CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Bonus bebè in Cina, Pechino promette l’assegno per i bimbi sotto ai 3 anni. Il derby con l’India sulla natalità

Inversione a U

Bonus bebè in Cina, Pechino promette l’assegno per i bimbi sotto ai 3 anni. Il derby con l’India sulla natalità

Esteri - di Sara De Vico - 28 Luglio 2025 alle 17:27

Un nuovo bonus bebè in Cina. La notizia sulle prime può apparire esilarante ma è tutto vero. Pechino promette 3.600 yuan, l’equivalente di circa 430 euro, “all’anno per ogni bambino con meno di tre anni” in tutto il territorio del gigante asiatico. L’annuncio è arrivato dai media ufficiali, dopo che in passato c’erano state iniziative a livello locale. L’agenzia Xinhua parla di quello che viene descritto come “un programma a livello nazionale di sussidi per l’assistenza all’infanzia”. L’obiettivo dichiarato è “sostenere le famiglie e la natalità” in uno Stato che si è distinto per la politica del “figlio unico”.

In Cina nuovo bonus bebè di 3600 yuan

Oggi si cambia marcia e si incentiva la natalità guardando all’India. Il provvedimento vuole contrastare “l’aggravarsi della crisi demografica, il calo del tasso di crescita della popolazione mentre fa i conti con l’invecchiamento della popolazione”. Ma le ragioni sono più realisticamente di natura geopolitica.

Misura a livello nazionale per combattere la denatalità

La Cctv parla di una “misura a livello nazionale con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione” e di “ridurre” i “costi per l’istruzione dei figli”. Non solo ma il ‘bonus’ è retroattivo. L’emittente spiega che “dal primo gennaio 2025 il sistema di sussidi per l’infanzia erogherà sussidi per i neonati di età inferiore ai tre anni”. In particolare, i genitori dei bambini nati dal primo gennaio 2025 potranno beneficiare del sostegno economico per tre anni. Quelli dei piccoli nati prima del primo gennaio e di età inferiore a tre anni, avranno comunque diritto al ‘bonus’, ma in misura ridotta.

La fine della politica del “figlio unico”

L’annuncio a livello nazionale è una novità in una Cina che, dopo aver annunciato nel 2015 l’addio alla politica del “figlio unico”, ha provato a rilanciare le nascite con una serie di misure a livello locale, dagli incentivi in denaro alle campagne di propaganda. Tutto in un Dragone in cui ci si sposa sempre meno. Il 2024 è stato l’ ‘anno nero’ dei matrimoni nonostante i tentativi del governo di incoraggiare i giovani – che fanno i conti con la disoccupazione – a convolare a nozze e di promuovere le nascite.

Il crollo dei matrimoni dal 2023

Secondo i dati del ministero per gli Affari civili, lo scorso anno nel gigante asiatico 6,1 milioni di coppie hanno registrato il loro ‘sì’, il 20,5% in meno rispetto al 2023 e meno della metà rispetto al 2013, quando furono più di 13 milioni le coppie che decisero di sposarsi. All’epoca della diffusione dei dati la Cnn evidenziava come fosse il dato più basso da quando il ministero ha iniziato a diffondere le statistiche nel 1986. Lo scorso anno nel gigante asiatico sono stati – dicono i dati ufficiali – 9,54 milioni i nuovi nati e 10,93 milioni i decessi. Dati che spiegano anche come mai dal 2023 è l’India, eterna rivale della Cina, il Paese più popoloso al mondo.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Sara De Vico - 28 Luglio 2025