
Epica sfida tra giganti
Wimbledon, Fognini si arrende al 5° set ma non si piega ad Alcaraz: e il pubblico inglese gli tributa l’onore delle armi
Lo spagnolo avrà anche vinto, ma la lezione di tennis, almeno per due set, oggi gliel'ha impartita l'azzurro: e questo Carlitos non lo dimenticherà. Perché grinta e talento sono indiscutibili, certo, ma l'arte della resilienza non è da tutti...
Un grande, incedibile Fabio Fognini lotta come un leone, esempio resilienza e generosità, e si arrende solo al quinto set a Carlos Alcaraz al primo turno di Wimbledon: 7-5 6-7(5) 7-5 2-6 6-1, in quattro ore e 26 minuti, il punteggio in favore del vincitore delle ultime due edizioni dei Championships, che accede al secondo turno e incontrerà il qualificato Oliver Tarvet, oggi vittorioso sul qualificato Riedi.
Wimbledon, Fognini si arrende ma non si piega ad Alcaraz
Fabio Fognini saluta il primo turno di Wimbledon, il terzo Slam della stagione in corso da oggi sull’erba dell’All England Club di Londra. L’azzurro, numero 138 al mondo e all’ultimo Wimbledon, viene battuto in cinque set dal numero 2 al mondo in 4 ore e 27 minuti di gioco. Ora, lo spagnolo alla ricerca del terzo successo di fila nel torneo di Londra, affronterà nel secondo turno il britannico Oliver Tarvet, al primo Slam in carriera e numero 719 al mondo.
Una battaglia a colpi di talento e resilienza consumata in 5 set
Numeri, classifiche e risultati agonistici a parte, comunque, c’è una sottile linea tra la gloria e la sconfitta, e a Wimbledon, sull’erba sacra del Centre Court, Fabio Fognini l’ha sfiorata. L’ha accarezzata. E decisamente l’ha fatta sua per lunghi, interminabili game. Nonostante la sua corsa si sia fermata contro il campione spagnolo – oggi apparso quasi in ombra rispetto alla tenacia e alla voglia di vincere del talento dell’azzurro – al termine di una battaglia epica durata cinque set, il ligure ha regalato a tutti gli appassionati un’impresa che resterà negli annali di questo torneo. Non è stata una vittoria sul campo. Ma è stata sicuramente una vittoria dell’orgoglio. Del talento. Della capacità di non arrendersi mai.
Wimbledon, un eroe senza tempo che fa tremare Alcaraz
Perché il Fognini “originale”, l’estroso che non si piega alle mode. E oggi, un fenomeno contro il “fenomeno” spagnolo, ha dimostrato che la classe non è acqua, e che l’esperienza, a volte, vale più della potenza. Un 3-2 finale, quello che riassume nell’algida contabilità del risultato agonistico il punteggio freddo, che racconta di una sconfitta. Ma che in realtà narra una storia di resilienza e di colpi da fuoriclasse. Alcaraz, il giovane prodigio che sta dominando il circuito, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio su un Fognini in stato di grazia. Un giocatore che, nonostante i 37 anni (quasi 38, se vogliamo essere pignoli), ha saputo tirare fuori dal cilindro magie sorprendenti: smorzate perfette, passanti che hanno lasciato il pubblico con il fiato sospeso.
A Londra un Fognini in stato di grazia: e il pubblico s’inchina
Dall’altra parte delle rete, Fognini si è ritrovato a guerreggiare contro lo spagnolo Alcaraz: un vero Alcaraz, ma non abbastanza per piegare subito l’animo indomito del nostro tennista. Ed è giusto così, perché il vero tennis è passione, non solo muscoli e trovate acrobatiche estemporanee. Proprio per questo, infatti, l’incontro è stato un’altalena di emozioni. Fognini ha iniziato con il piglio del grande campione, sorprendendo Alcaraz e vincendo i primi due set con un tennis ispirato, fatto di variazioni, tocco e una sagacia tattica impeccabile. E il pubblico di Wimbledon, notoriamente composto e imparziale, si è schierato, quasi senza volerlo, dalla parte dell’italiano, affascinato dalla sua classe cristallina e dalla sua capacità di ribaltare ogni pronostico.
Il vecchio leone contro il delfino del re del tennis
A un certo punto dell’incontro, quando il sogno si stava materializzando – quello del vecchio leone che mette al tappeto il giovane delfino del re del tennis – il pubblico, che pure vede di tutto, ha riconosciuto il talento puro, quello che non ha bisogno di artifici. Ma Alcaraz, da campione sul podio qual è, ha dimostrato perché si trova in cima alla classifica mondiale. Con la tenacia dei fuoriclasse, ha saputo reagire. Alzare il livello del suo gioco. Trovare colpi di potenza e precisione che hanno lentamente eroso le certezze di Fognini. Il terzo e il quarto set sono stati un assolo dello spagnolo, che ha rimesso in parità il match, portando la sfida al quinto e decisivo parziale.
La stanchezza, nemica impietosa per Fognini
Poi, nel set decisivo, la stanchezza, inevitabile dopo quasi quattro ore di battaglia, ha iniziato a farsi sentire per Fognini. Le gambe non rispondevano più con la stessa brillantezza, e qualche errore non forzato, frutto della fatica, ha spianato la strada ad Alcaraz, che ha chiuso l’incontro, seppur con grande fatica e meno convinzione del previsto.
Ma l’azzurro ha lottato fino all’ultima goccia di sudore
Ma anche lì, Fognini non si è dato per vinto. Ha dimostrato che anche quando il fisico cede, la testa e il cuore possono fare la differenza. Un esempio per tutti i giovani, non solo per gli sportivi. Alla fine, certo, ha dovuto accettare la sconfitta. Ma un applauso scrosciante, una vera e propria ovazione, ha accompagnato il tennista italiano fuori dal campo. Non un addio, si spera, ma la conferma che il suo talento ha ancora tanto da dare. E che la sua capacità di emozionare va oltre il risultato. Fognini a Wimbledon ha dimostrato che l’Italia può ancora sognare, anche quando il pronostico sembra segnato. Ha dimostrato che il vero campione non è solo colui che vince, ma anche chi sa lottare con onore e dignità fino all’ultimo punto. E questo vale molto di più di una coppa…