
Opposizioni senza argomenti
Referendum, ma quale “TeleMeloni”, il report di Agcom zittisce le sinistre che frignano
Ma quale censura e dittatura mediatica. Gli ultimi dati di Agm sconfessano i mugugni delle sinistre sulla scarsa presenza delle opposizioni sul piccolo schermo Rai. “Il governo ha scelto deliberatamente di sabotare i referendum”, è l’ultima lamentela di Giuseppe Conte. “Meloni e i suoi hanno paura che domenica e lunedì i cittadini vadano a votare”, insiste il leader 5Stelle a corto di argomenti. Anzi con una sola arma spuntata. Se l’8 e il 9 giugno il referendum non dovesse raggiungere il quorum (cosa quasi certa) la colpa e del governo cinico e baro.
Referendum, ma quale TeleMeloni in Rai
Il refrain non cambia, da due anni sinistre e campo largo gridano a TeleMeloni. Elly Schlein, che non eccelle per fantasia, lo ha ripetuto davanti alla sede di viale Mazzini con tanto di maxi striscione “No a TeleMeloni” . Eppure i numeri fotografano un’altra realtà. Gli ultimi dati di Agcom riportati dal Foglio e riferiti al periodo 11-31 maggio segnalano che i tg della Rai hanno dedicato ai referendum l’1,95 per cento del tempo totale, mentre gli spazi “extra tg Rai”, ossia i programmi di approfondimento, l’1,53 per cento del totale. Una percentuale simile a quella delle principali concorrenti.
I dati di Agcom smentiscono le lamentele delle sinistre
I tg di Mediaset, infatti, hanno dedicato al voto l’1,79 per cento, mentre gli spazi “extra tg” l’1,70 per cento. I tg di La7, invece, hanno fatto registrare l’1,38 per cento, mentre gli spazi di approfondimento il 5,01 per cento. La musica non cambia nelle settimane precedenti. Il report dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni certifica che non c’è una grandissima differenza tra la Rai e le reti private. L’unica eccezione è rappresentata dai programmi di approfondimento di La7. Ma questa è un’altra storia.