
Bruxelles fuori dai giochi
Trump snobba la Ue: “Non aiuta nelle trattative con l’Iran”. Putin: “Teheran non ha l’atomica”
Il presidente americano gela l'Ue dopo il vertice di Ginevra: "L'Iran non vuole parlare con voi. Vuole parlare con noi". E aggiunge che gli europei non possono aiutarlo
Tre ore di colloqui, nessun passo avanti. I ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito, affiancati dall’Alto rappresentante Ue, hanno incontrato a Ginevra il capo della diplomazia iraniana nel tentativo, vano, di disinnescare la miccia accesa tra Teheran e Israele. L’obiettivo: convincere l’Iran a sottoporre il proprio programma nucleare a controlli più invasivi da parte dell’Aiea, scongiurando un intervento armato americano. La risposta iraniana, però, è stata chiara e tagliente.
Iran: “Dialogo sì, negoziati no”
«Nella situazione attuale, mentre continuano gli attacchi del regime sionista, non stiamo cercando negoziati con nessuno», ha dichiarato Abbas Araghchi alla tv di Stato. Porte sbarrate a Washington: «Non abbiamo nulla da discutere con gli Stati Uniti, che sono complici di questi crimini». Maggiore apertura verso gli europei: «Se cercano il dialogo, non i negoziati, che al momento non hanno senso, non abbiamo alcun problema». E ancora: «La discussione si concentrerà esclusivamente sulla questione nucleare e sulle questioni regionali». Nessuna apertura sui missili: «Non terremo colloqui sui nostri missili con nessuno».
Trump: “Due settimane al massimo”
Parole che non hanno sorpreso Washington. Giunto a Morristown, in New Jersey, il presidente Donald Trump ha subito gelato ogni volontà diplomatica dell’Europa: «L’Iran non vuole parlare con l’Europa. Vuole parlare con noi. L’Europa non potrà aiutarci in questo».
Trump è stato altrettanto netto sui tempi: «Sto dando loro un periodo di tempo e direi che due settimane sarebbero il massimo». E precisa: l’Iran ha “al massimo” due settimane per evitare possibili attacchi aerei statunitensi. Il messaggio è chiaro: l’opzione militare non è esclusa. Ma resta l’impronta di leader che intende mostrarsi come uomo di pace: «Sarò sempre un pacificatore», ha detto Trump ai giornalisti. Ma ha aggiunto: «A volte serve un po’ di fermezza per fare la pace».
Alla domanda se Washington stia valutando l’invio di truppe di terra contro l’Iran, la risposta è stata lapidaria: «È l’ultima cosa che si vuole fare», riporta il Times of Israel.
Putin ribadisce: “L’Iran non ha l’arma nucleare”
Eppure, Vladimir Putin dall’alta parte dell’emisfero ribadisce che «l’Iran non ha intenzione di sviluppare ordigni nucleari», . Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato di aver ottenuto da Israele l’impegno a garantire la sicurezza del personale russo presso la centrale nucleare iraniana costruita da Mosca. Ha inoltre reso noto di aver avviato contatti con entrambe le parti nel tentativo di porre fine al conflitto che si protrae da una settimana. «Il primo ministro Netanyahu è d’accordo e il presidente Trump ha promesso di sostenere le nostre legittime richieste», ha dichiarato Putin. Il leader del Cremlino ha però respinto con fermezza le accuse di scarso sostegno a Teheran, ribadendo che la Russia mantiene buoni rapporti sia con l’Iran sia con Israele. Ha infine ricordato che in Israele vivono quasi due milioni di persone originarie della Russia e di altre ex repubbliche sovietiche, «un fattore che abbiamo sempre considerato».
Le manovre diplomatiche europee
Intanto, gli europei si aggrappano ai fragili fili del dialogo. Emmanuel Macron ha parlato di una «offerta negoziale globale» pronta per porre fine alle ostilità. Il capo della politica estera Ue, Kaja Kallas, ha confermato che si è convenuto di «discutere delle questioni nucleari, ma anche di questioni più ampie, e di mantenere aperte le discussioni».
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha dichiarato che «il ministro iraniano ha dato la sua disponibilità a proseguire le discussioni sul programma nucleare e su tutti i temi. Ci aspettiamo che l’Iran si impegni nella discussione, anche con gli Stati Uniti per una soluzione negoziale del conflitto».
Il tedesco Johann Wadephul ha definito i colloqui «molto seri» e ha ribadito: «Per la Germania è di fondamentale importanza che gli interessi di sicurezza di Israele siano tutelati».
Il segretario di Stato per gli affari esteri britannico David Lammy, reduce da un incontro a Washington con il segretario di Stato Usa Rubio e l’inviato speciale del presidente Trump, Witkoff, ha ricordato che gli europei hanno chiarito che «l’Iran non può avere un’arma nucleare» e ha invitato Teheran «a proseguire i colloqui con gli Stati Uniti».
Washington resta aperta, ma con il pugno pronto
Rubio, infatti, ha fatto sapere agli interlocutori europei e italiani (due giorni fa ha sentito anche Antonio Tajani) che Washington resta aperta a colloqui diretti, pur preparando un eventuale intervento militare. Secondo quanto riferito dalla Cnn, Trump continua a sostenere gli sforzi diplomatici europei, benché gli eventi sul campo rendano il quadro sempre più incandescente.