
Svolta normativa
Appalti più verdi per un’Italia più competitiva: i Criteri ambientali minimi diventano un pilastro strategico
Con l’emendamento di FdI al Decreto Infrastrutture, i Cam diventano obbligatori in tutti gli appalti edilizi pubblici: un cambio di passo che rafforza innovazione, territorio e sviluppo locale
Dal 2008, con l’adozione del Piano d’azione per gli acquisti sostenibili della pubblica amministrazione, i Criteri ambientali minimi (Cam) rappresentano uno dei pilastri dell’economia circolare in Italia. Nati con l’obiettivo di orientare gli appalti pubblici verso standard ambientali più elevati, suddetti limiti si sono evoluti in uno strumento strategico per coniugare sostenibilità, innovazione e competitività.
Criteri ambientali minimi: le imprese scelgono la sostenibilità come valore
Le imprese che scelgono di adottare i Cam non si limitano a soddisfare requisiti normativi: compiono una scelta valoriale, integrando nel proprio modello di business principi etici, sociali e ambientali. Questo approccio responsabile è oggi premiato anche sul piano competitivo, grazie a incentivi, certificazioni e riconoscimenti reputazionali che rafforzano il posizionamento sul mercato.
L’emendamento che colma il vuoto normativo
In questo contesto, la recente approvazione dell’emendamento Rotelli al Decreto “Infrastrutture” (Dlgs 21 maggio 2025, n. 73) rappresenta un deciso passo avanti verso la piena integrazione della sostenibilità ambientale nelle politiche pubbliche. Con la previsione espressa dell’obbligatorietà dei Cam in tutti gli appalti pubblici relativi ai lavori edilizi, si colma finalmente un vuoto normativo che per troppo tempo ha frenato, o rischiato di farlo, l’adozione diffusa di pratiche sostenibili nel settore delle ristrutturazioni edilizie.
Gare pubbliche: i Cam diventano obbligatori
Grazie a questa norma, le stazioni appaltanti avranno un quadro chiaro e vincolante, che non lascia spazio ad ambiguità: i Cam dovranno essere parte integrante delle procedure di gara, diventando leva strutturale per favorire l’innovazione tecnologica, il contenimento dei consumi e la riduzione degli impatti ambientali.
L’edilizia pubblica come motore della transizione verde
Non è un caso che l’intervento legislativo riguardi il comparto edilizio, uno dei settori a più alto impatto ambientale. Trasformare l’edilizia pubblica in motore della transizione ecologica significa non solo contribuire alla tutela dell’ambiente, ma anche offrire nuove opportunità di sviluppo alle imprese italiane, specialmente quelle che hanno già investito in qualità e sostenibilità.
Il caso virtuoso della Tuscia
Un esempio virtuoso viene dalla Tuscia, dove il distretto della ceramica eccelle nell’adozione di soluzioni idriche innovative, come rubinetterie a basso flusso e sistemi di scarico a ridotto consumo. L’imminente aggiornamento del decreto sui limiti edilizi permetterà di valorizzare ancora di più queste esperienze d’eccellenza, rafforzando il legame tra produzione locale e obiettivi ambientali globali.
Appalti pubblici e istituzioni: un’alleanza per la sostenibilità
La leva dei contratti pubblici si conferma quindi essenziale per sostenere la transizione verso un modello economico più verde. Ma a fare la differenza è anche il ruolo delle istituzioni: il lavoro svolto a fianco delle imprese e l’ascolto attivo dei territori hanno reso possibile un emendamento che rappresenta un caso emblematico di buona politica, capace di coniugare sviluppo economico e sostenibilità.
Dalla tecnica alla strategia
I Cam non sono più soltanto uno strumento tecnico o un obbligo da adempiere: sono una chiave di accesso alla manifattura del futuro, che guarda alla transizione ecologica non come a un ostacolo, ma come a un’opportunità concreta per crescere, innovare e competere su scala globale.