
Il teatrino delle opposizioni
Dazi: la nuova ossessione della sinistra che si copre di ridicolo. E chiede l’ennesima informativa. Perché non sfiducia Ursula?
Con scarsa fantasia le opposizioni chiedono ancora una volta che la premier Meloni riferisca in Aula. Avrebbe perso e deve spiegare che cosa vuole fare il governo. Ma le vere tariffe sono quelle interne alla Ue che i progressisti hanno sempre difeso
Dazi, ormai le sinistre italiane non parlano d’altro. La chiusura della trattative Usa-Ue sulle tariffe è diventata un’ossessione. Dal Pd, in crisi nera e travolta dagli scandali urbanistici, ai 5Stelle passando per Avs è un coro petulante di accuse al governo Meloni. La premier ha perso, ha truffato gli italiani, dovrebbe chiedere scusa. Prima doveva lasciare fare all’Europa e a von der Leyen, guai a volare da Trump per facilitare il tavolo, ora, invece, avrebbe dovuto trattare per l’Italia e imporsi. Opposizioni allo sbando. Dopo il racconto schizofrenico arriva la solita e poco originale richiesta di chiarimenti in Parlamento.
Dazi, Appendino scatenata: la Ue è morta
Tra le più scatenate Chiara Appendino. “L’Unione europea è economicamente, politicamente e socialmente morta, e manco ha la dignità di ammetterlo. E chi ha compiuto questo delitto? Ursula Von der Leyen che per questo entrerà nei libri di storia”. Così l’ex sindaco di Torino che mette anche Meloni nel mirino. “Questa Europa siete voi, questa Europa è Giorgia Meloni che insieme alla sua musa ispiratrice Von der Leyen l’ha plasmato a sua immagine e somiglianza”. Poi si rivolge ‘agli amici del centronistra’. “Come si può sostenere ancora Von der Leyen?”. Giuseppe Conte rincara la dose e parla di una Caporetto. “È una situazione che si preannuncia disastrosa per l’economia italiana ed europea. E quando ci ritroveremo che alcune filiere che non reggono, saremo costretti a intervenire con sussidi. Dovremmo utilizzare soldi pubblici per pagare la tassa di Trump”.
Bonelli si unisce al coro: Meloni riferisca
Pochi minuti e Angelo Bonelli unisce alla richiesta di informativa. “L’accordo delinea un disastro economico e sociale. Spero Meloni venga in aula a dare una risposta alle imprese italiane e ci deve spiegare cosa intende fare. Vuole fare una manovra correttiva? Usare fondi del Pnrr? Sempre di soldi degli italiani si tratta”. Non esita a schierarsi con gli indignati Chiara Braga, capogruppo dem alla Camera: “Mi unisco anche io alla richiesta urgente di avere Meloni in aula. È un dovere che lo faccia e che spieghi al Paese i contenuti dell’accordo. È un accordo capestro”.
Il Pd firma la richiesta di informativa
Italia Viva non è da meno. “Meloni spieghi se è vero che l’Italia, insieme alla Germania, ha spinto in direzione di un accordo con Trump e quale sia stato il mandato dato a Von der Leyen”, chiede Benedetto Della Vedova. Al Senato è un copia incolla. “Noi a trattare avevamo proposto che andasse Mario Draghi. Tutto questo è avvenuto perché i sovranisti fanno male all’Italia, all’Europa e al mondo”. Così la capogruppo di Italia Viva al Senato, Raffaella Paita. “In questi mesi, settimane e giorni in Europa è mancata l’Italia”, tuona Francesco Boccia capogruppo dem. ” Abbiamo scoperto dell’accordo sui dazi tra Ursula von der Leyen e Donald Trump dai mezzi di comunicazione. E abbiamo capito che la presidente del Consiglio non era informata. Per questo chiediamo con urgenza che venga qui in Senato a dirci cosa ha intenzione di fare il governo”.
Copia e incolla al Senato con Boccia pasdaran
Per l’occasione scende in pista anche il sornione Carlo Calenda che si unisce al coro. “Meloni è responsabile di un accordo schifoso”. Il centrodestra, Fratelli d’Italia in testa, ha già spiegato l’iter di un accordo senza il quale il 1° agosto l’Europa si sarebbe ritrovata con i dazi al 30%. La premier Meloni ha subito illustrato la posizione del governo. “C’è ancora da fare”, ha detto aspettando di conoscere i dettagli dell’intesa e annunciando, se occorre, misure risarcitorie.
Lega: perché non sfiduciano von der Leyen?
“A nessun fa piacere subire i dazi, ma è impossibile evitarli, visto che tutti li hanno subiti. Ma dopo gli interventi che ho sentito mi verrebbe in mente che uno dei primi atti che dovrebbe fare l’opposizione è presentare una bella mozione di sfiducia alla von der Leyen, e mandarla a casa. Se arrivasse una mozione di sfiducia – provoca il leghista Massimiliano Romeo – noi la voteremmo”.