
Al Senato
“C’è del marcio nel cinema” è un film che non sarà più girato. Il ministro Giuli: “Con noi si apre la fase del merito”
Se il discorso di Alessandro Giuli fosse un film, sarebbe un “giallo”, dal titolo: “C’è del marcio in questo cinema”. Ma nel futuro ci sono ancora tanti soldi e tanti progetti, nel segno del merito, con titolo del tipo, “Alla ricerca del fondo perduto”. Nel cuore di una delle fasi più intense e trasformative per il cinema italiano, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha presentato un’informativa al Senato che segna un vero spartiacque: “Mai più film fantasma” è lo slogan che accompagna l’avvio di un’azione di verifica senza precedenti. Il Ministero ha infatti sottoposto a riesame circa 200 opere prodotte tra il 2020 e il 2024, per un valore complessivo di 350 milioni di euro, al fine di accertare l’effettiva congruità dell’utilizzo dei fondi pubblici.
Il nuovo Cinema Giuli con fondi e controlli
La stretta arriva dopo scandali come quelli legati a Coevolutions S.r.l. e alla vicenda Kaufmann, dove il credito d’imposta è stato concesso su basi ora al vaglio della magistratura. Giuli ha sottolineato come proprio l’attività ispettiva del Ministero abbia innescato tali inchieste, rimarcando la collaborazione totale con le autorità giudiziarie. Per prevenire ulteriori abusi, sono state introdotte nuove regole operative:
-
Stop ai “service a cascata” (subappalti a catena);
-
Obbligo di tracciabilità delle spese superiori a 1.000 euro con indicazione del titolo dell’opera;
-
Conti correnti dedicati per i flussi finanziari;
-
Obbligo di consegna dell’opera integrale per le produzioni internazionali che accedono al tax credit;
-
Potenziamento degli ispettori, con 3,5 milioni di euro stanziati per rafforzare i controlli.
Cresce la produzione, crescono gli incassi
Nonostante le criticità, ha detto Giuli, i numeri fotografano un settore in salute: tra settembre 2024 e luglio 2025 sono state presentate 729 domande di tax credit (nazionale e internazionale), per un totale richiesto di 718 milioni di euro. Solo nelle ultime settimane sono attivi 31 set cinematografici in Italia. Secondo i dati Cinetel, gli incassi del 2025 sono aumentati del 4% rispetto al 2024 e le presenze in sala del 2%. Ancora più significativa la crescita del cinema italiano: la quota di mercato è salita dal 21,4% del 2023 al 31,9% nel 2025. Tra i film più visti, tre su cinque sono italiani.
Un sostegno pubblico senza precedenti
Il sostegno dello Stato al cinema non solo non è venuto meno, ma è cresciuto in modo esponenziale: dai 250 milioni di euro del 2016 ai 746 milioni del 2023, con 696 milioni confermati per il 2024 e 2025. Un dato che pone l’Italia tra i paesi europei con il più alto investimento pubblico nel settore.
Giuli ha rivendicato questa scelta come politica culturale e industriale: “Il cinema italiano è una filiera strategica che genera ricchezza, occupazione e valorizzazione del territorio”.
Riforme e relazioni internazionali
Accanto al rigore, il governo Meloni intende rilanciare il comparto con una riforma della governance del cinema (anticipata da FdI) e con una strategia diplomatica culturale internazionale. Giuli ha ricordato l’appello promosso insieme alla ministra francese Rachida Dati, sottoscritto da 23 Paesi Ue, per la difesa del cinema europeo. In quest’ottica si inserisce la proposta dell’EuroMed Film Festival, e gli accordi di coproduzione già firmati con Algeria, Kirghizistan e Cina.
“Rigore e merito, ma senza demonizzare”
“Denunciare il marcio non è in contrasto con la valorizzazione del nostro cinema, è anzi il modo migliore per aiutare chi lavora con passione e onestà”, ha detto Giuli, rivendicando una linea di rigore, merito e promozione del cinema autentico. “Si apre una nuova fase. L’Italia del cinema è rispettata e attrattiva, ma ora servono regole chiare e controlli efficaci”. Il messaggio è chiaro: fine dell’era delle opacità, inizio di un cinema italiano più solido, trasparente e competitivo, pronto a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche a livello internazionale.
“Il settore cinematografico e audiovisivo italiano rappresenta un’alta espressione culturale e una filiera industriale strategica, capace di generare ricchezza e promuovere il territorio, come confermano i dati relativi al numero di spettatori e agli incassi, nonché al numero di produzioni, che sono in crescita e registrano valori superiori a quelli del periodo pre-Covid, benché le nuove abitudini di consumo legate alla fruizione digitale stiano inevitabilmente influenzando il numero di presenze nelle sale”. La sintesi è che per il mondo del cinema “si è aperta una nuova fase. Una fase improntata al rigore, al merito, all’attenzione per i soldi pubblici e alla promozione del cinema autentico. Il ministero della Cultura intende mantenere la propria linea di indirizzo e sostegno al settore, siamo aperti ai suggerimenti e alle proposte formulate nei modi e nelle sedi adeguate. Poi spetterà a noi fare sintesi e prendere le decisioni adeguate”, conclude Giuli.