certo non vive il suo momento migliore.

Il governo Meloni sin dall’inizio ha lavorato sugli sgravi e gli incentivi alle imprese per la produzione legata, appunto, all’occupazione. Ha utilizzato i fondi di coesione con celerità, costringendo anche le Regioni tradizionalmente più “pigre” a un’inversione di tendenza.

Ha utilizzato la Zes, nel Mezzogiorno, razionalizzando una misura che prima era dispersiva. E proprio il Mezzogiorno fa registrare un aumento di Pil e di occupati addirittura superiore, costantemente, a quello delle altre aree del Paese. Dimostrando che il Sud non è lo stereotipo dell’assistenzialismo ma un territorio ricco di opportunità e di potenzialità.

 

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