
Un vantaggio strategico
Meloni come scudo contro i dazi di Trump: “È l’arma (nemmeno troppo) segreta dell’Europa. Bruxelles ne prenda atto”
L'ex ministro venezuelano Moises Naim è netto: "La premier italiana è stimata da tutta l’amministrazione americana. L’Italia ha una marcia in più rispetto agli altri Paesi europei. L'Ue si comporti di conseguenza"
In una congiuntura storica in cui si fa un gran parlare di armi, ce n’è una «nemmeno troppo segreta» che può mettere al riparo tanto l’Italia quanto l’Europa dagli ormai famigerati dazi trumpiani. È Giorgia Meloni. Parola dell’ex ministro venezuelano Moises Naim, uno dei principali animatori del Carnegie Endowment for International Peace, autorevole think tank con sede a Washington e ramificazioni in tutto il mondo.
Naim: “Meloni può ricucire lo strappo tra le due sponde dell’Atlantico”
Nella lunga intervista rilasciata a Francesco Semprini sul quotidiano La Stampa, Naim spiega che la premier italiana «può dare un contributo unico nel comporre le divergenze e superare i contrasti tra le due sponde dell’Atlantico». La premessa è che il presidente Usa si muova nei rapporti commerciali seguendo una logica prettamente empirica, non abbia cioè «una strategia precisa». La tattica è quella di azionare leve e vedere quale risultato producono. «Trump – sostiene Naim – sta facendo esperimenti».
Venendo all’Europa, su cui pende la scure temporaneamente congelata dei dazi al 50%, il problema principale è l’assenza di «coordinamento» nella delicata fase negoziale in atto. Manca, insomma, una visione unitaria. «L’Italia punta a tutelare di più moda, agroalimentare e meccanica industriale, la Germania lavora per l’automobile, la Francia si adopera su aeronautica e cosmetica, e via dicendo. Quindi c’è difficoltà a trovare una strategia comune da parte dell’Unione europea e a negoziare con gli Usa. Ciò spazientisce Trump che è un presidente transattivo e immediato».
Un’Unione bloccata dalla burocrazia. Ma l’Italia ha un vantaggio
Le incertezze commerciali hanno messo a nudo le ormai croniche debolezze dell’Ue, ossia l’incapacità di operare in taluni contesti come un corpo unico aggravata dall’eccesso di burocrazia. Come può, allora, il Vecchio continente uscire da questa impasse? «L’Europa, l’Italia in particolare, hanno un’arma nemmeno troppo segreta, che si chiama Giorgia Meloni. Trump considera la premier assai vicina a lui e alle sue posizioni, la sente come una compagna di viaggio. La presidente Meloni gode del rispetto di tutta l’amministrazione a stelle e strisce e, in questo senso, l’Italia ha una marcia in più rispetto a tutti gli altri in Europa».
Naim conclude il ragionamento sulla centralità del ruolo dell’Italia nei rapporti transatlantici con parole che suonano come un monito e un’esortazione: «Bruxelles ne deve prendere atto e comportarsi di conseguenza, altrimenti l’Ue rischia di deragliare. La premier italiana è un’arma anche per l’Europa».