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Loro Piana

La decisione a Milano

Caporalato e sfruttamento, Loro Piana commissariata dal tribunale: giacche cinesi vendute a 3mila euro

Per i giudici sono emersi gravi profili di irregolarità nei confronti dei lavoratori. La società ha come presidente uno degli uomini più ricchi del mondo, Antoine Arnault. Trovati lavoratori in nero e in condizioni di totale mancanza di sicurezza

Cronaca - di Gianni Giorgi - 14 Luglio 2025 alle 14:22

Il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della società Loro Piana , uno dei brand di moda di lusso e che ha come presidente del Cda Antoine Arnault in rappresentanza del gruppo Lvmh. Il provvedimento dei giudici della sezione misure di prevenzione riguarda una indagine del pm Paolo Storari che ha appurato come Loro Piana abbia affidato la produzione di capi di abbigliamento, tra cui giacche, all’esterno e che la realizzazione sarebbe avvenuta in contesti lavorativi di “sfruttamento del lavoro”.

Le accuse a Loro Piana: le giacche cinesi

Le “giacche in cashmere” a marchio Loro Piana vengono realizzate in laboratori cinesi al “costo unitario” di circa un “centinaio di euro” per ciascun capo e rivendute negli “store” del brand a prezzi “tra i 1000 e i 3000 euro”. Lo scrive la Procura di Milano negli atti dell’inchiesta per caporalato nell’alta moda che ha portato il Tribunale a disporre l’amministrazione giudiziaria nei confronti dell’azienda.

Secondo l’inchiesta la casa di moda ha affidato la realizzazione di capi di abbigliamento (tra cui giacche in cashmere) ad una società esterna, la Evergreen, la quale, non essendo stata in grado di produrre i capi richiesti, avrebbe subappaltato il lavoro alla Sor-Man snc di Nova Milanese, pura essa senza un’adeguata capacità produttiva.

Lavoratori in nero nelle ispezioni

Nelle verifiche presso alcuni opifici nel milanese, sono stati identificati 21 lavoratori, di cui 10 occupati in “nero” tutti di etnia cinese (7 erano anche clandestini sul territorio nazionale). Negli stabilimenti di produzione effettiva è stato riscontrato che la lavorazione avveniva in condizione di sfruttamento e in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e ospitando la manodopera in dormitori realizzati abusivamente ed in condizioni igienico sanitarie sotto minimo etico. Sono stati deferiti a vario titolo per caporalato due cittadini cinesi titolari di altrettante aziende (uno di essi, quello querelato dal lavoratore dipendente sfruttato, era stato tratto in arresto in flagranza di reato), sette lavoratori non in regola con la permanenza e il soggiorno sul territorio nazionale e due titolari dell’azienda sub-affidataria (cittadini italiani) per violazioni della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

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di Gianni Giorgi - 14 Luglio 2025