
"Come gli zombie"
Superbonus, i numeri del disastro spiegati bene: ecco a quanto ammonta la voragine
Un'analisi dettagliata del Foglio smonta le rivendicazioni M5S e le letture fuorvianti del recente studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio: disvalore di 160 miliardi
Che il Superbonus sia stato un disastro per la nostra economia se ne sono accorti tutti, tranne i Cinquestelle che continuano ad esaltarne addirittura la funzione di ripresa nazionale. Il Foglio analizza i dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio e dimostra, ancora una volta, quanto sia stata nefasta la misura voluta da Giuseppe Conte in piena era Covid.
Il Superbonus: anatomia di un fallimento
Nell’articolo pubblicato dal giornale diretto da Claudio Cerasa, si sottolinea che «le idee economiche ogni tanto sono come gli zombie, continuano a circolare anche dopo il loro decesso. È così per il Superbonus, di cui se ne propagandano le virtù post mortem. Il Fatto quotidiano, prontamente rilanciato dal M5s, interpreta alla sua maniera uno studio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb): “L’Upb: il 110% ha fatto crescere pil e occupati”. E ancora “Più debito, poca crescita”, il “buco” e altre inesattezze a mezzo stampa». La tesi proposta da questa lettura è, in sostanza, che secondo l’Upb gli incentivi edilizi avrebbero dato un grande contributo alla ripresa economica e alla crescita occupazionale, con effetti positivi sui conti pubblici: «Oggi, grazie all’Upb, possiamo anche apprezzare l’impatto del 110% sulla crescita post-Covid e l’ottimo effetto dei soldi spesi dallo Stato». Ma l’analisi del quotidiano diretto da Travaglio viene smontata dai numeri reali.
Un disvalore di 160 miliardi
«Basterebbe leggere con completezza il documento del watchdog fiscale», continua l’articolo del Foglio. «L’Upb, infatti, stima che gli incentivi edilizi hanno avuto un effetto positivo sulla crescita nel periodo 2021-24 (e ci mancherebbe, dopo aver speso 220 miliardi di euro!) misurato complessivamente in 3 punti di pil (+1,5 nel 2021; +1,4 nel 2022; +1 nel 2023; -1 nel 2024). Il problema è che di miliardi i bonus edilizi ne sono costati circa 220 miliardi, ovvero 11 punti di pil: ciò vuol dire che il moltiplicatore è stato di circa 0,3 (stessa stima del Fmi). In pratica lo stato ha speso 220 e ottenuto 60 di crescita: un moltiplicatore sì, ma del debito».
Il debito aumenterà di quasi cinque punti
Il Foglio sottolinea come si sia trattato di «un pessimo affare. Non a caso l’Upb, nello stesso Rapporto sulla politica di bilancio, segnala come nel triennio 2025-27 il debito pubblico aumenterà di 4,6 punti (circa 100 miliardi) proprio per gli effetti del Superbonus: si tratta dei crediti che mano mano vanno a scadenza. Insomma, la poca crescita è ormai alle spalle mentre i tanti debiti da pagare sono ancora davanti a noi. Secondo le stime del Documento di finanza pubblica (Dfp) quest’anno si toccherà il picco: l’impatto della cassa dei bonus edilizi sarà pari a 40 miliardi di euro. È questa la voragine nei conti pubblici che solo gli appassionati di zombi non riescono a vedere».