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PAPA LEONE APPELLO AL MEDIO ORIENTE

La via della pace

Papa Leone XIV invoca dialogo e diplomazia per il Medio Oriente: “Si respinga ogni logica di prepotenza e di vendetta”

Il Pontefice lancia un messaggio alla politica internazionale, ricordando il profeta Isaia: "Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra"

Esteri - di Alice Carrazza - 25 Giugno 2025 alle 14:01

«Si respinga ogni logica di prepotenza e di vendetta e si scelga con determinazione la via del dialogo, della diplomazia e della pace». Le parole pronunciate da Papa Leone XIV a braccio, alla fine dell’udienza generale a Piazza San Pietro, non echeggiano oggi in un vuoto di buone intenzioni. Al contrario, risuonano su un terreno che si va preparando a una possibile distensione. Per una volta, l’“allineamento dei pianeti” è reale.

Papa Leone e l’appello a deporre “le spade”

Sul terreno mediorientale, la guerra tra Israele, Stati Uniti e Iran, che solo pochi giorni fa sembrava sul punto di scivolare in un’escalation senza più ritorno, ha subito una battuta d’arresto. Dopo il blitz americano sui centri atomici di Teheran, e dopo le risposte iraniane più dimostrative che realmente distruttive, il cessate il fuoco sembra reggere. Non senza sforzi, certo. Ma con quella lucidità che deriva dall’aver compreso che non esiste alternativa alla diplomazia.

«Continuiamo a seguire con attenzione e speranza gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina», dichiara il Pontefice. «Le parole del profeta Isaia risuonano più che mai urgenti: “Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione. Non impareranno più l’arte della guerra”». Un appello, dunque, che parla a tutti e che oggi trova sponde non solo nei cuori dei fedeli, ma anche nelle stanze dei politici.

La via diplomatica per il Medio Oriente

Perché è tornato centrale il tavolo della diplomazia. Non per improvviso slancio idealistico, ma per la semplice constatazione che nessuno, né a Washington né a Teheran, ha interesse a varcare la soglia dell’irreversibile.

Non è un mistero che lo stesso presidente americano abbia voluto imprimere una svolta realista alla crisi: colpire per non dover colpire ancora, usare la forza come deterrente per spingere gli attori a risiedersi al tavolo. Non una velleità pacifista, ma la vecchia logica di chi sa che la pace, quando è possibile, non nasce da utopie, ma da rapporti di forza ben gestiti.

La ferita siriana: “Tutta la Chiesa vi è vicina”

A Papa Leone XIV non sfugge neppure la ferita aperta in Siria: «Domenica scorsa è stato compiuto un vile attentato terroristico contro la comunità greco ortodossa nella chiesa di Mar Elias, a Damasco. Affidiamo le vittime alla misericordia di Dio ed eleviamo le nostre preghiere per i feriti e i familiari. Ai cristiani del Medio Oriente dico: vi sono vicino, tutta la Chiesa vi è vicina».

Un atto di sangue che risveglia la fragilità di una nazione mai del tutto risanata: «Dopo anni di conflitti e instabilità, è fondamentale che la comunità internazionale non distolga lo sguardo da questo Paese ma continui a offrirgli sostegno attraverso gesti di solidarietà e con un rinnovato impegno per la pace e la riconciliazione».

Parole nette. E in filigrana, un unico messaggio: non si può indulgere nella logica della vendetta. Né in Siria, né a Gaza, né a Teheran, né a Gerusalemme.

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di Alice Carrazza - 25 Giugno 2025