
Vittoria al fotofinish
Svolta sovranista in Polonia: eletto Nawrocki, beffata la sinistra. Meloni: condividiamo valori comuni
Con lo slogan mutuato dalla campagna elettorale di Donald Trump, “Polonia first”, Karol Nawrocki vince le presidenziali in Polonia dopo un testa a testa con il sindaco di Varsavia progressista Rafal Trzaskowski. Quest’ultimo, forzando la mano, si era già auto proclamato vincitore. Ma anche stavolta la sinistra, come sappiamo bene in Italia, aveva cantato vittoria troppo presto.
Ribaltando tutti i sondaggi, il candidato sovranista ha vinto il ballottaggio per le elezioni presidenziali in Polonia con il 50,89% dei voti (10.606.628), mentre il suo rivale – il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski – ha ottenuto il 49,11% (10.237.177 voti). L’affluenza alle urne è stata del 71,63%.
Le congratulazioni di Meloni al neo presidente polacco
Congratulazioni a Nawrocki per la sua elezione a Presidente della Repubblica di Polonia. Auguri per il suo mandato alla guida di una nazione con la quale condividiamo valori comuni e solidi rapporti di collaborazione, nonchè di storica amicizia. Buon lavoro. Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni.
Il premier ungherese Viktor Orban definisce quella di Karol Nawrocki in Polonia come “una fantastica vittoria”. Mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è congratulata con il neo presidente, esprimendo la sua “fiducia” nel proseguimento dell'”ottima cooperazione” con Varsavia. “Sono fiduciosa che l’Ue continuerà la sua ottima cooperazione con la Polonia”, ha scritto su X, aggiungendo: “Insieme siamo più forti”.
Una biografia anticomunista e antisovietica, ‘wanted’ in Russia
Nato 42 anni fa nella città portuale di Danzica, sede delle proteste di Solidarnosch di Lech Walesa, Nawrocki è un ex pugile dilettante, ha conseguito un dottorato di ricerca in storia e un Mba, Nawrocki è stato direttore del Museo della Seconda guerra mondiale di Danzica dal 2017 al 2021. Dal 2021, ha diretto l’Istituto della Memoria Nazionale (Ipn) per indagare sui crimini del periodo nazista e comunista. I suoi interessi di ricerca includono l’opposizione anticomunista polacca, la criminalità organizzata durante il periodo comunista e la storia dello sport. L’anno scorso, la Russia ha inserito Nawrocki nella lista dei ricercati per i suoi presunti tentativi di rimuovere monumenti dell’era sovietica in Polonia.
Fidanza: Nawrocki ha sconfitto il “campo larghissimo”
“Grande vittoria del candidato conservatore Karol Nawrocki alle elezioni presidenziali in Polonia! Dopo mesi di arroganza e utilizzo politico della giustizia, il “campo larghissimo” – dai popolari ai comunisti – che sorregge Donald Tusk perde rovinosamente e forse nelle prossime settimane la stessa maggioranza di governo potrebbe entrare in crisi. Congratulazioni al Presidente Nawrocki e agli amici del Pis per questo eccezionale successo”. Così il vicepresidente di ECR Party Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo. Ps: ma quelli che in occasione del ballottaggio delle presidenziali rumene parlarono di “pesante sconfitta di Giorgia Meloni” oggi riconosceranno una sua grande vittoria? Chissà perché ma ne dubito”.
Procaccini: Con Nawrocki Europa di nazioni non di negazioni
“Il gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) celebra l’elezione di Karol Nawrocki a presidente della Repubblica di Polonia”. E’ quanto si legge in una nota del gruppo Ecr al Parlamento europeo. “In una corsa serratissima, Nawrocki si è assicurato la fiducia di milioni di persone che hanno scelto la convinzione al conformismo, la storia all’oblio e la sovranità alla sottomissione. La sua vittoria non è solo una decisione polacca, ma un messaggio europeo”, afferma il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo, Nicola Procaccini. “In un momento in cui le visioni di un’integrazione centralizzata dominano l’agenda di Bruxelles, la sua elezione sottolinea l’importanza duratura di un’Europa radicata nella diversità, nella sussidiarietà e nel rispetto reciproco. Lungi dall’opporsi all’idea europea, questa visione ricorda la promessa originaria dell’Unione: un’Europa di nazioni, non di negazioni. E’ un’Europa in cui l’unità non significa uniformità – conclude la nota del gruppo Ecr al Parlamento europeo – ma piuttosto cooperazione volontaria tra democrazie sovrane”.