
L'analisi realistica
Apocalypse dazi? La sinistra urla, ma intanto la Borsa vola e l’Italia fa record su spread e investimenti
I dazi bene non faranno, ma per il momento l’effetto-annuncio, sull’economia, non si vede, anzi. Il più importante quotidiano italiano, il “Sole 24 Ore“, oggi titola sulle Borse che volano, il dollaro che sale (e che favorisce gli investimenti europei) e lo spread Italia-Germania che scende sotto i limiti minimi del 2008 a 81 punti, meno di quanto fosse prima della crisi Lehman Brothers, quel drammatico tsunami dei derivati che gettò l’economia globalizzata in uno stato comatoso decennale. Tutto sommato, i segnali non sono poi così drammatici, anche perché l’accordo Usa-Ue sui dazi è ancora da mettere giù nel dettaglio e Bruxelles, anche su sollecitazione del governo Meloni, già pensa ai sostegni alle imprese, in stile Covid. E il Fmi? Ha rivisto al rialzo le stime di crescita. Trascurabili momenti di felicità, per l’economia, direbbe lo scrittore Francesco Piccolo. In attesa di una batosta sui dazi che potrebbe fare meno male del temuto, come dicono autorevoli economisti oggi sui giornali.
Dazi, allarme ma il catastrofismo non è condiviso dagli economisti
L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi non appare chiarissimo, a poco più di 48 ore dalla stretta di mano tra il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E questo è un altro punto da considerare, prima di urlare all’apocalisse dei dazi, come da ieri fa la sinistra. Vediamo un poì di titoli dei giornali, oltre al “Sole“, che all’interno interroga il colosso del latte, Granarolo. Titolo: ““Poche preoccupazioni dai dazi ma allarme sul prezzo del latte troppo alto”.Più pessimista Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria: “L’accordo un colpo per le imprese Ora dazi di sopravvivenza per limitare la concorrenza cinese”. L’ex ministro Giulio Tremonti vede il bicchiere mezzo pieno: “L’Ue è a una svolta Per uscire dalla crisi stop all’unanimità nelle decisioni” mentre l’economista Tannebaum ipotizza revisioni possibili. “I dazi peseranno sui consumatori anche negli Usa” (Corriere della Sera). Gozzi (Federacciai) sposta la linea di allarme sulla Cina: “Per Bruxelles il vero fronte è Pechino va respinta l’invasione” (Repubblica). Un altro economista, Michael Spence, si iscrive al partito dei non catastrofisti: “Le tariffe al 15% non saranno un disastro ma l’Europa investa sul mercato interno” (La Stampa). E l’Europa? “A giugno sale l’export nei Paesi extra-Ue (Il Messaggero).
Italia paese più attrattivo d’Europa
In Italia, al momento, l’economia spinge e mostra segni di vitalità. ”Nel 2024 l’Italia ha registrato un record storico in Europa per gli investimenti esteri greenfield, con 35 miliardi di euro: più di Germania e Francia, confermandosi così come il Paese più attrattivo in questo momento”, ha fatto sapere ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante la riunione del Comitato Interministeriale per l’Attrazione degli Investimenti Esteri (Caie). “Siamo considerati in questo momento come i più affidabili, sia per la solidità del governo sia per la resilienza del nostro sistema produttivo”. Un dato, questo, frutto ”dell’affidabilità del governo, che agli occhi degli investitori internazionali dimostra stabilità, continuità e capacità di azione”, ha aggiunto Urso, citando l’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale e la discesa dello spread tra titoli italiani e tedeschi. Ma anche un risultato che viene dalle riforme messe in campo ”come il decreto sugli asset strategici, l’istituzione dello Sportello Italia per l’attrazione degli investimenti e la Zes unica”, ha evidenziato il ministro.
“Gli ultimi dati sul commercio con l’estero e il rendimento del debito pubblico ci dicono che, nonostante le turbolenze dell’economia globale, l’Italia risulta oggi molto attrattiva per i consumatori e gli investitori stranieri: è un ‘porto sicuro’, affidabile e resiliente, grazie a un dinamismo di fondo che il Governo Meloni sta valorizzando al meglio”, conferma Marco Osnato – presidente della Commissione Finanze della Camera e responsabile economico di Fratelli d’Italia, commentando la discesa dello Spread Btp-Bund decennali sotto agli 80 punti-base e i dati Istat secondo cui a giugno, rispetto a maggio, l’export ha avuto una crescita significativa (+6,0%), trainata dalle ottime vendite di beni strumentali e maggiore di quella dell’import (+5,1%). “Si tratta di numeri congiunturali, che non possono farci abbassare la guardia ma confermano una tendenza precisa: l’Italia non è più la ‘cenerentola d’Europa’, come l’aveva ridotta chi era abituato a sprechi e sussidi”, aggiunge l’esponente di Fdi. “Cittadini, imprese e risparmiatori stranieri si fidano del ‘made in Italy’, nei mercati di beni e servizi come in quello dei titoli sovrani. Siamo con orgoglio una Nazione aperta e produttiva, che ispira fiducia anche grazie alla stabilità politica e alla gestione responsabile delle sue finanze. E il centrodestra unito ha tutta la determinazione per andare avanti”, conclude Osnato.