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caso kaufmann la manina dietro il killer di villa pamphili

Cinema e delitti

Spunta “una manina sinistra” dietro il killer di Villa Pamphili: le prove della truffa ai danni dei cittadini sono state manipolate?

Qualcuno sta ripulendo gli archivi per cancellare le prove delle frodi ai fondi pubblici del cinema. Intorno al caso Kaufmann, ombre che vanno ben oltre i delitti che hanno sconvolto la capitale

Cronaca - di Ginevra Lai - 25 Giugno 2025 alle 19:54

C’è una «una misteriosa manina» che tenta di cancellare la scia di inganni e sangue lasciata da Francis Kaufmann. Lo rivela Open: qualcuno sta manomettendo le schede originali dei film spacciati dal presunto regista e produttore, oggi detenuto in Grecia, accusato del duplice omicidio di Villa Pamphili. Un caso che si gonfia di giorno in giorno: dalle truffe milionarie ai fondi per il cinema ai corpi senza vita di Anastasia Trofimova e della piccola Andromeda.

La “manina rossa” dietro il killer di Villa Pamphili

Aveva messo in piedi un teatrino ben oliato. Usava alias a volontà, accostava il proprio nome a quello di star internazionali, si presentava come attore, produttore, regista. E, soprattutto, rastrellava soldi con la promessa di film «fantasma» — prodotti sulla carta, mai realizzati.

A quanto risulta, le tracce digitali legate a lui e alla casa di produzione Tintagel Films su IMDb Pro stanno man mano scomparendo. Tra il 24 e il 25 giugno, metà delle produzioni che figuravano a suo nome — sotto l’alias Rexal Ford — sono scomparse. Anche i profili fittizi legati al suo giro, come quello di un certo Matteo Capozzi, risultano rimossi. Un lavoro di pulizia ancora in corso, che alimenta nuove domande su chi, nella sua rete di relazioni, stia ora lavorando per coprire l’assassino.

Il Secolo aveva acceso i riflettori sulla vicenda giorni fa. Allora intervenne anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli accusando la sinistra di aver permesso a soggetti simili di approfittare dei soldi degli italiani. «La riforma del tax credit ha permesso di riconoscere un problema ereditato dai precedenti governi: un sistema che permetteva ruberie e sprechi — spiegava — Ora, grazie al lavoro avviato dal governo Meloni, casi come Kaufmann non ci saranno più. E se ce ne saranno, li scopriremo subito».

Il killer che dormiva a Villa Pamphili

Ma intanto, le indagini sulla tragedia avanzano. Per 15 giorni Kaufmann aveva vissuto nel parco con la donna e la piccola. Secondo i tabulati telefonici, la sera del 3 giugno il trio fu avvistato da Starbucks di piazza San Silvestro. Kaufmann litigò con un uomo e rimediò una ferita alla nuca. Poi, rifiutati i soccorsi, si allontanò con Anastasia e Andromeda.

L’autopsia indica che la donna potrebbe essere stata uccisa tra la notte del 3 e l’alba del 4. In quelle ore il telefono di Kaufmann — attivato due mesi prima a Termini — si spense. Si riaccese una settimana dopo dalla Grecia.

Nei giorni successivi, l’uomo venne visto girare per Roma con la bambina in braccio e un trolley. In quel bagaglio, secondo gli inquirenti, nascondeva gli effetti personali di Anastasia. Le modalità di occultamento dei due corpi sono identiche. I vestiti e i documenti della donna non sono stati più ritrovati.

Tre giorni con la piccola Andromeda

Per tre giorni dunque, prima di uccidere anche la bambina, il killer dunque si aggirava tranquillo per le strade della capitale. Eppure, nessuno aveva segnalato quella presenza anomala. Nessuna comunicazione ai servizi sociali, nonostante quattro interventi della polizia per ubriachezza molesta e atteggiamenti aggressivi. «Nessuno ci ha segnalato la coppia per fare una verifica», ha dichiarato l’assessore Barbara Funari al Corriere della Sera. «I servizi sociali si attivano su segnalazione. Chiunque avesse visto i tre in condizioni non idonee avrebbe potuto chiamare la sala operativa», ha detto a sua discolpa.

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di Ginevra Lai - 25 Giugno 2025