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Malagò lascia il Coni dopo 12 anni, 8 governi e 7 premier: “Faccio il tifo per Meloni, sono un patriota”

Malagò lascia il Coni dopo 12 anni, 8 governi e 7 premier: “Faccio il tifo per Meloni, sono un patriota”

Cronaca - di Carlo Marini - 25 Giugno 2025 alle 12:02

“Certo che mi commuoverò quando spegnerò la luce del mio ufficio per l’ultima volta”: Così Giovanni Malagò, in un’intervista a La Stampa alla vigilia del suo ultimo giorno da presidente del Coni dopo dodici anni e tre mandati, quartum non datur e si sapeva da tempo, ma nemmeno una deroga per arrivare fino ai Giochi, opzione su il presidente per un po’ ha contato.

Chi sarà il mio successore? Dico Buonfiglio

“Poi un giorno di nemmeno troppo tempo fa ho capito che era finita, mi sono messo il cuore in pace e ho vissuto molto meglio”. Chi vince domani? “Luciano Buonfiglio”. Che cosa lascia a chi prenderà il suo posto? “Meglio che parli in termini oggettivi. E quindi: lascio un prestigio altissimo sia nazionale sia internazionale dello sport italiano, il che visti tempi non è banale. E ancora: risultati sportivi mai ottenuti prima, i conti in ordine, un consenso che a guardare le imminenti elezioni mi sembra difficile da ottenere e un’offerta di eventi sportivi incredibili, uno su tutti i Giochi 2026”.

La decisione a più sofferta in dodici anni? “Dare le dimissioni da presidente dal Circolo Aniene, lì c’è la mia storia e quella della mia famiglia. Non c’era incompatibilità, ma ho preferito farlo per trasparenza”.

Che soddisfazione le Olimpiadi Milano Cortina dopo la ritirata di Roma da 2024

Quella di cui va più orgoglioso? “Quando, praticamente sotto un treno dopo la ritirata di Roma dalla candidatura ai Giochi 2024 cui noi lavoravamo da un anno cercai prima di recuperare il recuperabile organizzando una sessione del Cio a Milano dove avrei fatto conoscere ai membri internazionali i vanti dell’Italia come la Scala e la Ferrari, e dopo mi venne la folle idea, visto lo slot disponibile, di provare a correre per il 2026. Era il 2017”. Quella che non ripeterebbe? “Fidarmi all’inizio di certe persone che con i fatti mi hanno dimostrato quanto fosse diverso il mio concetto di fiducia. I nomi? Non sarebbe elegante farli”.

Malagò tifa Giorgia: “Spero che vinca la sua scommessa”

L’assalto della politica allo sport è ancora un pericolo concreto? “Dipende dalle persone – prosegue Malagò -. Ho molto apprezzato come il governo sia rimasto fuori dalla campagna elettorale, pur se qualcuno ne aveva prima pronosticato l’intervento e poi pure millantato”. Messaggio cifrato ai suoi avversari o al governo? “Credo che debba essere sempre lo sport ad eleggere i propri rappresentanti, il che non significa non poter andare a braccetto con la politica. Dipende sempre da che uso e consumo se ne fa, ho visto da parte di qualcuno una straripante attività in quel senso». Dopo sei Olimpiadi qual è il podio di Malagò? “Impresa impossibile, ma non nego che l’oro del volley femminile a Parigi mi abbia molto emozionato. Nella mia gestione non avevamo mai conquistato un oro a squadre e per le ragazze era la prima volta nella storia. Straordinario”.

Otto governi e sette premier. Per dire: i suoi primi Giochi, a Sochi, cominciano con Enrico Letta e finiscono con Matteo Renzi. Gli ultimi a Parigi con Giorgia Meloni. Premier sempre giovani, ma nel frattempo l’Italia è cambiata: come? “È molto più arrabbiata, meno tollerante e con minor fiducia nel futuro. Diversamente da me”. Perché è ottimista? “Premesso che il nostro sport va molto meglio del Paese, faccio il tifo per Giorgia Meloni e spero che vinca la sua scommessa a medio-lungo termine. Io sono un patriota”. Definizione scivolosa di questi tempi? “Non me ne frega nulla. E poi patriota non significa nazionalista”.

A proposito di Italia: che effetto le fanno i giocatori che snobbano o rifiutano la nazionale di calcio? “Mi fa stare molto male”. A chi deve dire grazie? “A mio padre per gli insegnamenti e per avermi trasmesso il coraggio di fare le cose. E a Franco Chimenti, mi ha aiutato tantissimo”. Chimenti, ex presidente della Federgolf, è scomparso lo scorso ottobre a 85 anni. Sarebbe stato il suo successore? “Probabilmente sì. Avrebbe azzerato la concorrenza”.

 

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di Carlo Marini - 25 Giugno 2025