
Tra politica, cinema e farsa
Renzi lancia l’Assemblea di Iv al grido di “Si-può-fare”: ma più che lo slogan di Obama scimmiotta Frankenstein Jr. E c’è chi si sganascia (video)
Nell'annunciare online luogo e data dell'Assemblea nazionale del suo partito, più che l'american dream di Obama il leader di Iv sembra scimmiottare Gene Wilder che a Igor lancia la sfida dell'immortalità. Ma un dato è accertato dalle urne: gli elettori hanno perso la voglia di scommettere sul prossimo, l'ennesimo, "si può fare"...
Il dado è tratto, e l’annuncio lanciato nell’etere con tutto il suo potenziale involontariamente auto-ironico: «L’Assemblea Nazionale di Italia Viva del 5 luglio a Genova si intitola “Si può fare”». Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima e-news e immediato parte il bailamme – e scattano i commenti sardonici – che più che allo slogan di Barak Obama rinviano alle mitica scena di Frankenstein Jr. Sì, quella di un frenetico Gene Wilder nei panni del Dottor Frankenstein Jr., che con gli occhi spiritati e un’eccitazione quasi maniacale, urla al suo assistente Igor: «Si… può… fare!»…
Ma sappiamo tutti com’è andata a finire: un gran baccano, un mostro forse un po’ rivitalizzato ma che alla fine inciampa sempre sulle sue stesse gambe e si normalizza mimetizzandosi in un anonimato che ne stempera carattere e natura.
Renzi, più che Obama rievoca Frankenstein Jr…
E allora viene da chiedersi se Renzi stia cercando di rianimare un partito che, a molti, sembra già più che defunto. O se stia semplicemente allestendo un nuovo spettacolo pirotecnico per distrarci tra ricchi premi e cotillon dal fatto che, sotto sotto, il motore politico della macchina di Iv e del carrozzone del centrosinistra tutto, resta spento. Così come le coscienze del suo elettorato di riferimento sempre più disorientate, perplesse, tramortite e scoraggiate. Il dubbio, naturalmente, è che il “mostro” creato a Genova finisca per avere la stessa, imprevedibile, ma in fondo innocua, portata del suo antenato cinematografico. E noi non possiamo che osservare, con un sorriso a mezza bocca, l’ennesimo tentativo di rianimazione in diretta.
Il fatidico “si può fare” per l’annuncio dell’Assemblea di IV
Così, a metà strada tra l’accanimento terapeutico e la sfida all’improbabile, in calce all’annuncio di luogo e data dell’evento, Renzi aggiunge: «Abbiamo bisogno di parlarci ed ascoltarci. L’appuntamento è presso l’Auditorium dell’Acquario (Ponte degli Spinola). La scelta di Genova forse non è la più comoda, in attesa della fine dei tanti lavori previsti sul territorio ligure, ma è simbolica ed ha un doppio valore: dieci anni fa la sinistra cominciò a dividersi proprio in Liguria con l’assurda guerriglia interna contro l’allora candidata Presidente della Regione Lella Paita. Oggi, dieci anni dopo, lo sforzo unitario ha portato a vincere a Genova con Silvia Salis, che porterà il saluto da sindaca ai nostri lavori”, scrive ancora il leader di Iv.
Genova “la Superba”, Renzi l’ambizioso (che strizza l’occhio a Frankenstein Jr)
Ah, Genova! La Superba! E chi poteva se non il nostro Matteo Renzi, eterno rottamatore della politica italiana, scegliere la patria di Cristoforo Colombo per lanciare la sua ennesima sfida di presunta rigenerazione dell’Assemblea Nazionale? Il grido è il solito, rassicurante e un tantino logoro: «Si può fare!» Che poi, come stigmatizzato in apertura, diciamocelo francamente: non è che evochi tanto l’aura presidenziale di un Barack Obama alle prese con la missione (impossibile) di cambiare il mondo. Piuttosto, a noi, figli di un’Italia che ha visto di tutto, sovviene subito un’altra immagine. Decisamente molto più calzante e mutuata da un film iconico e da una delle sue scene intramontabili.
Il sogno di IV incagliato nelle secche della crisi della sinistra
Ah, Italia Viva! Quel che resta di un sogno, o forse di un’ambizione troppo smisurata. Il nostro Matteo Renzi, un tempo il rottamatore, il dinamico, il quasi-premier, si ritrova ora a capo di una minoranza che più che silente è quasi inesistente. Disorganica. Dispersa nel vasto mare in tempesta della sinistra italiana, naufragata nel sogno della militanza e dei consensi che furono, e che ha ammainato le vele, sempre più lontana dalla terra. E il problema, si sa, non è più il rumore. Il “baccano” che il senatore riesce ancora a produrre in Aula, con i suoi interventi scenografici e plateali. Le sue frecciate a governo e premier, che ormai giungono più come strali spuntati che come autentiche minacce. Tutto questo non basta più. Anzi: forse stanca.
Perché il popolo, o quel che resta della base elettorale di Iv, si aspetta fatti, non più solo parole. Si aspetta un progetto, non più solo un one-man show. E allora la domanda sorge spontanea e diventa: cosa aspettarsi da questa ennesima Assemblea Nazionale? Da un partito in disarmo, che ha ammainato le vele e con la chiglia incagliata negli scogli della dispersione, della divisione, e spiaggiata sull’ambizione di una largo largo che non ha sponde e non ha concretezza. E ancora: cosa aspettarsi da un leader che appare sempre più disarcionato dal cavallo della politica che fu e che conta? Verrebbe da dire poco o nulla. Forse un’ultima, malinconica, replica di uno spettacolo già visto, con applausi sempre più flebili. E un pubblico sempre più assente e scettico. O forse, chissà, un nuovo colpo di scena.
Ahi voglia a scommettere sull’ennesimo “si può fare”…
Nel frattempo, però, l’Italia, e persino i suoi commentatori più disincantati, guardano nella direzione opposta: quella tracciata da un governo di centrodestra che marca il cammino e procede spedito verso il cambiamento. Il miglioramento. Risposte reali fornite a problemi reali del Paese reale. Una dimensione più consona e certa per chi ha perso la voglia di scommettere sul prossimo, l’ennesimo, “si può fare”…
Sotto, l’iconica scena di un film intramontabile in un estratto video da Youtube