
La nuova inchiesta
Garlasco, su 60 impronte nessuna è di Andrea Sempio. Al via le analisi sulla spazzatura e sulle unghie di Chiara Poggi
Inizia oggi la caccia alle impronte sulla spazzatura dei Poggi per il caso Garlasco. Fissata infatti alle ore 11, in Tribunale a Pavia davanti alla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, l’udienza per conferire l’incarico al dattiloscopista Domenico Marchigiani e formulare il quesito per procedere – nell’ambito dell’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi – all’estensione degli accertamenti “mediante tecniche di laboratorio idonee alla esaltazione di eventuali impronte latenti su ‘etichetta in carta arancione Estathé’, ‘sacchetto spazzatura’, ‘sacchetto biscotti’ e ‘sacchetto cereali'” si legge nel provvedimento della giudice firmato lo scorso 17 luglio e in possesso dell’Adnkronos.
Garlasco, l’analisi della spazzatura e le indagini su Andrea Sempio
Si tratta di parte della spazzatura su cui i consulenti del nuovo indagato Andrea Sempio, del condannato Alberto Stasi e della famiglia della vittima hanno già lavorato con la genetista Denise Albani, incaricata dalla giudice, per trovare possibili Dna lasciati sul pattume presente nella villetta la mattina del 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi è stata uccisa.
I risultati della genetista, che confluiranno in una relazione, restituiscono finora solo tracce genetiche della vittima (sul Fruttolo e sui sacchetti) e dell’allora fidanzato Stasi (sulla cannuccia della bevanda al gusto pesca). Ora la perizia dattiloscopica potrebbe confermare che a maneggiare quegli oggetti sia sempre stata la coppia di fidanzati.
Sui reperti finora analizzati non c’è traccia del nuovo indagato che deve rispondere dell’omicidio in concorso – con “altri soggetti o con Alberto Stasi”, l’allora fidanzato condannato a 16 anni di carcere – per aver ucciso la ventiseienne “con reiterati colpi inferti con un corpo contundente”, cioè una sola arma, come si legge nel capo di imputazione. A più di un mese dal via all’incidente probatorio nessuna delle 60 impronte (prive di sangue) trovate nella villetta di Garlasco è riconducibile al trentasettenne.