
Voto di scambio
Puglia, bufera giudiziaria sui fondi regionali. Chiesto l’arresto per l’assessore Delli Noci, fedelissimo di Emiliano
Accuse pesanti per gli 11 indagati: associazione per delinquere, corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici, riciclaggio e auto-riciclaggio. Il governatore: "Sono fiducioso"
Bufera giudiziaria sulla Regione Puglia. L’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, fedelissimo del governatore Emiliano, è indagato dalla Procura di Lecce che ha chiesto per lui gli arresti domiciliari. Sotto inchiesta la gestione di fondi per le piccole e medie imprese. In tutto ci sono 11 indagati. Pesanti le accuse che, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici legati ai programmi integrati di agevolazione, truffa ai danni dello Stato e della Regione Puglia e della Unione europea, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Bufera sulla Puglia, rischia l’arresto l’assessore Delli Noci
Delli Noci, ex vicensindaco di Lecce, ingegnere gestionale, 42 anni, è una delle persone sui cui il governatore dem ha puntato di più, al punto da affidargli la sua lista civica. Record di preferenze nel Salento nel 2020, tra le sue proposte la pizzica patrimonio dell’umanità. Su di lui pende la richiesta di arresti domiciliari per rischio di reiterazione del reato. Il gip ha fissato gli interrogatori preventivi per mercoledì, poi deciderà sulla richiesta avanzata dalla Procura.
Emiliano: sono fiducioso, aspettiamo gli atti
“Ho appreso questa mattina di essere oggetto di indagine”, ha dichiarato Delli Noci. “Fiducioso come sempre nei confronti della magistratura. Attendo di conoscere meglio le accuse che mi vengono rivolte per poter chiarire al più presto la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati”. Anche il governatore della Regione Emiliano si è detto fiducioso “nella giustizia” e “in Alessandro Delli Noci. Aspettiamo di conoscere gli atti processuali e la sua difesa”, ha aggiunto.
Un sistema collaudato di corruzione e voti di scambio
Sarebbe emerso un sistema collaudato gestito da due imprenditori per ottenere favori e contributi da Comune di Lecce e Regione, in cambio di supporto elettorale. Al centro di tutto ci sarebbe l’imprenditore Alfredo Barone, 67 anni, nato a Biella e residente a Lecce dove è proprietario di un noto ristorante. È l’unico per il quale la Procura ha chiesto il carcere in quanto promotore, capo e organizzatore della presunta associazione a delinquere. Sarebbe tra gli organizzatori anche Maurizio Laforgia, ingegnere, 52 anni, figlio del presidente uscente di Acquedotto Pugliese Domenico Laforgia (estraneo a ogni accusa), per il quale sono stati chiesti i domiciliari. Una delle vicende contestate riguarda i finanziamenti Pia per la masseria di Ugento dell’imprenditore barese Vittorio Andidero, oggetto di una recente indagine della Procura di Bari.
Al setaccio le regionali 2020
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Lecce agli ordini del colonnello Giulio Leo, hanno incrociato il periodo delle elezioni regionali 2020 in cui era candidato Delli Noci. L’accusa ipotizza che l’assessore di Emiliano si sia messo a disposizione dell’imprenditore Barone in cambio di aiuti per la candidatura. Le richieste di arresto sono motivate con il pericolo di reiterazione del reato. Gli altri destinatari delle richieste di misure sono Angelo Mazzotta, di Lequile, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lecce, l’imprenditore Marino Congedo, il ragioniere commercialista Luciano Ancora di Galatina, l’imprenditore Michele Barba di Gallipoli, il funzionario comunale Nicola Capone (detto Lino) di Lecce, gli imprenditori Corrado Congedo di Lecce e Marino Congedo di Galatina, il commercialista Giovanni Rapanà di Lecce e Italia Santoro di Lecce.