
Spiragli da Teheran
L’Iran apre a una limitazione del suo programma nucleare: a Ginevra fitti negoziati con gli europei
L’Iran è pronto a discutere limitazioni all’arricchimento dell’uranio. Lo riporta Reuters, secondo quanto riferito da un alto funzionario iraniano a margine dei colloqui di Ginevra con Francia, Germania e Regno Unito. Secondo il funzionario, il ruolo delle potenze europee è ora “più evidente”, poiché Teheran non è disposta a collaborare con gli Stati Uniti durante gli attacchi israeliani.
“Dobbiamo ascoltare l’iniziativa dell’E3 sulla questione nucleare” ha aggiunto. L’arricchimento zero sarà senza dubbio respinto, “soprattutto ora, sotto gli attacchi di Israele” ha detto la fonte.
Fordo, la fortezza nella roccia
Negli ultimi anni, Teheran ha aumentato notevolmente la portata del suo programma nucleare, in risposta al ritiro americano nel 2018 dall’accordo che avrebbe dovuto regolare le sue attività atomiche in cambio della revoca delle sanzioni internazionali. A metà maggio, il governo iraniano disponeva di una scorta totale di uranio arricchito di 9.247,6 kg, ovvero 45 volte il limite autorizzato da quel patto noto con l’acronimo JCPOA, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea). L’Iran nega di volersi dotare di un’arma atomica e afferma di portare avanti un programma nucleare ‘civile’.
Tra i siti nucleari iraniani, quello sotterraneo di Fordo, collocato tra Teheran e Qom (nella zona centrale del Paese) è il più citato negli ultimi giorni. La costruzione, in violazione delle risoluzioni Onu è stata rivelata dall’Iran all’AIEA nel settembre 2009, provocando una crisi con le grandi potenze del Consiglio di Sicurezza.
Dopo averla definita un “sito di riserva” in una zona montuosa, vicino a una base militare, per proteggersi da un attacco aereo, Teheran ha indicato che si tratta di una fabbrica di arricchimento dell’uranio ad alto tasso, capace di ospitare circa 3.000 centrifughe. Qui, all’inizio del 2023, sono state rilevate particelle di uranio arricchito all’83,7%. L’Iran ha parlato di “fluttuazioni involontarie” durante il processo di arricchimento.
Natanz, il più noto sito nucleare dell’Iran
Lo stabilimento di Natanz (situato al centro del Paese), la cui esistenza è stata rivelata nel 2002, è invece l’impianto nucleare iraniano più noto. L’AIEA ha confermato che il sito è stato colpito dagli attacchi israeliani. Il sito comprende due edifici, uno sotterraneo e uno in superficie, per un totale di oltre 10.000 macchine utilizzate per l’arricchimento dell’uranio.
“Il nostro obiettivo è distruggere il programma nucleare iraniano e abbiamo la capacità di farlo”. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante una visita all’Istituto Weizmann, colpito nei giorni scorsi in un raid delle forze di Teheran. “Non permetteremo che il regime iraniano si doti di un’arma nucleare”, ha proseguito Netanyahu, accusando l’Iran di “prendere di mira i civili”, mentre “noi lo evitiamo”. Il primo ministro ha infine ringraziato il presidente americano, Donald Trump, “per il suo sostegno nella difesa di Israele”.
Mentre il ministro degli Esteri iraniano afferma che il suo paese “non sta cercando negoziati con nessuno, soprattutto non con gli Stati Uniti”. In queste ore è in corso a Ginevra l’incontro tra i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania, Jean-Noel Barrot, David Lammy e Johann Wadephul.
Al tavolo anche l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Kaja Kallas. L’incontro precede il vertice tra i quattro e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. “Noi europei stiamo dialogando con l’Iran per smorzare la situazione. L’unica strada possibile è il dialogo”, ha scritto su X Barrot pubblicando la foto dell’incontro
Nei colloqui i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania proporranno all’omologo iraniano, Abbas Araghchi, un “negoziato globale”, secondo quanto anticipato in mattinata dal presidente francese,