
Guerra e pace
Schlein sfida Meloni, Picierno sfida Elly: “Così non governeremo mai, basta marce pacifiste, il Pd cambi idea sulla difesa”
Elly Schlein, che ieri aveva chiamato Giorgia Meloni per “consultazioni” sull’attacco degli Usa all’Iran, oggi annuncia battaglia in aula. “Le chiederemo di dire con chiarezza che l’Italia non parteciperà ad azioni militari e non consentirà che le nostre basi vengano utilizzate per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale, tutta, deve fermare”, dice la segretaria nazionale del Pd a Repubblica. “Meloni deve difendere il trattato di non proliferazione nucleare che rischia di saltare. E agire insieme con l’Ue. Quel che purtroppo è mancato, in questo tragico contesto, è un’Europa in grado di parlare con una voce sola sulla politica estera e condannare la persistente aggressione al multilateralismo: prima di attaccare unilateralmente Teheran”, aggiunge Schlein, che sfida la premier ma si ritrova a sua volta sfidata, dalla sua “Pina” nel fianco, l’europarlamentare Picierno, che sul “Foglio” va giù pesante sulla deriva “pacifinta” del Pd e della sinistra.
Schlein attaccata dalla Picierno, la sua “Pina” nel fianco
“Un’Europa indifesa è un’Europa che non può difendere la pace, una stella polare per qualsiasi conflitto, da Kyiv a Gaza e Teheran. Però, troppi, a destra come a sinistra, balbettano invece di dire che senza il regime degli ayatollah il mondo sarebbe un posto migliore”, dice la vicepresidente del Parlamento europeo, che rilancia l’idea di un possibile ruolo di Bruxelles: “Ospitiamo all’Eurocamera il vertice di tutte le opposizioni iraniane”.
Pina Picierno ne ha per tutti, soprattutto per gli alleati del Pd: attacca la “difesofobia”, da Conte alla Lega passando per una parte del Pd di Schlein, e striglia un’opposizione “che lavora per restare tale e preferisce stare a urlare fuori dai vertici invece che dentro a discutere”. Altro che no al riarmo. “Se avessimo già avuto una difesa comune oggi, avremmo davvero potuto avere voce per fermare i conflitti in corso”, poi apre al target del 5 per cento alla Difesa, “vediamo di cosa è fatto, se contenesse un 1,5 per cento per infrastrutture ad uso anche civile e il target fosse da raggiungere in dieci anni non sarebbe una proposta folle”. Altro che Sanchez e gli amici spagnoli della Schlein…
Picierno sottolinea che “la piazza Pd per Gaza è stata importante ma rimane la ferita di non aver visto una medesima mobilitazione per l’Ucraina che da tre anni viene colpita a morte da Putin” e critica una sinistra dalle scarpe sempre pronte per le varie marce pacifiste “a scendere in piazza in sostegno del popolo ucraino, per una pace giusta e contro l’imperialismo di Mosca”.
L’attacco all’opposizione: “Così non andrà mai al governo”
Parole durissime, poi, anche sul modo di contrastare il governo Meloni. “Certe volte ho il sospetto che qualcuno stia lavorando per rimanere all’opposizione, anzi, più che un sospetto è una preoccupazione gigantesca, specie se si considera che questo paese ha un bisogno enorme di un’alternativa forte, credibile, europeista a questo governo. Ogni volta che Gran Bretagna, Germania e Francia spingono per un’iniziativa, l’Italia guarda dall’altra parte… mi pare prevalga oggi lo spirito distruttivo tipico di chi non vuole assumersi responsabilità”. “Esiste ancora la sinistra di governo in questo paese. C’è in Italia un sentimento progressista – o meglio riformista – che attende una proposta politica convincente e credibile. Temo però che sebbene tutto ciò esista diffusamente nel paese, non sia così presente nella consapevolezza dei leader che guidano in questo momento l’alternativa… l’opposizione, per essere proposta di governo, deve essere credibile. Non basta la somma aritmetica dei partiti che compongono potenzialmente la coalizione, perché non si pesa un fattore che in politica è centrale: la credibilità della proposta… oggi i leader dell’opposizione sono impegnati a fare il pieno di voti nel loro campo, polarizzando i dibattiti ma annichilendo la possibilità di diventare proposta credibile di governo perché così c’è un intero pezzo di paese che resta fuori…“. Idee chiare, quasi di destra, quelle della Picierno: “Rafforzamento della difesa, dell’intelligence e della sicurezza, ingenti investimenti pubblici e privati nelle transizioni, flessibilità massima per le regole commerciali e produttive che devono sempre adattarsi ai mutamenti di fase”. E i pacifisti di sinistra? “Chi sta al governo, o chi ci vuole andare, non può permettersi il lusso di raccogliere voti negando i rischi che il mondo sta correndo. E la parabola di Conte, l’ex primo ministro che aumentò le spese militari, in tutto questo è esemplare: sappiamo tutti che è una caratteristica di Conte recitare mille parti nella stessa commedia, però colpisce molto questa mancanza di serietà, e non saprei definirla in maniera diversa”.