
La decisione
L’ex sindaco di Prato del Pd Ilaria Bugetti rifiuta l’interrogatorio di garanzia: il gip valuterà gli arresti domiciliari
Il sindaco dimissionario di Prato Ilaria Bugetti del Pd, indagata dalla procura antimafia di Firenze per corruzione nell’esercizio delle sue funzioni, ha scelto di non sottoporsi all’interrogatorio di garanzia, fornendo soltanto dichiarazioni spontanee. Bugetti è rimasta poco meno di due ore davanti al gip del tribunale di Firenze Alessandro Moneti. Un tempo inferiore rispetto a quello dedicato dall’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci. Anche lui è indagato nella stessa inchiesta, ma ha risposto a tutte le domande del magistrato. In seguito, il giudice ha comunicato che valuterà le richieste di misure cautelari avanzate dalla procura entro alcuni giorni: si tratta degli arresti domiciliari per la Bugetti e della detenzione in carcere per Matteini Bresci, già condannato lo scorso autunno per corruzione. L’ex primo cittadino di Prato, assistita dall’avvocato Pier Nicola Badiani, ha rimarcato la propria versione dei fatti nella deposizione, confermando la fiducia nella magistratura e nella correttezza del proprio operato.
Il sindaco Bugetti del Pd e il fascicolo delle indagini
Matteini Bresci, assistito dall’avvocato Pier Matteo Lucibello, è indagato per corruzione con Bugetti e sarebbe al centro di un presunto sistema di scambi di favori con il sindaco. La donna, secondo l’accusa, avrebbe favorito aziende legate a Matteini Bresci attraverso decisioni amministrative. Nel fascicolo risultano indagati anche il vicesindaco di Prato, Simone Faggi del Pd per false dichiarazioni al pubblico ministero e il funzionario del consorzio Progetto acqua Alessio Bitozzi, che stando agli inquirenti avrebbe fatto da intermediario tra Bugetti e Matteini Bresci. Le accuse, descritte nella richiesta delle misure cautelari avanzata dalla procura, sono pertinenti a un presunto sistema corruttivo e di scambi illeciti tra politica e imprenditoria, nato almeno dal 2016. Questo meccanismo avrebbe visto Bugetti, che all’epoca era consigliera regionale, «completamente asservita» agli interessi di Matteini Bresci, azionista di maggioranza del gigante tessile Gruppo Colle e gran maestro di una loggia massonica.
In base all’inchiesta coordinata dai sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, Bugetti avrebbe esercitato un un ruolo di garante politica e amministrativa, agendo per favorire l’imprenditore su più fronti: dalla modifica di decreti regionali per agevolare aziende legate al Gruppo Colle, passando per la realizzazione di un impianto fognario industriale finanziato con i fondi pubblici, fino alla riduzione di canoni comunali per aree destinate allo stoccaggio di materiali industriali.
Il rapporto tra Ilaria Bugetti e Matteini Bresci
A quanto pare, un filo invisibile avrebbe accompagnato l’ascesa politica della sindaca, che è stata eletta a Prato nel 2024 con il sostegno decisivo di Matteini Bresci, rivendicato anche da lui. Il businessman, nei colloqui intercettati ha definito Bugetti «il mio attrezzo da una vita» e «la mia creatura», in riferimento alla sua posizione di uomo-ombra che le avrebbe portato 4mila voti, con l’aiuto di una frangia della massoneria toscana. La relazione tra i due si sarebbe consolidata anche tramite un contratto part-time in una società riconducibile al Gruppo Colle e chiamata Broker techno srl. Qui l’ex sindaco dem sarebbe stato impiegato dal 2016 al 2024, percependo quasi 50 mila euro senza dichiarare il reddito agli uffici regionali attraverso un rapporto di lavoro che, secondo gli inquirenti, è stato fittizio.
Comunque, non è la prima volta che Matteini Bresci finisce nel mirino della giustizia, visto che già nel 2023 era stato arrestato con l’accusa di corruzione nei confronti del colonnello Sergio Turini, comandante della compagnia dei carabinieri di Prato. L’episodio aveva già svelato, secondo le accuse dell’autorità giudiziaria, una pericolosa rete di influenze e il suo «totale disprezzo della legalità».
Da dove nasce l’indagine su Bugetti
L’indagine su Ilaria Bugetti nasce da un’inchiesta sulla criminalità cinese che poi si è allargata, portando l’attenzione sulla folta rete di potere che lega pezzi di politica, imprenditoria e anche forze dell’ordine a Prato. Uno scenario inquietante, in cui la sindaca dimissionaria è accusata di aver tradito la fiducia dei cittadini, mettendo a repentaglio la legalità e la trasparenza nell’amministrazione pubblica.
«Rendendo dichiarazioni nel corso della udienza di oggi e producendo documentazione a supporto ho ritenuto di confrontarmi puntualmente con tutti gli addebiti che mi vengono mossi dall’accusa». È quanto si legge in una nota diffusa da Bugetti dopo l’uscita dal palazzo di giustizia fiorentino. «Ho fatto ciò confrontandomi con i miei difensori per rispetto delle Istituzioni e con fiducia nel contraddittorio processuale – ha sottolineato – nonostante il tempo ridotto che il codice riconosce in questi casi per preparare la difesa». Poi ha aggiunto: «Ho in particolare ribadito di non aver mai percepito alcuna utilità illecita e di aver operato perseguendo sempre l’interesse pubblico». «Rimango in attesa della decisione con serenità – ha concluso – ma senza nascondere la sofferenza umana molto forte che vicende di questo tipo inevitabilmente si portano dietro».