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Matteo Salvini al termine del Consiglio federale della Lega su terzo mandato e pace fiscale

Il consiglio federale

Terzo mandato e pace fiscale: la Lega va avanti «con decisione». Ma Salvini avverte: «No a scontri con gli alleati»

L'assise leghista esprime apprezzamento per l'apertura di FdI a una norma per tutte le regioni. E sulla rottamazione il segretario chiarisce che «non è alternativa, ma complementare ad altre proposte» della maggioranza

Politica - di Agnese Russo - 11 Giugno 2025 alle 20:13

Il terzo mandato resta motivo di frizione tra Lega e Forza Italia. Ma, nel corso del consiglio federale che si è svolto alla Camera, Matteo Salvini è stato chiaro nell’invitare i suoi a mantenere la calma ed evitare lo scontro con gli alleati. Il Carroccio è deciso a «portare avanti, con decisione e senza alcuna incertezza» il tema, ma la linea dettata dal segretario e trapelata dalla riunione a porte chiuse è quella del confronto, non del muro contro muro. Apprezzamento, inoltre, è emerso per le aperture su una nuova norma per tutte le regioni giunte da FdI.

La pace fiscale «complementare ad altre proposte degli alleati»

Chi sperava che il consiglio federale, durato due ore, si trasformasse nel lancio di un redde rationem, insomma, è rimasto deluso. Anche sul tema della pace fiscale, primo punto dell’agenda, Salvini ha spiegato di non volere tensioni in maggioranza: «Non si tratta di una soluzione alternativa ad altre proposte degli alleati, ma “complementare”», ha sottolineato, assicurando che l’obiettivo della Lega è di approvare la norma entro l’estate in Commissione, e averla operativa con la legge di Bilancio, a inizio 2026. Road map che il ministro per l’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha valutato possibile, interpellato a fine riunione: «Sì, i tempi ci sono anche, adesso c’è da lavorare sui dati e sulla proposta. E poi c’è l’iter parlamentare per la definizione della platea da definire…».

Le frizioni con Forza Italia sul terzo mandato

Sul terzo mandato ad accendere gli animi, come raccontato da più fonti presenti in Sala Salvadori, sono state le parole di Antonio Tajani che, ribadendo il no di FI, ha fatto un riferimento a Hitler e Mussolini («Anche loro avevano vinto le elezioni»), che i leghisti non hanno affatto gradito. Per il governatore Zaia questi riferimenti rappresentano «parole totalmente fuori luogo».

Il richiamo di Salvini: «Evitiamo gli scontri»

Salvini però ha placato gli animi, invitando a «non prestarsi a scontri» che non fanno il bene dell’alleanza di governo. A verbale in serata finisce il pressing dei governatori, che al segretario hanno chiesto un impegno preciso: «Serve formalizzare la proposta di una legge sul terzo mandato», è stato il coro di Zaia, Fontana e Fedriga, che hanno chiesto a Salvini di porre la questione «in modo definitivo». «È logico che ci siamo, dobbiamo andare avanti», avrebbe risposto il segretario, facendo capire che da vicepremier deve anche puntellare la tenuta della maggioranza.

 

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di Agnese Russo - 11 Giugno 2025