CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Il canto del cigno di Matteo Ricci alla festa dei “mille” problemi, tra nostalgici di Berlinguer e “haters” di Bocchino

La sfida nelle Marche

Il canto del cigno di Matteo Ricci alla festa dei “mille” problemi, tra nostalgici di Berlinguer e “haters” di Bocchino

Politica - di Andrea Verde - 26 Luglio 2025 alle 13:59

La serata del riscatto e dell’orgoglio ritrovato, si è trasformata in un malinconico canto del cigno. Sul prato del Campo di Marte di Baia Flaminia, storica sede dei festival pesaresi dell’Unità, si è svolta la cena dei mille, organizzata dal Pd locale per sostenere Matteo Ricci. Doveva essere la risposta alla convention di Francesco Acquaroli che, mercoledì scorso, ha richiamato 2500 persone nella splendida cornice dell’anfiteatro del Parco Miralfiore. Ne è scaturito un incontro decisamente sottotono che, probabilmente, ha segnato il tramonto definitivo di Matteo Ricci.

Si notavano più gli assenti o i presenti?

Numerose le defezioni tra gli alleati che compongono la sua coalizione; inseguito dai numerosi giornalisti accorsi per l’evento, Ricci, é salito sul palco per urlare la propria estraneità ai fatti contestati, anche se questa volta si é guardato bene dall’attaccare i suoi ex collaboratori indagati. Ha cercato di impietosire la platea ricordando i trascorsi degli avi nelle miniere di Charleroy in Belgio e di galvanizzarli citando Enrico Berlinguer nella speranza di recuperare l’entusiasmo di un popolo che sembra sempre più in crisi di identità. Ricci ha respinto ogni addebito, si è dichiarato fiducioso nel lavoro della magistratura ed ha attaccato la destra, più precisamente Italo Bocchino: “Da quando è arrivato a gestire la campagna elettorale del mio avversario un certo Italo Bocchino, hanno cominciato ad avvelenare i pozzi e a diffondere fake news. Sono i soliti squadristi”. È seguito il solito refrain sui massimi sistemi: liste d’attesa, mobilità passiva, crisi industriali, dazi, difesa dell’ambiente, turismo; come al solito senza fornire una sola idea, senza avanzare una sola proposta.

Matteo Ricci e la sua mancanza di idee e di  numeri…

Ma lui ha promesso che batterà i pugni sul tavolo, che non prenderà ordini da Roma, che chiederà al governo di dire a Trump che i dazi danneggiano l’economia marchigiana. Ha urlato che non ha paura di nessuno perché lui non é uno sconosciuto come Francesco Acquaroli che non alza mai la voce, non insulta gli avversari ma i risultati li ottiene come testimoniano l’avvio dei lavori per la galleria della Guinza, dopo trent’anni di chiacchiere targate centrosinistra, la messa in sicurezza delle valli Misa-Nevola dopo l’alluvione e anni di incuria, il rilancio dell’Aeroporto delle Marche, il nuovo Ospedale di Pesaro (dopo vent’anni di tira e molla). Inoltre, dopo quarant’anni di attesa, prende il via il cantiere dell’Ultimo Miglio: un’opera strategica che collegherà il Porto di Ancona alla Statale 16, senza dimenticare il ponte ciclopedonale che attraversa il fiume Cesano e unisce Marotta-Mondolfo e Senigallia appena inaugurato dall’assessore Francesco Baldelli nonché la strada intrapresa per rendere attrattiva la medicina di base e per rendere migliore la medicina sul territorio dopo gli errori di chi nel passato non é stato capace di programmare l’accesso alle professioni sanitarie. Il bilancio di Acquaroli dimostra che, Ricci, oltre a perdere la battaglia sui numeri, ha perso la battaglia delle idee.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha dichiarato che sostiene Francesco Acquaroli perché “Francesco agisce dentro le Marche, per le Marche mentre il suo sfidante agisce e lavora nelle Marche per sé stesso fuori dalle Marche, perché una cosa è lavorare per la Regione, una cosa è lavorare per una gara all’interno del PD e realizzare una propria corrente per sfidare l’attuale segretaria. La sfida è tra una persona che rappresenta la mite compostezza operosa dei marchigiani, Francesco Acquaroli, e una persona, Matteo Ricci, che gioca la sua legittima partita per avere una caratura nazionale, meno marchigiana e più nazionale. Quindi la sfida è tra un marchigiano puro e un candidato che punta alla segreteria del PD”. Per Ricci si annunciano tempi bui: gli alleati sono irritati, all’interno del PD si guarda con sempre maggiore attenzione alla sindaca di Genova Silvia Salis mentre De Luca chiede ironicamente al Pd: “Ma ve l’ha ordinato il medico di candidare Ricci?”.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Andrea Verde - 26 Luglio 2025