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Lo scontro

Censura Capitale, il Campidoglio rimuove i manifesti della Lega sul dl Sicurezza. Il Carroccio sul piede di guerra

Per l'amministrazione comunale i manifesti realizzati con l'Intelligenza artificiale sono "razzisti". La Lega parla di bavaglio e sfida la giunta: "Dobbiamo usare le immagini vere?"

Politica - di Paolo Cortese - 29 Luglio 2025 alle 13:01

Roma riscopre la censura politica e il sindaco Roberto Gualtieri deve difendersi dall’accusa di “bavaglio comunista”. Oggetto del contendere, alcuni manifesti della Lega sul dl Sicurezza rimossi dall’amministrazione comunale perché ritenuti “razzisti”.

Il caso manifesti a Roma

I manifesti della campagna di comunicazione della Lega sul ddl sicurezza, creati con l’intelligenza artificiale, rimossi dal Campidoglio con una lettera di diffida della direzione capitolina, avevano un contenuto forte ma è difficile considerarli “razzisti”. Sui manifesti si leggeva: “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse”. E ancora: “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore”. Oppure: “Blocchi una strada a chi lavora? Finisci in galera”. Dove sarebbe il razzismo? Per Gualtieri nelle foto di stranieri che accompagnavano il testo. Il Carroccio è pronto alla guerra.

La Lega: “Scenderemo in piazza”

“Gravissima  l’intervista all’assessore comunale di Roma, Monica Lucarelli, sui manifesti della Lega censurati nella Capitale. L’articolo 21 della Costituzione ricorda che ‘Tutti diritto hanno di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’ e non può certo essere un regolamentino comunale a imporre paletti a un partito”. Così una nota della Lega a proposito dell’intervista a Repubblica Roma nella quale l’assessora difende l’operato del Campidoglio, ribadendo che “non si tratta di censura, ma solo dell’applicazione di un regolamento che vale per tutti”. “È un precedente pericoloso – dice la nota del Carroccio – contro il quale la Lega scenderà in piazza mentre i manifesti censurati saranno riproposti a stretto giro anche in altre città. Il Pd, la comunità rom e gli assessori di Gualtieri non possono imporre bavagli comunisti”.

Dalla Lega inoltre hanno polemicamente sottolineato che “l’alternativa alle immagini artificiali è la pubblicazione di immagini vere, pur consapevoli che il Pd, a Milano, era insorto invocando il divieto di filmare le borseggiatrici nella metro. Non c’è bavaglio che tenga: la Lega – si legge nella nota – è ed era sempre al fianco delle vittime e delle Forze dell’Ordine”.

La libertà di censura a Roma

Mentre l’Atac non si accorge che nelle sue pensiline vengono affissi manifesti antisemiti, la giunta Gualtieri pensa bene di censurare un’iniziativa politica. Ricevendo una bacchettata anche da Enrico Mentana, che certamente non si può descrivere come affetto da pulsioni razziste. Mentana, prendendo nettamente le distanze dal contenuto dei manifesti, dalla sua pagina Facebook ha avvertito che, al di là dei contenuti della campagna di comunicazione, «resta l’altro problema: censurare i manifesti politici è sempre altrettanto pericoloso. Crea un precedente, alimenta vittimismo, e negli effetti veicola ancor più il messaggio che si vuole bloccare: e questo stesso post lo conferma». Insomma, un’altra pessima figura di un’amministrazione opaca e mediocre che pure si erge a paladina della libertà di pensiero. La propria ovviamente.

 

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di Paolo Cortese - 29 Luglio 2025