
L'appello alla responsabilità
Meloni: «Iran e Gaza sono le nostre priorità. I potenziali rischi sono enormi. Serve dialogo». E tende la mano all’opposizione (video)
La premier è intervenuta alla Camera in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno: «La nostra rotta è coerente e chiara, per un'Italia protagonista in tutti i tavoli, costruttrice di ponti, aperta al dialogo con tutti i partner, chiara, autorevole, salda nella guida grazie a un governo che ha messo al centro l'interesse nazionale»
«Continueremo a lavorare senza risparmiarci, senza condizionamenti e senza paura, come sempre nell’esclusivo interesse dell’Italia e degli italiani». Nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, Giorgia Meloni ha ribadito quella che sempre, in ogni frangente, è la linea del governo. E che lo è tanto più di fronte alle gravi crisi internazionali, davanti alle quali l’esecutivo procede «con la rotta coerente e chiara, tracciata per un’Italia protagonista in tutti i tavoli, costruttrice di ponti, aperta al dialogo con tutti i partner, chiara, autorevole, salda nella guida grazie a un governo che ha messo al centro l’interesse nazionale».
Meloni: «Nessun aereo americano è partito dalle basi italiane»
La situazione in Iran e a Gaza, dove «la reazione di Israele ha assunto forme inaccettabili» e «l’obiettivo prioritario per l’Italia è il cessate il fuoco», è stata inevitabilmente il cuore dell’intervento di Meloni, che però non ha tralasciato di affrontare anche gli altri dossier sul tavolo europeo: Ucraina, automotive, difesa e Nato, migranti. La premier ha iniziato il suo intervento ribadendo un punto sul quale in questi giorni hanno già fatto chiarezza i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, e della Difesa, Guido Crosetto, ma che comunque è stato al centro delle speculazioni dell’opposizione: «Approfitto per confermare che nessun aereo americano è partito da basi italiane e che la nostra Nazione non ha in alcun modo preso parte ad operazioni militari».
L’appello per il dialogo tra governo e opposizione
«Comprendiamo tutti molto bene i potenziali, enormi rischi derivanti da un’ulteriore destabilizzazione di una regione già molto provata e penso che in questa fase così delicata sia importante il dialogo tra governo e Parlamento, governo e opposizione per il bene e la sicurezza degli interessi della nostra Nazione. Farò ovviamente del mio meglio per mantenere e ampliare questo dialogo», ha proseguito la presidente del Consiglio, in un messaggio che suona anche come un appello alla responsabilità da parte dell’opposizione. E che, puntualmente, è rimasto inascoltato: il dibattito è il consueto stupidario della sinistra, dalla presunta “irrilevanza” dell’Italia alle accuse di una linea piegata alle scelte di Trump e Netanyahu per “motivi ideologici”. La premier nelle repliche prende atto e, mentre risponde nel merito, chiarisce di non avere alcuna intenzione di «rispondere a polemiche, alcune falsità e alcuni toni da campagna elettorale…».
Il monito all’Iran: «Colga l’opportunità di un accordo con gli Usa»
Ma un “appello” Meloni ha rivolto anche all’Iran: «Deve evitare ritorsioni contro gli Usa e cogliere l’opportunità di un accordo con Washington sul proprio programma nucleare». Si tratta di un tema che il governo ha presentato alla stessa Teheran, nel corso della telefonata tra Tajani e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Dunque, il premier riferisce di un’azione diplomatica già in atto, a tutti i livelli, per interpretare quel ruolo di ponte nel solido perimetro europeo e atlantista e senza fughe in avanti, che rischierebbero di avere un effetto controproducente.
I contatti costanti con gli alleati del G7 e gli attori della regione
«In queste ore – ha ricordato il premier – ho mantenuto contatti costanti con gli alleati del G7 e i principali attori regionali, e tutti concordiamo su una azione coesa a favore di un ritorno ai negoziati». «L’Italia – ha chiarito Meloni – è per soluzioni serie e concrete e non è interessata alle speculazioni, la difficilissima situazione del Medio oriente non lo consente».
La necessità di «un’azione diplomatica coordinata» e il ruolo dell’Italia
«Siamo convinti che solo un’azione diplomatica coordinata possa garantire la pace nella Regione ed è la ragione per la quale avevamo sostenuto con convinzione le negoziazioni tra Usa e Iran, che abbiamo ospitato come sapete a Roma in questi mesi». «Siamo pronti a fare la nostra parte anche oggi, ma è giunto il tempo di abbandonare ambiguità e distinguo», ha detto parlando della postura che è opportuno prenda Teheran e ricordando che «è possibile portare avanti un programma civile in un modo che garantisca la totale assenza di fini militari. Gli Emirati Arabi uniti in questo senso sono un modello nella Regione». Un «Iran come potenza nucleare non rappresenterebbe solamente un pericolo vitale per Israele, ma avvierebbe una rincorsa a dotarsi di armi atomiche da parte degli altri attori dell’area, innescando un effetto domino molto pericoloso anche per noi».
Oltre l’Iran e Gaza: la stabilizzazione della regione passa anche per Libano e Siria
Pur concentrandosi su Iran e Gaza, Meloni ha fatto un ragionamento di scenario su tutta l’area, parlando dell’impegno dell’Italia «affinché il Consiglio europeo colga le potenzialità per definire un nuovo “triangolo di stabilità” tra Libano, Siria e il futuro Stato palestinese, che avrebbe effetti cruciali anche per la sicurezza di Israele». E ha rivolto un messaggio agli italiani: «Siate fieri di quanto ha fatto la nostra Nazione, dalle istituzioni al mondo del volontariato, dai nostri militari ai nostri medici e infermieri, per aiutare le persone comuni che stanno vivendo questo drammatico momento».
Meloni: «La Russia dimostri di volersi impegnare al tavolo negoziale con l’Ucraina»
Quanto all’Ucraina, Meloni ha sottolineato che «assistiamo ad una fase estremamente delicata del conflitto, con l’assenza di progressi sostanziali sul piano negoziale, specie in termini di cessazione delle ostilità. Alla luce di questi sviluppi sono due le direttrici sulle quali ci stiamo muovendo: sostegno all’Ucraina e pressione sulla Russia», mirando all’«obiettivo immediato di un cessate il fuoco». «La Federazione russa deve ora dimostrare di volersi seriamente impegnare al tavolo negoziale».
Uno scenario che costringe l’Europa a ripensare le sue priorità
In questo contesto, l’Europa deve saper rimodulare le sue priorità e il Consiglio del 26 e 27 giugno sarà l’occasione per farlo, ha detto la premier, sottolineando che «penso che oggi, ancor più di ieri, sia necessario concentrarsi sulle questioni nelle quali possiamo davvero fare la differenza insieme, sul piano globale, e non su quelle materie di dettaglio che possiamo regolare meglio a livello nazionale. Ed è davvero lunga la lista di dossier su cui come Europa siamo chiamati a lavorare insieme, come anche l’agenda del prossimo Consiglio europeo dimostra».
Le altre questioni sul tavolo del Consiglio Ue: dai migranti all’automotive
Tra queste ci sono i migranti, rispetto ai quali la Commissione europea «ha presentato diverse proposte legislative concrete» come «la lista europea di Paesi di origine sicuri che fa giustizia di tante, troppe decisioni dettate da una distorta lente ideologica alle quali abbiamo assistito per mesi qui in Italia» e il tema della salvezza dell’automotive, dopo le sconsiderate politiche green degli anni passati. «Annuncio che sto lavorando con il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Merz per definire delle linee comuni a sostegno del settore automobilistico europeo», ha detto Meloni, di fatto offrendo un altro esempio della centralità dell’Italia e della sua azione.