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Nordio

La separazione delle carriere

Riforma della giustizia, il ministro Nordio detta i tempi: “Referendum costituzionale a inizio 2026. Non sia uno scontro di civiltà”

Il Guardasigilli dà il timing di una delle più importanti iniziative inserite nel programma di centrodestra. Presto l'approvazione definitiva in Parlamento

Politica - di Gianni Giorgi - 14 Giugno 2025 alle 16:39

Carlo Nordio ha dato il timing definitivo sul progetto di riforma costituzionale della giustizia. Che a giorni conoscerà un’altra approvazione per poi, nell’ultima lettura, essere licenziato definitivamente ad ottobre, con il referendum previsto dalla Carta che dovrebbe tenersi ad inizio 2026. Un tassello fondamentale del programma di governo del centrodestra.

Le parole di Nordio: “Non sia uno scontro politico”

La riforma della giustizia e l’eventuale referendum non devono “diventare uno scontro politico”, ha detto Nordio parlando coi giornalisti a margine a Milano Marittima, nel Ravennate, del convegno di Magistratura Indipendente. “Il messaggio di oggi – spiega Nordio – che tra l’altro ci ha trovato tutti unanime, è proprio che deve trattarsi, quando arriveremo, a un referendum che riguarda una riforma molto importante della giustizia che però non deve essere ne contro la magistratura ne a favore o contro il governo e non deve assolutamente trasformarsi in uno scontro perché altrimenti ne usciremo tutti sconfitti quale che fosse il risultato”.

“Sul sorteggio per il Csm si troverà una soluzione”

“Ci sono tanti modi di fare il sorteggio, c’è il sorteggio temperato il sorteggio secco e altro. Su questa la discussione è assolutamente aperta e nel momento in cui arriveremo all’elaborazione delle leggi di attuazione io spero che arriveremo ad una decisione che non sarà condivisa al 100% ma che venga il più possibile arricchita di contributi”, ha aggiunto il Guardasigilli circa la revisione delle nomine al Consiglio Superiore della Magistratura.

Il referendum sarà senza quorum

Come previsto dalla norma, il referendum costituzionale non avrà il quorum. Quindi, non sarà necessario che voti la maggioranza più uno degli elettori. Ciò perché la riforma costituzionale prevede una doppia lettura, con una distanza temporale per ogni approvazione di almeno tre mesi. Se c’è la maggioranza dei due terzi, cosa che non accadrà in questo caso, il referendum non diventa obbligatorio ma facoltativo.

 

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di Gianni Giorgi - 14 Giugno 2025