“Rino Gaetano regna sovrano”: 44 anni senza quel calabrese anarchico che cambiò la musica italiana

C’è uno striscione memorabile dei tifosi della Sampdoria (la sua squadra del cuore) che recita: “Rino Gaetano, regna sovrano”: 44 anni dopo la sua morte, avvenuta per un tragico incidente stradale, il 2 giugno 1981, l’artista nato a Crotone e che a ottobre avrebbe compiuto 75 anni, rimane un punto di riferimento sempre attuale. Amato e conosciuto anche dai più giovani per la bellezza delle sue canzoni, l’ironia, lo spirito anarchico e ribelle.

Rino Gaetano  da a Il cielo è sempre più blu a Nunterregae più

Salvatore Rino Gaetano, detto Rino, iniziò a cantare a 19 anni. Una gavetta che durerà cinque anni fino a quando Renzo Arbore e Gianni Boncompagni non lo scoprirono lanciandolo ad Alto Gradimento. Era il 1974. L’anno dopo Rino spiccherà il volo con un 45 giri: Il cielo è sempre più blu. Centomila copie vendute e una popolarità che raggiungerà altre vette.

Un brano che ancora oggi è amato dai giovani( e che Giorgia Meloni inserirà come colonna musicale della sua vittoria, il 2022).

Arriveranno altri capolavori: Mio fratello è figlio unico e Nuntereggae più, con la celebre esibizione da Maurizio Costanzo, alla presenza di Susanna Agnelli, e la frase , “Gianni Agnelli, nunterregae più”, che ne accresceranno la simpatia.

Sanremo e Gianna, un altro capolavoro

Il 1978 Rino Gaetano decide di accettare l’invito e partecipa al Festival di Sanremo. Presenta Gianna, un altro dei suoi capolavori con un look rivoluzionario: un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica.

Per la prima volta a Sanremo compare la parola “sesso” nel testo di una canzone.

La censura e il nome di Moro cancellato

Rino dovette subire molte volte il taglio della censura. E anche dell’autocensura. Nuntereggae più conteneva, nella versione originale, il nome di Aldo Moro, che fu poi tagliato dopo la tragica fine dello statista. E di Indro Montanelli, Frank Sinatra, Michele Sindona. La Rai gli contestò la canzone a un evento di Discomare e per questo decise di non partecipare.

La predizione della morte e l’ombra dei servizi

Rino il 1979 era incredibilmente sopravvissuto a un incidente stradale in cui era stato investito. Due anni dopo, alle quattro del mattino, sulla Nomentana, viene di nuovo investito da un’auto in corsa  e rifiutato da diversi ospedali. “La strada era buia, s’andò al San Camillo e lì non l’accettarono forse per l’orario, si pregò tutti i santi ma s’andò al San Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero”, aveva scritto il cantante ne La ballata di Renzo, due anni prima.. La notte dell’incidente in realtà gli ospedali che lo rifiutarono lo fecero perché non disponevano di un complesso chirurgico adeguato.

In un libro, Bruno Mautone ipotizza che la morte di Rino Gaetano non fosse affatto un evento casuale, ma che, all’opposto, si sia trattato di un omicidio organizzato dai servizi segreti italiani, probabilmente su commissione degli omologhi statunitensi, in quanto le canzoni del cantautore crotonese citavano nomi e fatti che sarebbero dovuti rimanere segreti. Secondo l’autore, la fonte delle rivelazioni di Gaetano sarebbe stata un suo carissimo amico, Enrico Carnevali, il quale morirà pochi mesi dopo in un incidente stradale “avvenuto al pari di Rino, sulla Nomentana”. Una tesi suggestiva ma mai suffragata da prove.

La sua poetica

Una lirica ironica, colta, sfrontata. Un sapore di Calabria che traspare nelle emozioni, il Sè dialogico che ricorda(come il libro di Giuseppe Femia, Natalina e le storie che curano) la potenza della scrittura. C’è chi dice, giustamente, che Rino avrebbe potuto raggiungere De Andrè nelle sue vette, seppure da angolazioni diverse. In realtà, come chi suda e chi lotta, è entrato nell’immortalità.