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Migranti e camorra: scoperta frode milionaria sul click day. Un anno fa l’esposto della Meloni, contestato dalla sinistra

23 arresti in Campania

Migranti e camorra: scoperta frode milionaria sul click day. Un anno fa l’esposto della Meloni, contestato dalla sinistra

Politica - di Carlo Marini - 11 Giugno 2025 alle 19:15

Quando Giorgia Meloni, nel giugno 2024, aveva presentato l’esposto al procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, per denunciare le anomalie sul click day del decreto flussi, la sinistra aveva lanciato strali avvelenati. Critiche a volte irridenti, come quella lanciata da Repubblica che tacciava la premier di volersi fare pubblicità e di sbagliare indirizzo, come ricordato anche in queste ore da FdI sui propri social.

Eppure la denuncia della premier era stata chiara e circostanziata: «Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il “click day”, totalmente sproporzionato rispetto ai potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese». Sospetti che la magistratura nel corso di questi mesi ha confermato con una serie di indagini. L’ultima arrivata a dama nelle scorse ore a Napoli, dove proprio in relazione alle mani della criminalità sul click day sono state emesse 45 ordinanze di custodia cautelare, sequestrati oltre due milioni di euro di beni, riscontrando il pesante coinvolgimento della camorra.

«Un anno fa, mentre molti gridavano allo scandalo e ci accusavano di fare propaganda, ho presentato un esposto alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo per denunciare gravi irregolarità nel sistema del ‘click day’ per i permessi di soggiorno. Da allora sono emerse diverse gravi azioni criminali connesse con il traffico dei permessi di soggiorno. Oggi, secondo quanto riportato dalla stampa, arrivano ulteriori conferme inquietanti: identità digitali costruite a tavolino, assunzioni false, legami con i clan, soldi in cambio di accessi illegali nella nostra Nazione. Una rete organizzata e criminale, smascherata grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine», ha commentato Meloni, in un post su X. «Avevamo ragione. E avevamo il dovere di denunciare», ha rivendicato la premier.

L’inchiesta napoletana sul click day, coordinata dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri e condotta dalla Polizia di Stato è datata martedì 10 giugno 2025 ed è partita proprio dalle denunce relative ai click day per i permessi di lavoro degli immigrati. Secondo quanto emerso, la frode milionaria è stata organizzata da tre avvocati napoletani a capo di altrettanti Caf che operavano nel Nolano. Una truffa che prevedeva l’inserimento irregolare di migranti in Italia, per lo più provenienti dal Bangladesh e nella maggior parte dei casi ignari, al costo di 10mila euro a persona. 

Meloni e la denuncia sul click day

Secondo gli inquirenti in Campania, soprattutto a San Giuseppe Vesuviano ed Ottaviano – area caratterizzata dalla presenza di una fiorente comunità di cittadini del Bangladesh – erano state create tre distinte associazioni per delinquere, messe in piedi da altrettanti avvocati e da gestori di alcuni Caf, sfruttando le criticità della normativa relativa ai Decreti Flussi.

Nel corso delle indagini sono stati arrestati in flagranza per estorsione aggravata dal metodo mafioso, in due distinti episodi, altrettanti esponenti di vertice del clan Fabbrocino, egemone in quel territorio, mentre, soprattutto per quanto riguarda una delle organizzazioni indagate, sono emersi rapporti diretti e condivisione dei relativi profitti con esponenti del predetto clan. In accordo con datori di lavoro compiacenti e mediatori bengalesi, venivano istruite e inoltrato fittizie richieste di assunzione di aspiranti lavoratori extracomunitari.

A tale scopo, e dietro lauto compenso, i legali e gestori di Caf indagati avrebbero procurato documentazioni false, soprattutto attinenti ad una disponibilità all’assunzione di imprenditori in realtà inesistente e all’idoneità degli alloggi in cui i lavoratori avrebbero dovuto essere ospitati. Utilizzando identità digitali (Spid) di altri associati (tra cui un appartenente alle forze dell’ordine) avrebbero inoltrato complessivamente diverse migliaia di richieste di nulla osta, con l’effetto finale, qualora le pratiche truffaldine trattate avessero superato lo sbarramento temporale del meccanismo del click day, di favorire l’immigrazione clandestina. La tariffa arrivava fino a diecimila euro a domanda.  Qualcuno a sinistra chiederà scusa alla Meloni per quelle critiche di un anno fa?

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di Carlo Marini - 11 Giugno 2025