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Pd a “due piazze” per Gaza. Orlando fa il pompiere: “Non possiamo buttare fuori dal partito chi va a due manifestazioni”

Litigano pure per gli ospiti

Pd a “due piazze” per Gaza. Orlando fa il pompiere: “Non possiamo buttare fuori dal partito chi va a due manifestazioni”

Politica - di Federica Argento - 7 Giugno 2025 alle 10:53

L’altra parte del centrosinistra scende in piazza oggi, sabato 7 giugno alle 14. Certo, la scritte «Israele terrorista, con la Palestina fino alla vittoria» sulle mura del Teatro Parenti di Milano, dove ieri l’altro pezzo del centrosinistra, con Renzi e Calenda hanno condotto la manifestazione né con Hamas né con Netanyhau – (nè, per quanto riguarda la piazza, con il P), non sono di buon auspicio. Si teme la presenza di infiltrati nella chiamata alla piazza romana di Pd (o parteb di esso), M5S e Avs diretti a San Giovanni. Sono attese circa 50mila persone. Il corteo, partirà alle 14 da piazza Vittorio per arrivare a piazza San Giovanni. Qui dal palco interverranno i leader di opposizione Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Si temono eventuali infiltrazioni filo-Hamas

Si teme la “prova” della piazza. C’è preoccupazione negli organizzatori della manifestazione Pro Palestina per eventuali infiltrazioni filo-Hamas e per la possibilità che vengano bruciate le bandiere israeliane in mezzo alla folla plaudente. Una piazza e una gionata delicatissime. Le forze dell’ordine sono mobilitate. Tutto il tragitto sarà monitorato attentamente dalle forze dell’ordine. Controlli anche ad ampio raggio in città: dalle fermate metro lungo la direttrice che porta a piazza Vittorio fino ai caselli autostradali dove transiteranno decine di pullman con a bordo manifestanti in arrivo dalle altre regioni. Soltanto dalla Toscana ne sono previsti 13 organizzati dal Pd regionale. Il piano di sicurezza è stato messo a punto in un Comitato per l’ordine in Prefettura e perfezionato dal tavolo tecnico in Questura.

Il campo liquefatto, Pd scisso in due piazze

Ma ordine pubblico e timori di scontri a parte, non resta che contemplare lo sconquasso del campo liquefatto che l’evento – o gli eventi-  contro la guerra a Gaza sta comportando: una guerra, sì, ma elettorale, tutta interna al centrosinistra. Scontro di piazze ma scontro anche di parole: Se Schlein si limita a parlare di «pulizia etnica», Conte per distinguersi  grida al «genocidio» e così anche Bonelli e Fratoianni. Senza contare che i riformisti del Pd sono andati anche a Milano.

Gaza, Pd diviso in due piazze? Orlando: “Non è che possiamo buttarli fuori…”

Sulla confusione che regna sovrana fa il pompiere Andrea Orlando: “Non dobbiamo drammatizzare ma neanche sottovalutare: non è perché uno va a due manifestazioni che lo si mette fuori dal partito- dice al Corriere della Sera-. Però non si può nemmeno rimuovere il fatto che c’è chi ha aderito a due manifestazioni, anche ad una indetta per smarcarsi da quella del Pd”. E’ imbarazzato:

“Io non sono né per gli anatemi né per le scomuniche. Mi è capitato spesso di non esser d’accordo con chi governava il partito; e ho grande rispetto delle minoranze, però penso che non sia eludibile una discussione che sia fatta solo attraverso i giornali”, conclude l’ex ministro del lavoro. Infatto, altro timore per la Schlein è che  vengano contestati i riformisti del Pd (Guerini, Fassino, Picierno Quartapelle) che saranno in piazza, ma che hanno aderito (idealmente o fisicamente) all’iniziativa organizzata ieri a Milano da Iv e Azione.

Pd, la scaletta della discordia

Il Pd riesce a dividersi anche quando convocano una manifestazione unitaria. ieri la piazza milanese, oggi frizioni alla vigila del corteo romano sugli “invitati” a parlare. Tra veti incrociati, forfait, nomi considerati irricevibili dalle componenti più riformiste – ricostruisce il Giornale-  il risultato è stata una scaletta incerta fino alla fine:  comunicata solo ieri nel tardo pomeriggio. Le frizioni erano scattate per alcune proposte avanzate da M5s e Avs e che il Pd non ha approvato. Per cui le uniche certezze sono i leader: Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein. Non ci saranno  Matteo Renzi e Carlo Calenda.

Tra gli ospiti sarà di sicuro presente Gad Lerner che sui suoi social ha scritto: «Mi sembra doveroso esserci, senza troppi distinguo». E anche Rula Jebreal la cui partecipazione  non è stata accolta all’unanimità per via  dell’utilizzo del termine genocidio. Previsto anche un intervento dell’ex eurodeputata di Rifondazione Comunista Luisa Morgantini, presidente dell’associazione Assopacepalestina, e della storica Anna Foa, autrice de “Il Suicidio di Israele”. E tra le frizioni interne ai dem si aggiunge anche la freddezza di Giuseppe Conte sulla linea Schlein e soprattutto sulla leadeship del centrosinistra. Piazza disunita più che mai.

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di Federica Argento - 7 Giugno 2025