
Aveva solo 8 anni
Bimba muore in piscina a Rende, disposta l’autopsia. I consigli per evitare le tragedie in acqua
Un altro decesso probabilmente evitabile. Gli inquirenti cercano di capire se la piccola è morta per annegamento o congestione. I consigli ai genitori
Una bimba di 8 anni è morta in piscina ieri a Rende. La tragedia, l’ennesima di questi giorni, è avvenuta nel pomeriggio del 20 giugno al Parco Acquatico della cittadina calabrese. Inutili i soccorsi del 188. La Procura ha chiuso la struttura e ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso.
La bimba morta era di origine rumena
Simona Vanessa Szilagyi, di origine romena, ha perso la vita nella piscina della struttura. Al momento dell’incidente la piccola si trovava con il fratello. Un’ex infermiera e un volontario hanno cercato di prestare subito soccorso alla bambina ma i tentativi sono risultati vani. Secondo quanto emerso, proprio i due soccorritori avrebbero richiesto più volte agli adetti al parco acquatico di portare immediatamente un defribillatore che però, non sarebbe mai arrivato. La Procura vuole stabilire se la bambina sia morta per annegamento o per congestione e le eventuali responsabilità della struttura.
Annegamenti e morti in acqua, il 53% sono under 12
Più di metà degli annegamenti nelle piscine riguarda i bambini fino a 12 anni. E in generale, delle circa 330 persone che muoiono in media ogni anno per questo motivo, il 12% ha meno di 18 anni. In Italia – riporta l’Iss – muoiono ogni anno per annegamento in media circa 328 persone, di tutte le età. Nei 5 anni dal 2017 al 2021 (dati Istat), sono morte per annegamento 1.642 persone. Di queste, il 12,5% (ovvero 206) aveva un’età dagli 0 ai 19 anni. Si tratta di circa 41 decessi ogni anno che riguardano bambini o ragazzi adolescenti.
I consigli ai genitori e ai ragazzi: salvagente e pasti
Probabilmente il 100% di queste tragedie potrebbero essere evitate. La prima cosa da raccomandare ai genitori è fare in modo che i bambini che non sanno nuotare, pur in presenza del bagnino, abbiano il salvagente o i braccioli. E’ un aspetto fondamentale.
In mare, invece, bisogna attuare le stesse precauzioni vietando di far fare il bagno se l’acqua è agitata.
Importante, poi, che bambini e adolescenti sappiano che non si può fare il bagno se si è mangiato: bisogna aspettare 2-3 ore. E se si è accaldati bisogna prima bagnarsi lentamente.
I bambini scompaiono improvvisamente nell’acqua
Un bambino che annega lo fa in pochi secondi e spesso senza lanciare segnali. Per questo è necessario mettergli il salvagente o i braccioli. E se si scelgono piscine è preferibile quelle a bassa profondità.