
La confessione choc
Don Matteo Balzano si uccide prima della messa. Aveva confidato a una parrocchiana: “Nessuno sa l’inferno che uno ha dentro”
Aveva 35 anni il prete trovato suicida in canonica: a una parrocchiana alcuni giorni prima aveva lasciato presagire il suo disagio interiore
Non si era presentato alla messa del mattino e quando sono andati a chiamarlo lo hanno trovato esanime nella sua stanza: il suicidio di Don Matteo Balzano, giovane vice-parroco a Cannobio nel Torinese, non ha sconvolto solo la comunità locale, ma anche l’intero mondo della chiesa cattolica e del clero italiano.
Come riportano i siti locali, fino al giorno precedente al suicidio nulla lasciava presagire una simile tragedia. «La sera precedente aveva organizzato una tombola in paese. Era pienamente coinvolto nella vita della comunità e in particolare dei giovani», ha raccontato a Torino Cronaca il sindaco Gian Maria Minazzi. «Aveva appena avviato il Grest estivo e sembrava sereno. Non c’erano segnali di disagio».
Don Matteo Balzano e la confessione choc
Nato a Grignasco, 37 anni fa, in provincia di Novara, Don Matteo Balzano era diplomato perito aeronautico. Aveva deciso di entrare in seminario nel 2010, e dopo l’ordinazione nel 2017 aveva prestato servizio in diverse comunità del novarese, tra cui Borgosesia, Trecate e Castelletto Ticino. Aveva anche collaborato con il Centro diocesano vocazioni. Il suo percorso l’aveva poi portato a Cannobio, dopo una tappa al Santuario di Re, in Valle Vigezzo.
Confessione choc a una parrocchiana: la testimonianza di Maria Grazia
Ma una parrocchiana, in queste ore, ha scritto un post sulla pagina facebook del sacerdote, svelando una conversazione che lasciava presagire un disagio nascosto «Caro don Matteo – ha scritto Maria Grazia – la tua Mergreise come mi chiamavi tu, è rimasta basita dalla notizia che tu te ne sei andavo via senza fare rumore. Sì, tu eri così riservato, gentile pieno d’amore. Ma ricordo l’ ultima confessione riguardo ad una morte che aveva colpito la nostra parrocchia un gesto estremo. E tu mi dicesti: Nessuno sa l’inferno che uno ha dentro per arrivare a un gesto estremo. Queste tue parole mi hanno martellato. Non bisogna giudicare e questo farò, ma ti stringo forte come facevo quando posavi la tua testa sulla mia spalla. Spero, don Matteo, spero tu abbia trovato la pace tra le braccia di Dio che amavi molto. Ti voglio bene, ricordalo e proteggici da lassù».